[Il 25 gennaio 1947, nella seduta pomeridiana, la Commissione per la Costituzione in seduta plenaria prosegue la discussione sugli articoli del progetto di Costituzione.]

Il Presidente Ruini. [...] Avverte che all'articolo 31 la onorevole Federici Maria ha proposto un emendamento tendente a sostituire l'articolo con il seguente:

«La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. In particolare le condizioni di lavoro devono garantire l'adempimento della sua essenziale missione familiare e il sano svolgimento della maternità».

Rileva che il testo adottato dal Comitato di redazione, che ha tenuto conto delle formulazioni approvate dalla prima e dalla terza Sottocommissione, provvede già a tutelare ampiamente la maternità. Per quanto riguarda il lavoro delle donne, è stato seguito il criterio di stabilire parità con gli uomini, lasciando così possibilità alle donne di adempiere alla loro essenziale funzione familiare. Il concetto affermato dalla onorevole proponente è già — a suo avviso — espresso nel testo del Comitato di redazione, così concepito:

«La donna lavoratrice ha tutti i diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.

«Le sono inoltre garantite quelle speciali condizioni che le consentano di adempiere nello svolgimento del lavoro la sua essenziale funzione familiare».

Moro, dà ragione dell'emendamento a nome della onorevole Federici. Osserva in primo luogo che nell'emendamento viene proposto di sostituire la dizione «ha gli stessi diritti» all'altra «ha tutti i diritti».

Vi è poi il richiamo aggiuntivo al sano svolgimento della maternità, che permetterebbe, con una frase meno generica, di assicurare il funzionamento di tutta la legislazione riferentesi alla maternità come fenomeno fisico.

Il Presidente Ruini crede che l'emendamento Federici possa essere accettato senz'altro nella sua prima parte, concernente la sostituzione delle parole «gli stessi diritti» alle altre «tutti i diritti». Pone a partito tale sostituzione.

(È approvato).

Quanto alla seconda parte, la ritiene non necessaria. La pone in votazione.

(Non è approvata).

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti