[19 dicembre 1946, prima Sottocommissione della Commissione per la Costituzione; seduta pomeridiana. Discussione sull'insegnamento religioso nelle scuole elementari.]

Marchesi fa presente che è rimasto sospeso un articolo proposto dall'onorevole Moro concernente l'insegnamento religioso nelle scuole elementari. Su questo articolo, a proposito del quale egli fece una dichiarazione di voto preliminare, la Sottocommissione non si è pronunciata.

Il Presidente Tupini ricorda all'onorevole Marchesi che quell'articolo fu oggetto di una lunga discussione, troncata in seguito a una proposta dell'onorevole Dossetti di rinviarne la discussione dopo che la Sottocommissione avesse deliberato circa le relazioni tra lo Stato e la Chiesa. Invita l'onorevole Moro, che insieme all'onorevole Marchesi fu relatore del tema dei rapporti culturali, a cui l'articolo si riferisce, ad esprimere il suo pensiero sull'argomento.

Moro dichiara che, essendosi stabilito che i Patti Lateranensi rimangono come base per i rapporti tra Stato e Chiesa, i commissari democristiani rinunciano a richiedere una esplicita dichiarazione su questo punto. Qualora questa disciplina giuridica non avesse più efficacia, egli ed i colleghi della Democrazia Cristiana si riservano di presentare quell'articolo nella forma e nella sede più opportuna.

Marchesi dichiara che l'articolo votato nella seduta precedente, in cui è stato inserito il Concordato come base dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa, si presterà certamente ad una ulteriore discussione. L'argomento non si è certo esaurito nella sede della prima Sottocommissione, e parecchi punti saranno particolarmente messi in rilievo, e specialmente quella parte del Concordato che si riferisce all'insegnamento religioso nelle scuole.

Osserva che la formula proposta in un secondo tempo dall'onorevole Moro avrebbe di molto attenuato l'opposizione a quel principio, e farebbe onore all'onorevole Moro il riproporla in questa sede come indizio modificatore di certe inconsulte asprezze delle norme concordatarie. L'articolo però dovrebbe essere riproposto così com'è formulato nella sua seconda redazione.

Moro ricorda all'onorevole Marchesi le vicende subite da quel suo articolo che suscitò lo sdegno dell'onorevole Togliatti, in seguito al quale egli dovette rivendicare la propria buona fede. Fa presente come egli, in quella sede, chiarì che se i democristiani avessero potuto ottenere l'unanimità dei voti su quell'articolo, avrebbero potuto giustificare la situazione delicata che veniva a crearsi per la discordanza tra la seconda formulazione dell'articolo stesso e la norma contenuta nel Concordato.

Togliatti fa presente che i comunisti erano disposti a votare l'articolo.

Moro obietta che l'onorevole Marchesi aveva già dichiarato che non l'avrebbe votato. Osserva che ora la situazione è diversa, perché nella seduta precedente è stato votato un articolo che richiama integralmente la disciplina concordataria per tutte le norme di sua competenza, tra cui è compresa una norma relativa all'insegnamento religioso. Quindi, dopo l'inserimento del Concordato nella Costituzione, si potrà sempre apportare a quella norma le modificazioni che si riterranno opportune; ma se, invece, si approvasse in questa sede una norma diversa dal testo concordatario, si creerebbe una situazione non solo particolarmente delicata da un punto di vista politico, ma tale da meritare un attento esame da parte della Sottocommissione nei riguardi del lato giuridico.

Marchesi osserva che i democristiani darebbero un lodevole e giovevole esempio se, senza smentire la sostanza dell'articolo concordatario, inserissero nella Costituzione una qualche modificazione conforme a quello spirito di libertà che hanno tante volte affermato.

Moro invita l'onorevole Marchesi a rendersi conto dell'importanza del rilievo che egli ha fatto in relazione a questo problema costituzionale, e come egli non possa assumersi leggermente una tale responsabilità.

Marchesi dichiara fin d'ora che in sede di Commissione plenaria e di Assemblea Costituente esprimerà il suo pensiero sull'articolo del Concordato.

Il Presidente Tupini fa presente all'onorevole Marchesi, che, ove l'onorevole Moro non accolga la sua richiesta, egli potrà riservarsi di risollevare la questione in sede di Commissione plenaria o di Assemblea Costituente. Ritiene comunque opportuno sospendere brevemente la seduta, per dare modo all'onorevole Moro di consultarsi con i colleghi democristiani prima di rispondere in merito alla richiesta dell'onorevole Marchesi.

(La seduta è sospesa per alcuni minuti).

Comunica che, non avendo lo scambio di idee portato ad alcuna conclusione, si intende che tanto l'onorevole Marchesi come l'onorevole Moro, come anche tutti gli altri commissari che lo ritenessero opportuno, si riservano il diritto di risollevare tutta la questione in sede di Commissione plenaria ed eventualmente anche in sede di Assemblea Costituente.

Moro fa presente che, essendo stati vani i tentativi di giungere a una soluzione concorde, la questione resta impregiudicata ed i contatti in merito tra i rappresentanti delle opposte tendenze saranno ripresi in seno alla Commissione dei settantacinque.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti