[24 settembre 1946, terza Sottocommissione della Commissione per la Costituzione.]

Merlin Angelina desidera fare una questione pregiudiziale, osservando che sul quotidiano L'Unità del 22 settembre è apparso un articolo nel quale è detto che la Terza Sottocommissione avrebbe votato un articolo che non impegna lo Stato nella protezione della puerpera e del bambino. Tiene a precisare che nell'articolo da lei proposto, in accordo con la onorevole Federici Maria, approvato a grande maggioranza della Sottocommissione, non si parlava di neonati e di puerpere, ma di madri e di fanciulli, in quanto con tali termini si intendeva sia la gestante, sia la donna che allatta, sia la donna che porta i suoi figli fino alla loro completa autonomia; la parola «fanciullo» è stata scelta in quanto nella lingua italiana non c'è un termine che indichi la creatura dal momento in cui nasce fino al momento in cui entra nella gioventù, come invece c'è nella latina, dove «puer» indica il bambino da quando nasce a quando vesta la toga. Tiene a riconfermare quanto ha detto, perché resti ben chiaro che la Sottocommissione non ha affatto inteso, con l'approvazione dell'articolo, escludere le puerpere e i bambini, ma anzi ha inteso comprenderli nelle parole «madre» e «fanciullo».

Il Presidente Ghidini prende atto delle dichiarazioni fatte dalla onorevole Merlin, condividendo pienamente il suo pensiero in merito a tale precisazione.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti