[Il 26 marzo 1947 l'Assemblea Costituente inizia la discussione generale del Titolo primo della Parte prima del progetto di Costituzione: «Rapporti civili».

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Tieri. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ciascun articolo di questo primo titolo della prima parte del progetto di Costituzione ha in comune con quasi tutte le altre parti del progetto il pregio di incominciare bene e il difetto di terminare male: desinit in piscem.

[...]

Dopo di che arriviamo agli articoli 14 e 15, ai quali si dovrà aggiungere il terzo comma dell'articolo 7, già 5, rinviato appunto all'articolo 14. Poiché io sono credente e cattolico secondo la religione cattolica apostolica romana, e lo sono per sentimento, per educazione e anche per ragionamento, senza pensare ad alcuna concorrenza politica, con buona pace del preoccupatissimo onorevole Gronchi, non ho nulla da obiettare ai riconosciuti diritti delle altre religioni, appagandomi oggi del fatto che la mia religione sia già stata riconosciuta, in sede costituzionale, come religione dello Stato al quale appartengo. Ma non posso tacere la mia speranza che intorno a questi due nuovi articoli del progetto di Costituzione non si riaccenda, per qualche mozzicone di sigaretta elettorale rigettato in quest'aula da mano di futuro candidato, quella penosa, per quanto elevata discussione, che negli ultimi due giorni sfiorò il Sacro Collegio. Pareva che nessuna libertà volesse essere più vasta e più incondizionata della libertà religiosa proprio in un paese come il nostro dichiaratamente e quasi completamente cattolico; mentre poi ci si era battuti e ci si batterà in vario modo per circoscrivere, reprimere, annullare tante altre libertà, a cominciare da quelle, veramente essenziali, di pensiero, di parola, di stampa.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti