[Il 15 novembre 1947 l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale dei seguenti Titoli della Parte seconda del progetto di Costituzione: Titolo IV «La Magistratura», Titolo VI «Garanzie costituzionali».

Vengono qui riportate solo le parti relative al tema in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Presidente Terracini. [...] Ha facoltà di parlare per la Commissione l'onorevole Conti.

Conti. [...] Ma a proposito di prestigio voglio subito fare una recisa affermazione: voglio dire che bisogna provvedere al trattamento economico dei magistrati in modo serissimo. Se non si penserà a risolvere questo problema, sarà vana ogni riforma. Il magistrato deve avere assegni (mi rifiuto di usare il vocabolo stipendio) superiori di gran lunga a quelli percepiti dai più alti funzionari dello Stato. E guai se non sarà così. Il magistrato deve essere tranquillo: deve vivere in condizioni di agiatezza. E non deve essere considerato un impiegato, un funzionario, un dipendente dello Stato: deve riconoscersi nel magistrato un mandatario della giustizia, fuori di tutti i quadri. L'orribile condizione dei magistrati deve finire. E basta con le promesse. È tempo questo di attuazioni serie, di riforme profonde.

Insisto su questo tema, onorevoli colleghi, dicendo che questo problema deve essere risolto in modo integrale. Qui a Roma, signori, dove è la Suprema Corte di cassazione, anche io ritengo che il primo presidente debba aver dimora in uno dei più bei palazzi di Roma. Quando il Presidente della Repubblica si trasferirà al Quirinale, il palazzo Giustiniani dovrebbe essere destinato al Primo presidente della Corte di cassazione, al Procuratore generale della Repubblica. I magistrati tutti devono avere abitazioni decorose.

Voi m'intendete. Così parlando io penso a una vera elevazione della condizione anche economica dei magistrati. Essi debbono potersi vestire, come il Machiavelli, degli abiti migliori quando si apprestano nei loro studi a stilare le loro sentenze! Oggi non possono scegliere abiti.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti