[Il 1 agosto 1946 la seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione sulle autonomie locali.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Patricolo presenta il seguente ordine del giorno, firmato anche dall'onorevole Castiglia:

«La seconda Sottocommissione, premesso che l'ordinamento del nuovo Stato italiano più idoneo alla realizzazione dei postulati di libertà democratica è quello che garantisca una larga autonomia amministrativa e finanziaria agli enti locali, unico mezzo per ovviare agli inconvenienti dell'accentramento amministrativo e burocratico del potere centrale;

considerato che insufficiente appare la concessione di tale autonomia ai comuni ed alle provincie, mentre più opportuna si rivela la costituzione in persone giuridiche di tutte le regioni italiane;

ritiene necessaria la creazione dell'Ente regione dotato di autarchia e di potestà normativa;

fa voti perché tale potestà ed in specie quella normativa siano per la Sicilia, Sardegna, Val d'Aosta e Trentino più larghe e adeguate alle loro esigenze di carattere storico, economico, sociale, politico, avendo riguardo ai particolari ordinamenti statutari concessi o in via di concessione alle regioni suddette e che si inseriranno, con opportune modifiche, nel quadro dell'unità politica italiana».

[...]

Presidente Terracini. [...] In rapporto agli altri quattro ordini del giorno, osserva che occorre fare una distinzione, perché in quello degli onorevoli Patricolo e Castiglia si considera un punto non toccato negli altri e cioè quello relativo alla situazione particolare che, nel quadro della organizzazione regionale, dovrebbe essere fatta alla Sicilia, alla Sardegna, alla Val d'Aosta ed al Trentino. Domanda ai proponenti se intendono riferirsi proprio al Trentino o all'Alto Adige, poiché vi sono correnti favorevoli al riconoscimento di una autonomia all'Alto Adige, ma non favorevoli a che questa autonomia sia riconosciuta al Trentino, nel suo complesso, che comprende una massa di popolazione di tedeschi e di italiani; e vi sono altre correnti che vorrebbero fosse concessa a tutto il Trentino.

Patricolo si riferisce al Trentino, dato che una autonomia concessa soltanto all'Alto Adige potrebbe provocare una ulteriore divisione tra le due regioni.

Lussu crede che, votando questo ordine del giorno, si confonderebbero le idee, e prega i due proponenti di accantonarlo o ritirarlo, affinché non sia pregiudicata da un'eventuale non approvazione la questione di quelle quattro regioni, che sta a cuore a molti italiani.

Osserva che l'ordine del giorno La Rocca, e le idee esposte dall'onorevole Rossi e da altri rappresentanti di diversi settori dimostrano che il modo di vedere sulla Sicilia, sulla Sardegna e le altre due regioni è identico: tutti riconoscono le esigenze particolari di queste regioni e ritengono che debba essere concessa l'autonomia a tutte le regioni d'Italia, ma a queste ultime un'autonomia a carattere accentuato.

[L'onorevole Piccioni presenta un ordine del giorno che termina con la frase: «demanda ad una propria sezione la formulazione di un progetto di ordinamento regionale, tenute presenti le premesse suindicate e gli altri criteri informatori risultanti dalla ampia discussione svoltasi in seno alla Sottocommissione».]

Bordon si trova in una posizione particolare perché la Val d'Aosta è la sola delle quattro note regioni in cui l'autonomia concessa dalla legge 7 settembre 1945, n. 545, sia già in vigore. Perciò l'ordine del giorno dovrebbe prendere atto di quello che allo stato attuale esiste in quella regione.

Il Presidente Terracini [...] Circa l'obiezione dell'onorevole Bordon, dato che si tratta di una esigenza sentita e che è innegabile che un determinato stato di fatto esiste, come è egualmente innegabile che esso risponde a necessità avvertite, propone di aggiungere alla fine dell'ordine del giorno: «tenute presenti le premesse suindicate e alcuni stati di fatto già creati».

Piccioni accetta i due emendamenti[i].

[...]

Mortati, tenendo conto delle obiezioni dell'onorevole Bordon, propone di aggiungere, all'ultimo comma, dopo le parole «premesse suindicate», le parole: «le situazioni esistenti».

Bordon non trova sufficientemente chiara questa espressione.

Lussu propone di aggiungervi, fra parentesi la specificazione «Val d'Aosta, Sardegna, Sicilia ed Alto Adige».

Einaudi osserva che l'inserzione delle parole «situazioni esistenti» non deve implicare accettazione a priori di principî consacrati nello statuto della Val d'Aosta ed in quello della Sicilia.

Il Presidente Terracini fa rilevare che il testo dice: «tenute presenti...»; quindi l'onorevole Einaudi può essere tranquillo.

Bulloni preferirebbe la dizione: «tenute presenti le situazioni di diritto esistenti».

Lussu crede meglio dire: «situazioni speciali», o meglio ancora: «situazioni particolari».

Il Presidente Terracini osserva che per l'Alto Adige e per il Trentino non esiste una situazione di diritto, ma una situazione politica.

Bordon propone di dire: «situazioni particolari esistenti».

Castiglia, per quanto riguarda l'ultima parte dell'ordine del giorno Piccioni, relativa alle quattro regioni (si riferisce in modo particolare alla Sicilia), ritiene che le modifiche e le aggiunte non sarebbero sufficienti a determinare in maniera tassativa quali siano le esigenze e le situazioni. Propone pertanto la seguente nuova formulazione:

«fa voti perché tali potestà, e in ispecie quelle normative, siano per la Sicilia, la Sardegna, la Val d'Aosta ed il Trentino più larghe ed adeguate alle loro esigenze di carattere storico, economico, sociale e politico, avendo riguardo ai particolari ordinamenti statutari concessi o in via di concessione alle regioni suddette e che si inseriranno, con opportune modifiche, nel quadro dell'unita politica italiana».

Precisa che, sia nello statuto della regione siciliana, che in quello della Val d'Aosta esiste una disposizione secondo la quale gli statuti medesimi dovranno essere rimessi all'ulteriore esame dell'Assemblea Costituente, affinché siano inquadrati nell'unità politica italiana. Conclude insistendo sull'opportunità che tale concetto venga inserito nell'ordine del giorno, per dar modo alla sezione competente di attuare praticamente i deliberati della Sottocommissione.

Piccioni fa osservare che la sezione sarà composta di membri della Sottocommissione che hanno partecipato a tutte le discussioni e sono quindi al corrente dei vari desiderata espressi e delle relative motivazioni. È quindi naturale che la sezione, considerando il richiamo alle situazioni particolari, avrà presenti le note quattro regioni. Non ritiene, pertanto, opportuno fissare un grado di priorità, in riferimento alla potestà legislativa, di uno o di un altro statuto, tanto più che tali statuti dovranno poi essere coordinati e armonizzati con la riforma della struttura dello Stato. Occorre lasciare tale compito, per una elaborazione più approfondita, alla sezione.

Patricolo osserva che, se l'ordine del giorno deve rispecchiare i lavori della Sottocommissione, non v'è alcuna ragione di non dare atto compiutamente di tutta la discussione. Precisa, inoltre, che l'onorevole La Rocca, che pur s'è dichiarato oppositore dell'inserimento nell'ordine del giorno di questo particolare aspetto della questione, ha dichiarato che la Sottocommissione è concorde nel ritenere che le note quattro regioni debbano avere una autonomia più larga rispetto alle altre.

Il Presidente Terracini osserva che l'ordine del giorno non deve riassumere i lavori, ma solo fissare quei pochi punti che hanno trovato unanime consenso. Comunque, allo scopo di trovare una via conciliativa, crede si possa accogliere la proposta Lussu che le quattro regioni vengano indicate fra parentesi nel punto ove si fa riferimento alle situazioni particolari, senza per altro aggiungere la considerazione che ciò presupponga senz'altro più larghe concessioni.

[...]

Piccioni, pur non ritenendo necessaria, per un motivo di sinteticità, alcuna maggiore specificazione, si dichiara disposto ad accettare l'emendamento Lussu richiamato dal Presidente.

Nobile crede che in questa specificazione sarebbe meglio indicare l'Alto Adige anziché il Trentino.

Piccioni preferirebbe lasciare «Trentino», ma ritiene più opportuno che la questione venga risolta dalla sezione.

Il Presidente Terracini teme che sia l'una formula che l'altra possa sollevare una questione politica, perché vi è un problema controverso fra i due raggruppamenti di popolazioni. Considerando la questione da questo punto di vista, forse sarebbe opportuno non fare specificazioni.

Lussu non concorda, considerato anche che il problema per ora rimane nell'ambito della Sottocommissione e non è destinato alla pubblicità.

Il Presidente Terracini riconosce che il problema ora sollevato non è destinato alla pubblicità; ma pensa a possibili indiscrezioni, soprattutto di stampa, che sollevino dubbi e perplessità.

Castiglia, per superare la difficoltà, senza pregiudicare la questione che sicuramente è molto importante, propone di formulare così questa parte dell'ordine del giorno Piccioni: «tenendo conto delle situazioni particolari esistenti (Sicilia, Sardegna, Val d'Aosta) e di qualche altra che potrà determinarsi».

Piccioni per lasciare impregiudicata la questione, suggerisce di fare la specificazione in questi termini: «Sicilia, Sardegna, Val d'Aosta e Trentino-Alto Adige». In questo modo si preciserebbe che non è una questione che già sia stata risolta.

Zuccarini, poiché può sorgere il problema anche per la Venezia Giulia, propone di usare la formula: «zone miste», oppure «zone a popolazione mista».

[L'ordine del giorno Piccioni (dopo alcuni emendamenti) viene votato e approvato. L'ultima frase, nella sua versione definitiva è così formulata: «demanda ad una propria sezione la formulazione di un progetto di ordinamento regionale, tenute presenti le premesse suindicate, le situazioni particolari esistenti (Sicilia, Sardegna, Val D'Aosta, Trentino-Alto Adige) e gli altri criteri informatori risultati dall'ampia discussione svoltasi in seno alla Sottocommissione».]

[Al termine della seduta, dopo una discussione relativa all'organizzazione dei lavori della Sottocommissione, viene nominato un Comitato che si occupi della questione delle autonomie composto dagli onorevoli Ambrosini, Bordon, Castiglia, Codacci Pisanelli, Einaudi, Grieco, Lami Starnuti, Lussu, Uberti, Zuccarini.]


 

[i] Il primo emendamento si riferiva a una parte dell'ordine del giorno non relativa al presente articolo

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti