[Il 7 settembre 1946 la seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione sull'organizzazione costituzionale dello Stato.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici generali della Parte seconda per il testo completo della seduta.]

Porzio. [...] Tutti sono favorevoli ad un Senato elettivo salvo l'eccezione della nomina di una diecina di senatori da parte del capo dello Stato. Per suo conto è favorevole a questa nomina eccezionale, perché l'Italia deve avere una rappresentanza elevata, e certe personalità insigni della politica, della scienza e dell'arte non potranno entrare alla Camera, non potendo affrontare la lotta elettorale, che stanca ed esaurisce. Alcune personalità, a scelta del Presidente della Repubblica debbono entrare nel Senato. Ma, all'infuori di questi, i senatori debbono essere nominati dagli elettori.

Si vedrà in seguito quali dovranno essere gli elettori, tenendo conto delle regioni, delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni professionali: e si avrà un corpo elettorale con una base un po' diversa da quella che ha la Camera dei Deputati.

[...]

Nobile. [...] una Camera di rappresentanti dei vari interessi che si agitano nel Paese, i quali prendano parte direttamente alla discussione di questioni che li interessano, non offrono migliore garanzia di obiettività dell'Assemblea. La seconda Camera dovrebbe essere costituita, secondo quello che è stato detto, da rappresentanti dell'industria, del lavoro, del commercio, della cultura, delle arti e così via. Ma i sindacati, le associazioni professionali, le organizzazioni industriali e commerciali, gli istituti di cultura ecc., hanno anche nella Camera unica il modo di far sentire e di far pesare le loro opinioni e di agitare questioni; e possono anche indirettamente provocare la presentazione di progetti di legge. Basta, per convincersene, esaminare l'elenco dei deputati alla Costituente. In questa Assemblea si trovano sessantanove professori universitari; e se ne andassero un'altra settantina alla seconda Camera, troppi professori non avrebbero più tempo né di studiare né di fare studiare gli altri. Ci sono poi trentasei professori medi, centocinquantatre avvocati, ventinove medici, ventisei ingegneri, sedici industriali; e tutti possono essere i portavoce delle rispettive categorie. Ci sono ancora quindici organizzatori, quindici operai, nove agricoltori, sei commercianti, quattro bancari, sei commercialisti, perfino un armatore. Ci sono rappresentanti dei vari consessi statali: tre magistrati, un Consigliere di Stato, sette ferrovieri, quattro generali ed anche un editore ed un notaio. Quindi le varie categorie economiche del Paese non potrebbero essere meglio rappresentate.

[...]

Ricorda come già sia stato fuori di qui rilevato che «un Parlamento non è un collegio di esimi periti; se lo fosse, darebbe risultati ancora più mediocri di quelli che dà, perché, se uno è eccellente negli affari o in meccanica o in economia o in medicina, questa non è una ragione per credere che sia all'altezza del compito peculiare del Parlamento. Questo, nella sua essenza, sembra consistere in quattro cose: saper maneggiare gli uomini, vedere le questioni che occorre trattare, giudicare a quali si deve dare la precedenza per l'importanza che hanno, avere la forza e il coraggio di dare alle soluzioni proposte un esito favorevole. L'assemblea non è un corpo di statisti, ma è un campionario medio di uomini comuni avviati ora su questa, ora su quella strada, da spinte dell'opinione pubblica».

[...]

Ravagnan. [...] Circa le categorie economiche, i Corpi accademici ed Ordini professionali che si vorrebbero far concorrere insieme con le Assemblee regionali alla elezione della seconda Camera, osserva in linea generale che quando si afferma, e giustamente, che il popolo elegge i deputati, si intende il popolo indifferenziato, perché i suoi rappresentanti debbono legiferare non in nome di interessi particolari ma sulla base degli interessi generali; di qui, e cioè dall'apprezzamento della composizione degli interessi generali, nasce la legge. Se invece si attribuisce potere legislativo a rappresentanti i quali esplicitamente esprimono interessi determinati, questi rappresentanti verranno a difendere interessi particolaristici in contrapposto con gli interessi generali. È evidente che non si devono trascurare tali interessi, ma non si può attribuire a coloro che li rappresentano la facoltà di legiferare sulla base di questi. Essi avranno diritto di essere consultati e niente vieta che si stabilisca che diventino effettivamente una cosa seria, organica e fattiva taluni organi, come il Consiglio superiore del lavoro, il Consiglio superiore della pubblica istruzione, dei lavori pubblici, delle belle arti, ecc.

Altro rilievo molto importante è che questi Corpi ed Ordini disporrebbero di due voti: uno che verrebbe dato dai singoli componenti di essi per le elezioni alla prima Camera, l'altro che darebbero come Corpo alla seconda: onde una specie di anacronistico ritorno agli ordini privilegiati. Così l'onorevole Bulloni ieri sera ha parlato, con schiettezza di cui gli va data lode, di voto plurimo. Ma, ove si accedesse a questo principio, si metterebbero in imbarazzo i membri della prima Sottocommissione, i quali, senza dubbio, proporranno che la Costituzione proclami l'eguaglianza politica dei cittadini. Come sarebbe possibile affermare da un lato l'eguaglianza politica e dall'altro creare delle categorie di cittadini politicamente privilegiati?

[Dopo una discussione sulle modalità con cui votare gli ordini del giorno e una pausa durante la quale alcuni onorevoli hanno concordato i testi,...]

Il Presidente Terracini comunica che gli onorevoli Mortati, Bozzi, Castiglia ed Einaudi hanno concordato il seguente ordine del giorno:

«La seconda Sottocommissione, riconosciuta la necessità dell'istituzione di una seconda Camera, al fine di dare completezza di espressione politica a tutte le forze vive della società nazionale, passa all'esame del sistema del rapporto tra le due Camere ed al modo di composizione di ciascuna di esse».

L'ordine del giorno dell'onorevole Lami Starnuti ed altri ha avuto l'aggiunta di una parola ed è del seguente tenore:

«La seconda Sottocommissione esprime parere favorevole al sistema bicamerale a condizione che la seconda Camera non sia costituita in modo da alterare sostanzialmente la fisionomia politica del Paese, quale è stata rispecchiata dalla composizione della prima Camera».

[...]

Finocchiaro Aprile. [...] l'elemento fondamentale che è affiorato in questa discussione è un elemento politico, squisitamente politico, che rispecchia le tendenze che sono rappresentate nella Sottocommissione e che non ha possibilità di univoche determinazioni. Occorre su ciò soffermarsi.

L'ordine del giorno Lami Starnuti è favorevole al sistema bicamerale a condizione che la seconda Camera non sia costituita in modo da alterare sostanzialmente la fisionomia politica del Paese, quale è stata rispecchiata dalla composizione della prima Camera; dice, cioè, una cosa giustissima, perché sarebbe molto strano che si desse vita ad una seconda Camera la quale fosse eventualmente in antitesi, in contrasto con la prima, espressione schietta del pensiero e della volontà del popolo sovrano. Il dubbio che sorge nell'oratore è precisamente questo che, quando nell'ordine del giorno Mortati si parla di forze vive della società nazionale, cioè di forze produttrici, economiche, industriali, capitalistiche e via dicendo, si venga a creare questa antitesi, questa antinomia che invece si deve evitare. Non si deve avere un Senato di destra, quando il Paese ha voluto chiaramente che la rappresentanza politica e con essa tutto l'indirizzo dello Stato siano decisamente di sinistra.

Questa è questione politica, che va risolta con mero criterio politico. È ben lungi dal pensiero dell'oratore di escludere quelle tali forze vive di cui si parla dalla vita politica italiana: non sarebbe né giusto, né democratico. Anzi, come ha detto l'onorevole Conti nel suo progetto, le personalità eminenti della cultura, dell'arte, della letteratura, dell'industria, della produzione e così via, possono esser scelte a far parte della seconda Camera per nomina, sia pure in numero limitato, da parte del Capo dello Stato; ma dev'essere bene inteso che la seconda Camera elettivamente costituita, nella sua grande maggioranza, deve essere improntata agli stessi criteri che il popolo ha voluto determinare con le elezioni del 2 giugno; deve cioè essere una Camera democratica, in perfetta armonia con lo Stato democratico.

[...]

Piccioni dichiara che voterà l'ordine del giorno Mortati, intendendo così fare una affermazione di schietta e autentica democrazia. Ha già espresso precedentemente — e non intende quindi ripetersi — i motivi per cui la seconda Camera, così come è prevista nell'ordine del giorno Mortati, risponda ad una esigenza democratica; tiene tuttavia a sottolineare che, considerando in tal modo la seconda Camera, si risponde effettivamente all'istanza democratica. Non si deve equivocare sulla rappresentanza delle forze vive che costituiscono il tessuto della società nazionale; con queste parole si vuole sottolineare il carattere politico anche della seconda Camera, senza dar vita ad alcun organismo di carattere professionale od economico, in quanto nelle forze vive della società italiana sono comprese anche le forze del lavoro e non soltanto le forze capitalistiche.

[...]

Mannironi, dopo le considerazioni dell'onorevole Piccioni, dichiara di votare per l'ordine del giorno Mortati, pur mantenendo fermi i criteri che ha espresso ieri, e che oggi sono stati ribaditi dall'onorevole Lussu, nel senso che la seconda Camera possa essere espressione dell'Ente regione.

[...]

Il Presidente Terracini invita il segretario a fare l'appello.

Perassi, Segretario, fa l'appello.

Votano a favore dell'ordine del giorno Mortati i deputati: Ambrosini, Bozzi, Bulloni, Cappi, Codacci Pisanelli, De Michele, Einaudi, Fabbri, Fuschini, Mannironi, Mortati, Patricolo, Perassi, Piccioni, Tosato, Uberti, Vanoni.

Votano a favore dell'ordine del giorno Lami Starnuti i deputati: Bordon, Calamandrei, Finocchiaro Aprile, Grieco, Lami Starnuti, La Rocca, Lussu, Nobile, Ravagnan, Rossi Paolo, Targetti, Terracini.

Si astiene dalla votazione il deputato: Porzio.

Non hanno preso parte alla votazione i deputati: Bocconi, Castiglia.

Comunica il risultato della votazione:

Presenti e votanti: 30.

A favore dell'ordine del giorno Lami Starnuti: voti 12.

A favore dell'ordine del giorno Mortati: voti 17.

Astenuti 1.

Dichiara approvato l'ordine del giorno Mortati.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti