[L'8 marzo 1947 l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.

Vengono qui riportate solo le parti relative al tema in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Damiani. [...] Articoli 53 e 57. Il primo dice: «La Camera dei Deputati è eletta a suffragio universale e diretto in ragione di un deputato per 80.000 abitanti o per frazione superiore a 40.000». L'articolo 57 dice: «Il numero dei membri da eleggere per ciascuna Camera è stabilito con legge in base all'ultimo censimento generale della popolazione».

Sono articoli che vanno benissimo; però io mi permetterei, e ne chiedo il permesso al signor Presidente, di fare una piccola osservazione fuori tema. Le Camere saranno elette in base al censimento del 1936. Dal 1936 al 1947 sono passati 11 anni, fra cui cinque anni di convulsioni sociali: anagrafi sconvolte dai bombardamenti, dagli abusi e dai falsi, esodi di popolazioni, lavori disordinati. Ciò ha gravemente perturbato tutto. Quindi quali sono i dati che ci serviranno per le elezioni di queste Camere? Saranno dati decrepiti, e noi formeremo due Camere nuove coi dati del 1936. Mi pare che si potrebbe fare questa spesa importantissima e fondamentalissima, la quale permetterebbe di rimettere a sesto le anagrafi, di eliminare tutti gli abusi e i falsi, specialmente nel campo del tesseramento annonario, ecc., e di formare le Camere future su basi corrispondenti alla realtà di oggi e non alla realtà del 1936, che non è più una realtà, ma un sogno angoscioso.

L'onorevole Presidente del Consiglio disse, nella seduta del 25 febbraio, dopo aver letto il mio «ordine del giorno» sulla necessità di un nuovo censimento: «Accetto l'ordine del giorno dell'onorevole Damiani, perché ne riconosco l'importanza, ma devo fare i conti con il Ministro del tesoro».

Ebbene, l'onorevole Ministro del tesoro faccia questi conti e faccia fare questo censimento, che è indispensabile.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti