[L'8 marzo 1947 l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Ghidini. [...] A questo medesimo fine sono ispirate anche le disposizioni che riflettono l'ordinamento giudiziario, colle quali si vuol conseguire lo scopo, da tanto tempo auspicato, di assicurare l'indipendenza piena della Magistratura, e nel contempo d'impedire che la stessa diventi una casta chiusa, insensibile alle esigenze sociali; estraniata, direi, dalla vita.

Devo a questo punto avvertire che l'indipendenza della Magistratura non si consegue soltanto con un congegno legislativo più o meno abile, più o meno complicato. La Magistratura potrà conseguire la sua piena indipendenza solo se il trattamento economico del quale soffre sia radicalmente mutato. Non vi è forse categoria di funzionari che sia così maltrattata, pure adempiendo al più alto ufficio. I vecchi magistrati sono legati inesorabilmente alla loro catena, ma i giovani, i più intelligenti e i più colti, abbandonano oggi la Magistratura per seguire altre carriere ed altre professioni più lucrose, sebbene molto meno elevate per dignità e prestigio.

[...]

Damiani. [...] L'articolo 97 dichiara che «la Magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente». Io non desidero questa autonomia della Magistratura, perché gli uomini sono sempre portati a peccare di orgoglio, di superbia, di egoismo e di ambizione e quindi sono portati a fare i despoti quando lo possono fare. Occorre invece una remora, occorre un controllo. Questa norma, se dovesse rimanere così, sarebbe dannosa per lo Stato. Mi auguro, perciò, che sia ragionevolmente corretta.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti