[Il 29 gennaio 1947, nella seduta pomeridiana, la Commissione per la Costituzione in seduta plenaria prosegue la discussione sull'elezione dei Senatori.
Vengono qui riportate solo le parti relative al tema in esame, mentre si rimanda al commento all'articolo 58 per il testo completo della seduta.]
Togliatti esprime il parere favorevole suo e, crede, dei suoi amici alla proposta Grassi, che comporta l'elezione di due terzi dei Senatori a suffragio diretto e a collegio uninominale. Questa, certamente, è la proposta che si stacca di più dalle altre e potrebbe essere votata.
La proposta è, a suo parere, politicamente saggia, in quanto si darebbe una soddisfazione a quella corrente del Paese la quale ritiene che il collegio uninominale abbia un carattere di democrazia particolare. Questa corrente avrebbe la sua espressione nella seconda Camera.
Fuschini osserva che per la elezione della Camera dei Deputati non si è indicato il sistema, mentre per la seconda Camera, con la proposta accettata dall'onorevole Togliatti, si adotterebbe il collegio uninominale. La questione, a suo parere, va risolta per entrambe le Camere. Pensa, in ogni caso, che la Camera dei Deputati debba essere eletta col sistema proporzionale.
Togliatti chiarisce che accetta la proposta del collegio uninominale per la seconda Camera, in quanto la prima Sottocommissione aveva approvato il sistema proporzionale per la Camera dei Deputati, con l'accordo dei rappresentanti di tutti i partiti e nella convinzione che tale voto fosse stato consacrato dalla seconda Sottocommissione.
Presidente Ruini. La seconda Sottocommissione ne ha fatto oggetto di una raccomandazione al legislatore. Si tratterebbe di dare a tale raccomandazione una espressione concreta, restando intesi che, quando si parla dell'elezione della prima Camera, ci si dovrebbe riferire al sistema proporzionale.
Piccioni. La seconda Sottocommissione, se ben ricorda, quando trattò della composizione della prima Camera e genericamente delle Camere elettive, si trovò d'accordo nel concetto che il sistema proporzionale non dovesse far parte integrante della Costituzione, ma che dovesse essere tenuto presente.
Ora, dopo mesi di discussione, si vuole, con l'attuale proposta, inserire nella Costituzione il principio del collegio uninominale per la elezione della seconda Camera.
Non nasconde che la proposta lo lascia perplesso, soprattutto perché si adotterebbero, nella formazione del Parlamento nazionale, due sistemi antitetici, quale il sistema proporzionale e quello uninominale. Teme che le conseguenze di questa antitesi si faranno sentire in successivi momenti della vita nazionale.
Ad ogni modo, poiché la proposta è stata fatta, crede opportuno vagliarla attraverso una consultazione.
Togliatti osserva che si potrebbe fare una votazione di massima, incaricando una piccola Commissione di concretare l'articolo.
Il Presidente Ruini ritiene opportuno sospendere la seduta, al fine di raggiungere un accordo sulla importante questione.
(La seduta, sospesa alle 17,45, è ripresa alle 18,10).
Il Presidente Ruini avverte che la discussione relativa alla elezione dei Senatori sarà ripresa nella seduta di dopodomani.
Lussu, poiché sarà quasi certamente assente dopodomani per impegni presi in precedenza, dichiara che non approva la proposta Grassi avanzata all'ultimo momento. L'onorevole Togliatti può anche aderire ad una tale proposta in quanto ritenga che possa essere opportuno adottare due sistemi diversi di votazione per le due Camere, ma pensa che il ritorno al collegio uninominale significhi incancrenire la vita politica nel Mezzogiorno perché, anche nel migliore dei casi, il collegio uninominale è stato sempre espressione di interessi individuali poco chiari.
È convinto che il collegio uninominale nel Mezzogiorno rappresenterebbe un elemento di corruzione, sicché si arriverebbe alla incongruenza che, mentre per le elezioni della prima Camera a sistema proporzionale, il Paese si moralizzerebbe, con il collegio uninominale per la seconda Camera tornerebbe alle vecchie clientele, che hanno sempre portato una nota equivoca nella politica italiana.
A cura di Fabrizio Calzaretti