[Il 15 ottobre 1946 la seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione sull'organizzazione costituzionale dello Stato.]

Il Presidente Terracini prega l'onorevole Ambrosini, prima che sia ripreso l'esame del problema della formazione della seconda Camera, di dare brevemente qualche ragguaglio sui lavori del Comitato incaricato di redigere il progetto per le autonomie regionali.

Ambrosini comunica che il Comitato ha esaminato nelle due ultime sedute il progetto da lui stesso formulato e quelli degli onorevoli Lami Starnuti, Grieco, Zuccarini, oltre naturalmente gli emendamenti proposti durante la discussione. I lavori del Comitato hanno realizzato notevoli progressi: restano ancora da risolvere alcune questioni, ma è da sperare che si possa presto giungere alla conclusione. Se l'onorevole Grieco, che in seno al Comitato rappresenta una autorevole corrente di pensiero, tornerà a partecipare, dopo una sua temporanea assenza da Roma, alle riunioni, all'inizio della settimana prossima potrà essere presentato al Presidente della Sottocommissione il testo degli articolo votati, con l'indicazione delle varianti che non sono state approvate dalla maggioranza, ma che è doveroso sottoporre all'esame della Sottocommissione, affinché essa possa farsi un'idea completa del lavoro compiuto dal Comitato di redazione.

Il Presidente Terracini, preso atto delle comunicazioni dell'onorevole Ambrosini, avverte che, in conformità alla decisione adottata nell'ultima seduta plenaria della Commissione, la seconda Sottocommissione è stata investita dell'esame dello Statuto siciliano, il quale — come è noto — dev'essere coordinato con la futura Costituzione dello Stato. Pensa che tale compito potrebbe essere affidato allo stesso Comitato delle autonomie regionali, al quale per l'occasione potrebbero affiancarsi rappresentanti della prima e della terza Sottocommissione, affinché le deliberazioni del Comitato in merito al grave e delicato problema dell'autonomia siciliana rappresentino il più possibile l'espressione della volontà dell'intera Commissione per la Costituzione.

Ambrosini ritiene opportuna la proposta del Presidente. Osserva però che il coordinamento tra lo Statuto siciliano e la nuova Costituzione dello Stato potrà effettuarsi soltanto dopo che saranno definite le norme della Costituzione stessa, specie quelle relative al problema delle autonomie regionali, e che nel frattempo lo Statuto va attuato avendo già efficacia di legge. All'uopo la Commissione prevista dallo Statuto deve elaborare le norme del relativo regolamento, in modo che possa procedersi al più presto all'elezione dell'Assemblea nazionale.

Quanto al coordinamento suaccennato, reputa opportuno che venga fatto contemporaneamente all'esame degli Statuti speciali per la Sardegna, la Valle d'Aosta ed il Trentino-Alto Adige, in guisa che questi quattro Statuti, pur avendo attribuita una fisionomia particolare, vengano inquadrati in una armonica visione d'insieme.

Laconi rileva che l'onorevole Ambrosini ha accennato alla possibilità che il progetto per l'autonomia della Sardegna sia sottoposto all'esame della Costituente insieme a quello per l'autonomia siciliana. Ciò senza dubbio è giusto; ma a tale proposito sorge una difficoltà rappresentata dal fatto che non esiste ancora uno Statuto per la Sardegna, perché la Consulta regionale sarda respinse la proposta fatta a suo tempo di estendere automaticamente lo Statuto della Sicilia alla Sardegna; né uno statuto per la Sardegna può essere redatto da quella Consulta, che da circa sei mesi non esiste più.

È stata affacciata l'ipotesi che un progetto di statuto possa essere elaborato dal Gruppo parlamentare sardo. È una proposta che senz'altro merita di essere presa in considerazione, perché i Deputati sardi sono persone tra le più qualificate a rappresentare gli interessi dell'Isola. In merito però a tale progetto sorgono due questioni: la prima relativa alla proceduta, che dovrà essere diversa da quella seguita per la formulazione dello Statuto siciliano; e la seconda relativa al riconoscimento del Gruppo parlamentare sardo come organo competente a cui affidare la redazione di un progetto di Statuto per l'autonomia della Sardegna. Ritiene, comunque, che tale problema dovrà essere esaminato e risolto, in una sede più opportuna affinché lo Statuto per la Sardegna sia esaminato insieme con quello per la Sicilia, per evitare il sorgere di giuste preoccupazioni presso le popolazioni sarde.

Lussu non può aderire alla proposta fatta dal Presidente, perché, a suo avviso, il Comitato per le autonomie ha discusso con la massima capacità le diverse questioni sottoposte al suo esame, e l'immissione in esso di altri membri potrebbe far sorgere delle difficoltà nelle discussioni e nell'espletamento dei lavori. È del parere quindi che il Comitato debba continuare il suo lavoro ed esaminare lo Statuto della Sicilia, per poi riferire alla seconda Sottocommissione e in ultima istanza alla Commissione plenaria.

D'altra parte la questione delle autonomie particolari, quali quelle per l'Alto Adige, il Trentino, la Val d'Aosta, la Sicilia e la Sardegna, non può far sorgere grandi difficoltà, all'infuori di quelle che il problema presenta per se stesso. La seconda Sottocommissione, quando abbia concluso i suoi lavori sulle autonomie in generale, dovrà esaminare anche la questione dell'autonomia di quelle regioni e località e presentare in proposito una sua relazione.

Circa la questione particolare dello Statuto per la Sardegna, accennata dall'onorevole Laconi, ricorda che esiste un progetto di statuto formulato dal partito sardo, che è stato sempre favorevole all'autonomia dell'Isola e che anzi si può dire è stato il primo ad affermarla ventisette anni or sono, contro e durante il fascismo, e che la riafferma nel momento presente con spirito di assoluta lealtà nazionale. Naturalmente non si può pretendere che tutti siano favorevoli a un tale progetto; ma dell'esame di esso dovrebbero essere incaricati gli attuali Deputati sardi, che sono gli unici qualificati a rappresentare la volontà delle popolazioni sarde, in quanto da esse eletti a suffragio universale.

Lo stesso criterio dovrebbe essere seguito per l'esame delle questioni relative all'autonomia del Trentino e della Val d'Aosta. Quest'ultima zona ha già un suo statuto, ma è chiaro che questo dovrà essere coordinato con le disposizioni della nuova Costituzione dello Stato.

Nobile trova strano che si parli di statuti speciali per la Sicilia e per la Sardegna, come se già fosse accettato da tutti il principio delle autonomie regionali. Questo problema invece non è stato ancora dibattuto e risolto dalla Sottocommissione. Comunque non possono essere accomunate le italianissime popolazioni della Sardegna e della Sicilia con quelle mistilingui dell'Alto Adige e della Val d'Aosta.

È del parere pertanto che si debba innanzitutto portare a termine l'esame della questione delle autonomie regionali e che soltanto dopo una decisione in proposito potrà essere presa in considerazione l'opportunità o meno di dare uno Statuto speciale alla Sicilia e alla Sardegna.

Ambrosini ricorda che lo Statuto per la Sicilia è stato emanato con provvedimento legislativo e precisamente col decreto legislativo luogotenenziale 15 maggio 1946, e che quindi ha valore di legge. Dissente perciò decisamente dall'opinione espressa dal precedente oratore, giacché non può esservi dubbio che lo Statuto in questione è già entrato a far parte del diritto positivo italiano. Rileva che l'articolo unico del suddetto decreto legislativo, che approva lo Statuto, dispone che esso dovrà essere sottoposto alla Costituente per essere coordinato con la nuova Carta costituzionale, ma che ciò non esclude che debba per intanto essere attuato, cominciandosi con l'elezione di quell'Assemblea regionale, la quale potrà, con la dovuta autorità e responsabilità, riesaminare le singole norme dello Statuto e proporre essa stessa alla Costituente gli emendamenti che credesse opportuni per il previsto coordinamento con la nuova Costituzione.

Passando a riguardare la questione dal punto di vista politico, richiama i precedenti lontani e vicini, e specialmente gli impegni tassativi assunti di fronte alla popolazione siciliana dai vari governi succedutisi dopo la liberazione di Roma, le sollecitazioni rivolte dal Presidente Parri e poi dal Presidente De Gasperi all'Alto Commissario ed alla Consulta della Sicilia per l'elaborazione di un progetto di Statuto regionale, la presentazione al Governo di tale progetto e la sua approvazione con provvedimento legislativo in seguito all'esame e al voto favorevole della Consulta Nazionale. Rileva che non si può, per ragioni intuitive, tornare indietro, e prega pertanto i colleghi di considerare fin da ora con la dovuta comprensione la situazione e lo stato d'animo particolare della popolazione siciliana.

Patricolo fa presente che lo Statuto per la Sicilia non è stato accolto con molto favore dalle popolazioni dell'Isola, perché è stato emanato poco democraticamente, senza adeguati studi preparatori e dopo troppo breve elaborazione. Richiamandosi a quanto è stato proposto dall'onorevole Lussu per la Sardegna, ritiene che sarebbe opportuno interpellare la volontà del popolo siciliano per mezzo dei suoi rappresentanti all'Assemblea Costituente. Ciò anche per aggiornare le disposizioni dello Statuto alle ultime necessità del momento e al pensiero politico del popolo siciliano. In questo campo, come giustamente ha affermato l'onorevole Ambrosini, non è possibile tornare indietro; occorre, anzi, fare qualche passo in avanti, rielaborando e possibilmente in qualche punto emendando quello Statuto.

È anche d'accordo con gli onorevoli Lussu e Ambrosini sulla opportunità di fissare prima i principî generali sulle autonomie regionali per procedere in un secondo momento al coordinamento fra tali principî e le autonomie particolari.

Fuschini fa presente, secondo quanto ha già osservato l'onorevole Ambrosini, che la Sottocommissione non è in grado di compiere un'opera di coordinamento dello Statuto per la Sicilia con la nuova Costituzione dello Stato, né può affidare tale incarico ad un Comitato, perché appunto non ancora sono stati stabiliti i principî fondamentali in materia di autonomia regionale che dovranno essere inclusi nella Costituzione.

Dichiara poi di essere alquanto perplesso circa l'opportunità della proposta fatta dal Presidente, di invitare alcuni membri della prima e della terza Sottocommissione a far parte del Comitato di redazione. Il Presidente della Commissione ha trasmesso il testo dello Statuto per la Sicilia al Presidente della Sottocommissione, perché esso appunto ha attinenza con uno dei problemi a questa affidati.

Ritiene quindi che la Sottocommissione debba soprassedere all'esame dello Statuto per la Sicilia fino a quando il Comitato di redazione non avrà ultimato i suoi lavori.

Il Presidente Terracini ricorda che il progetto per lo Statuto della Sicilia fu elaborato dalla Consulta siciliana e da questa trasmesso al Governo, il quale lo presentò alla Consulta Nazionale, che espresse in merito alcuni determinati pareri. Il Governo ultimamente, con apposito provvedimento legislativo, ha dato vigore di legge allo Statuto per la Sicilia, disponendo che esso debba essere coordinato con la nuova Costituzione dello Stato. Lo Statuto così è stato trasmesso alla Costituente e il Presidente dell'Assemblea lo ha inviato alla Commissione per la Costituzione, che ha deciso di affidare l'incarico di studiare il coordinamento tra lo Statuto stesso e la futura Costituzione dello Stato alla seconda Sottocommissione.

Dopo le osservazioni fatte da alcuni oratori, ritiene che meriti maggiore considerazione la proposta di soprassedere all'opera di coordinamento fino a quando sarà ultimata da parte del Comitato di redazione, l'elaborazione del progetto sulla autonomia regionale.

Mette quindi ai voti la seguente proposta:

«La seconda Sottocommissione affida al Comitato che sta elaborando il progetto sulla autonomia regionale l'esame dello Statuto siciliano, affinché esso provveda a tempo opportuno ad assolvere il compito di cui la Sottocommissione stessa è stata incaricata».

(È approvata).

Laconi richiama nuovamente la questione dello Statuto della regione sarda.

Il Presidente Terracini osserva che la Sottocommissione non è ancora stata investita ufficialmente delle questione accennata dall'onorevole Laconi. Sta quindi ai deputati sardi sollecitare una decisione in merito alla formulazione di un progetto di Statuto per la Sardegna.

Lussu avverte che in Sardegna l'esigenza autonomistica è stata sempre profondamente sentita, forse più che in Sicilia. Se non ancora è stato presentato uno Statuto per la Sardegna, così come è avvenuto per la Sicilia, ciò è da attribuirsi a molteplici cause che per ora non è il caso di enumerare. Prospetta frattanto l'opportunità di annunciare alla stampa che l'esame dello Statuto per la Sicilia verrà fatto insieme a quello dello Statuto per la Sardegna.

Piccioni domanda da quale organo dovrà essere preparato lo Statuto sardo.

Lussu dichiara di aver trasmesso ai componenti il Comitato per le autonomie regionali un progetto di partito in merito alla questione dell'autonomia sarda. Naturalmente è ben lontano dal pensare che tale progetto possa essere accettato integralmente.

Torna ad osservare frattanto che i rappresentanti della Sardegna all'Assemblea Costituente sono quelli che oggi hanno piena potestà di esprimere il pensiero della popolazione sarda sulla questione dell'autonomia dell'Isola.

In ogni modo ripete che, da un punto di vista politico, sarebbe opportuno che in occasione dell'annuncio della discussione del progetto per l'autonomia della Sicilia, si desse anche quello dell'esame dello Statuto autonomistico per la Sardegna.

Conti condivide le osservazioni fatte dall'onorevole Lussu e crede che sarebbe opportuno annunciare che la Sottocommissione, mentre procede all'esame e al coordinamento dello Statuto siciliano, intende anche passare allo studio di un progetto di Costituzione sarda. È opportuno infatti che l'iniziativa per la formulazione di tale progetto sia presa dalla stessa Sottocommissione.

Il Presidente Terracini osserva che la Sottocommissione ha avuto una speciale delega per redigere il testo della Costituzione dello Stato, mentre nessuna investitura essa ha avuto per elaborare un progetti di Statuto della Sardegna. Se la Sottocommissione avesse i poteri che l'onorevole Conti intende attribuirle, qualsiasi regione potrebbe chiederle un progetto di Statuto.

Zuccarini ritiene che non ci si debba occupare di progetti particolari finché è in elaborazione il progetto per le autonomie regionali. Soltanto quando questo sarà pronto, il Comitato di redazione potrà prendere in esame lo Statuto siciliano e gli altri Statuti eventualmente proposti.

Conti non può condividere l'opinione del Presidente. Ritiene che la Sottocommissione non abbia bisogno di una speciale investitura per esaminare e risolvere un determinato problema. In ogni modo, la richiesta dell'onorevole Lussu è assai semplice: si tratta soltanto di annunciare alla stampa, per ragioni di opportunità politica, che la Sottocommissione, mentre passa all'esame dello Statuto siciliano, intende anche occuparsi della questione dello statuto per la Sardegna.

Il Presidente Terracini avverte che non sono trasmessi comunicati ufficiali alla stampa. Di solito i giornalisti sono informati privatamente delle decisioni prese in seno alla Sottocommissione e tali informazioni non ufficiali, per ovvie ragioni di opportunità, non possono riferirsi che ai lavori eseguiti dalla Sottocommissione. Ora, se egli dovesse dare qualche informazione sulla seduta odierna, comunicherebbe che si è parlato soltanto del modo in cui esaminare lo Statuto siciliano, ma non potrebbe aggiungere altro perché la Sottocommissione non ha preso altra decisione.

Piccioni ritiene che non sia opportuna la richiesta di investire la Sottocommissione del problema relativo alla formulazione di un progetto di Statuto per la Sardegna. A suo avviso, occorre attendere che sia elaborato lo Statuto generale delle regioni. Se questo poi non dovesse soddisfare le esigenze di alcune regioni, soltanto allora potrebbe sorgere il problema di dare a queste appositi statuti. Certi apriorismi in questo campo possono essere pericolosi oltreché dannosi, perché vengono a svalutare il nuovo ordinamento regionale dello Stato. I diversi interessati quindi, prima di esigere statuti particolari per determinate regioni, farebbero bene ad attendere che sia ultimata l'elaborazione del progetto generale dell'Ente regionale.

Lussu dichiara che, a suo avviso, anche in comunicazioni non ufficiali alla stampa sarebbe arbitrario parlare soltanto dell'esame, da parte della Sottocommissione, dello statuto per l'autonomia della Sicilia. E ciò perché nell'ordine del giorno, già approvato, dell'onorevole Piccioni, e nell'articolo 2 del progetto del Comitato per le autonomie regionali, si fa riferimento non solo alla Sicilia, ma anche alla Sardegna, alla Val d'Aosta, all'Alto Adige e al Trentino. Pertanto la Sottocommissione, se affronta il problema dell'autonomia siciliana, è tenuta anche ad affrontare quello dell'autonomia sarda. Insiste quindi, per evitare il sorgere di giustificabili risentimenti, che sia data comunicazione che la Sottocommissione passerà anche allo studio, in occasione dell'esame dello Statuto siciliano, dell'autonomia della Sardegna, della Val d'Aosta, dell'Alto Adige e del Trentino.

Il Presidente Terracini osserva che tutti gli italiani che leggono i giornali presumibilmente sono già informati che la Sottocommissione ha posto sullo stesso piano l'autonomia della Sicilia, della Sardegna, della Val d'Aosta, del Trentino e dell'Alto Adige, in quanto la stampa ha già dato notizia, non solo dell'ordine del giorno dell'onorevole Piccioni, ma anche dei lavori della Sottocommissione. Non crede quindi che, qualora venga comunicato che la Sottocommissione è stata investita dall'Assemblea Costituente dell'esame dello Statuto per l'autonomia siciliana, possa nascere la preoccupazione che essa non voglia occuparsi anche dell'autonomia sarda, qualora le sia posto questo problema in seguito all'iniziativa di qualche interessato.

Dichiara chiusa la discussione su questo argomento.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti