[Il 4 marzo 1947 l'Assemblea Costituente inizia la discussione generale del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Lucifero. [...] Una delle manifestazioni tipiche del momento storico in cui questa Costituzione è stata fatta, è tutta una serie di affermazioni ideologiche e, mi si perdoni, certe volte anche di affermazioni demagogiche. Per esempio, io leggo nell'articolo 28 — lo porto a mo' di citazione — «la scuola è aperta al popolo», scusatemi, che cosa significa? La scuola, soprattutto quella di Stato, è del popolo. (Approvazioni a sinistra). Bellissima era la frase dell'onorevole Marchesi, per la quale io stesso mi battetti tanto quando ad un certo momento si voleva sopprimerla, cioè: «Libere saranno l'arte e la scienza, e libero il loro insegnamento». Quella frase diceva qualche cosa; ma «la scuola è aperta al popolo» è una di quelle affermazioni che non dicono niente. «L'arte e la scienza sono libere» ha un suo significato, perché non ci dobbiamo dimenticare che in regime fascista e più ancora in regime nazista, anche l'arte era stata messa sotto disciplina e ammaestrata a servire a determinati scopi. Quindi l'osservazione dell'onorevole Marchesi aveva il suo significato.

Una voce a sinistra. Le manifestazioni, non l'arte!

Lucifero. Ad ogni modo vedetevela voi con il professor Marchesi, che ne è stato l'ideatore; lo avete vicino. Io non sono stato altro che un entusiastico assertore della sua affermazione.

[...]

Bozzi. [...] Vi sono poi troppi riferimenti a istituti contingenti. Non intendo scendere ad esemplificazioni particolari. Negli articoli che disciplinano la scuola, si richiamano istituti vigenti: la parificazione, l'esame di stato. Cosa significano queste parole? Tutto e nulla. Bisogna vedere quello che si mette dentro a queste frasi. La parificazione può comportare l'adempimento di certe condizioni e può non importare niente al di fuori di un semplice decreto. Vi è un articolo in questa parte del regolamento scolastico in cui si dice che l'istruzione primaria deve essere di almeno otto anni, cosicché se, domani, si vuole ridurre a sette bisogna modificare la Costituzione!

Una voce all'estrema sinistra. Diminuire no, aumentare sì!

 

PrecedenteSuccessiva

Home

 

 

A cura di Fabrizio Calzaretti