[Il 20 dicembre 1947, nella seduta antimeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue l'esame delle disposizioni finali e transitorie.]

Presidente Terracini. [...] Do lettura della seguente altra norma aggiuntiva proposta dagli onorevoli Bonomi Ivanoe, Conti e Veroni:

«Il Governo provvederà a far depositare il testo della Costituzione nella sala comunale di ciascun comune della Repubblica, tenendolo ivi esposto per tutto l'anno 1948, affinché ogni cittadino possa prenderne cognizione».

Svolge lei questa proposta, onorevole Conti?

Conti. Rinunziamo a svolgerla.

Grassi. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Grassi. Mi dichiaro d'accordo, a nome del Governo, con questa proposta.

Presidente Terracini. Pongo in votazione la norma transitoria proposta dagli onorevoli Bonomi Ivanoe, Conti e Veroni.

(È approvata).

Passiamo alla nona disposizione finale a transitoria del progetto:

«La presente Costituzione sarà promulgata dal Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni dalla sua approvazione da parte dell'Assemblea Costituente».

Gli onorevoli Perrone Capano, Lucifero, Villabruna, Bonino, Morelli Renato, Fusco e Rubilli hanno proposto di sostituirla con la seguente:

«La presente Costituzione sarà promulgata dal Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni dalla data di proclamazione dei risultati del referendum, cui essa sarà sottoposta».

Svolge lei questa proposta, onorevole Lucifero?

Lucifero. Sì, signor Presidente.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Lucifero. Signor Presidente, quando si arriva alla fine di un lavoro lungo e complesso come quello che noi abbiamo svolto si pone a ciascuno un problema che non è soltanto politico ma anche morale; che è anche problema di coscienza.

Alcuni partiti, e molti uomini di questi partiti, in sede di elezioni per la Costituente si sono impegnati a chiedere il referendum sulla Costituzione. Fra questi partiti era il Partito liberale italiano; fra questi partiti era il Partito democratico italiano al quale io allora appartenevo e che nel liberale è confluito.

Oggi noi non facciamo che mantenere un preciso impegno che, come altri, avevamo assunto di fronte al corpo elettorale; dolenti che siamo noi soli a mantenere l'impegno che avevamo assunto. (Commenti a sinistra).

Non riguarda voi perché voi questo impegno non avevate assunto.

Una voce al centro sinistra. Nemmeno noi.

Lucifero. Excusatio non petita accusatio manifesta — (Commenti). Ma il fatto che a sinistra si è rumoreggiato dimostra che la nostra proposta non è destituita di fondamento; perché se fossimo tutti sicuri dell'opera che abbiamo compiuta non dovremmo avere esitazione di sottoporla al sovrano, che è il popolo, perché esso la sanzioni o l'approvi.

Del resto noi riprendiamo oggi quanto già i deputati liberali fecero con una mozione a firma Perrone Capano, Badini Confalonieri, Villabruna ed altri fin dall'11 settembre del 1946, cioè quasi all'inizio dei nostri lavori. Noi non vogliamo altro che consacrare il patto popolare che deve fondare il nuovo Stato italiano. Abbiamo una esperienza vicina a noi, ed è quella francese. Il popolo francese è stato chiamato due volte ad esaminare la Costituzione che gli si voleva dare. La prima volta la respinse; la seconda l'approvò. Quella approvazione lega veramente popolo e Stato in quella unità che deve essere fondamento di uno Stato democratico. È una rivendicazione democratica che noi facciamo per uno Stato che vogliamo democratico e che temiamo non tutti vogliano democratico. E vogliamo che il popolo si impegni con noi a rispettare la legge fondamentale che abbiamo dato allo Stato italiano. La nostra esigenza è quindi un'esigenza morale, è un'esigenza politica ed è sopratutto un'esigenza di consolidamento del nuovo Stato che è uscito dalle tragedie italiane, allo scopo di unire tutti, di qualunque provenienza e di qualunque pensiero, di fronte allo Stato.

Respingere la nostra proposta significa porre per chissà quanto tempo di fronte al popolo italiano un punto interrogativo che noi vogliamo non esista nella storia del nostro Paese (Applausi a destra).

Presidente Terracini. Pongo in votazione la formula sostitutiva dell'ultima disposizione finale e transitoria proposta dagli onorevoli Perrone Capano, Lucifero e altri, e della quale do nuovamente lettura:

«La presente Costituzione sarà promulgata dal Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni dalla data di proclamazione del referendum, cui essa sarà sottoposta».

(Non è approvata).

L'onorevole Mortati ha proposto di aggiungere, in fine alla IX disposizione transitoria, le seguenti parole:

«ed entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione».

Onorevole Mortati, conserva questo emendamento?

Mortati. Mi rimetto alla Commissione.

Presidente Terracini. Onorevole Perassi, quale è il pensiero della Commissione?

Perassi. La Commissione si rimette all'Assemblea così per questo come per l'emendamento Targetti.

Presidente Terracini. L'emendamento aggiuntivo proposto dall'onorevole Targetti è del seguente tenore:

«ed entrerà in vigore il 1° gennaio 1948».

L'onorevole Targetti ha facoltà di svolgerlo.

Targetti. Il nostro emendamento ha come scopo anzitutto di togliere ogni possibile discussione sopra la scadenza del termine dell'entrata in vigore, perché, come i colleghi sanno, quando si indica un numero di giorni, può nascere sempre la questione della confusione del giorno. In secondo luogo, ci sembra opportuno che fra la pubblicazione della Carta costituzionale e la sua entrata in vigore vi sia un lasso di tempo, sia pure breve, almeno di un giorno o due, che renda possibile che il cittadino abbia virtualmente la possibilità di conoscere gli obblighi che non deve violare. Mi sembrerebbe una stranezza che una Carta costituzionale che crea obblighi giuridici e morali ai cittadini entrasse in vigore il giorno stesso in cui è resa nota a chi la deve osservare. Per queste considerazioni e per un'altra di particolare significato e che ritengo sarà condivisa da quanti, onorevoli colleghi, porranno mente che il giorno da me indicato è il primo giorno di un anno, il 1948, che di per se stesso rievoca... (Applausi).

Non ho da aggiungere altro per raccomandare all'Assemblea l'approvazione della mia proposta.

Presidente Terracini. Pongo in votazione la IX disposizione finale e transitoria, della quale do nuovamente lettura:

«La presente Costituzione sarà promulgata dal Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni dalla sua approvazione da parte dell'Assemblea Costituente».

(È approvata).

Pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo dell'onorevole Targetti:

«ed entrerà in vigore il 1° gennaio 1948».

(È approvato).

 

PrecedenteSuccessiva

Home

 

 

A cura di Fabrizio Calzaretti