[24 gennaio 1947, Commissione per la Costituzione. Seduta plenaria. — Esame degli articoli delle disposizioni generali del progetto di Costituzione.]

Il Presidente Ruini. [...] Proseguendo nella discussione sul primo articolo, riepiloga le ragioni che hanno indotto il Comitato di redazione a stabilire la formulazione proposta.

Il Comitato di redazione ha riscontrato che il testo approvato dalla prima Sottocommissione presentava notevoli pregi. Sono stati però sollevati alcuni dubbi, soprattutto di forma, poi riconosciuti fondati dalle varie parti. Si è, per esempio, riconosciuto opportuno dire nel primo comma, «L'Italia» invece di «Lo Stato italiano» adottando perciò la formula: «L'Italia è Repubblica democratica», in quanto dicendo «Stato italiano» l'idea della Repubblica era già compresa. Avverte in proposito che il Comitato di redazione ha ritenuto opportuno che si parli sempre di Repubblica, in modo che questa parola rimanga come espressione generale in sostituzione di «Stato italiano».

Targetti direbbe meglio, nel primo comma, «L'Italia è una Repubblica».

Il Presidente Ruini fa presente che le questioni puramente letterarie potranno essere rinviate ad una successiva definizione.

Il secondo comma era stato proposto dalla prima Sottocommissione nei seguenti termini:

«Essa ha per suo fondamento il lavoro e la partecipazione concreta di tutti i lavoratori all'organizzazione economica, sociale e politica del Paese».

Nel Comitato di redazione, però, si è ritenuto opportuno dire che il lavoro è il fondamento dell'organizzazione politica, economica e sociale della Repubblica e non che lo Stato italiano ha per fondamento il lavoro. È una questione di forma, che però ha un certo valore.

Nel secondo articolo, poi, il testo della prima Sottocommissione diceva:

«La sovranità dello Stato si esplica nei limiti dell'ordinamento giuridico formato dalla presente Costituzione e dalle altre leggi ad essa conformi».

È sembrato al Comitato di redazione che il richiamo alla sovranità dello Stato potesse dar luogo ad equivoci ed essere interpretata nel senso fascista, per cui tutto deriva dallo Stato. È stata quindi adottata l'espressione «La sovranità emana dal popolo», esprimente un concetto che è alla base di tutte le Costituzioni.

Riguardo all'ultima parte del secondo articolo della Sottocommissione: «Tutti i poteri emanano dal popolo che li esercita direttamente o mediante rappresentanti da esso eletti», è sembrato che questo concetto fosse compreso già nell'altro: «La sovranità emana dal popolo».

D'altra parte, si è ritenuto necessario fare anche riferimento alle leggi, cosicché l'articolo adottato dal Comitato di redazione, ha avuto la seguente formulazione comprensiva dei concetti accennati, espressi nei due articoli della prima Sottocommissione:

«L'Italia è Repubblica democratica.

«La sua sovranità emana dal popolo e si esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione e delle leggi.

«Il lavoro è l'essenziale fondamento dell'organizzazione politica, economica e sociale della Repubblica italiana».

Personalmente, non avrebbe difficoltà ad adottare anche la formula «Repubblica dei lavoratori»; osserva però che essa, essendo usata nelle Costituzioni russa e jugoslava, si riferisce ad una forma particolare, che non è propria dell'Italia. Comunque, la Commissione ha già deciso in merito.

Fabbri ricorda che nella seduta di mercoledì, dopo l'approvazione del primo comma, si era passati a discutere sul secondo. Qualche Commissario aveva proposto di tornare al testo originario della prima Sottocommissione. In questa ipotesi, egli aveva proposto di sostituire la parola «cittadini» alla parola «lavoratori».

Non essendo stato deciso se debba rimanere il testo del Comitato di redazione o quello della prima Sottocommissione, la questione è ancora impregiudicata.

Il Presidente Ruini fa presente la necessità di non soffermarsi troppo sulle questioni formali, aggiungendo che nel Comitato di redazione si era rimasti d'accordo di trovare una formula che esprimesse in breve i concetti della sovranità popolare e del lavoro come base della organizzazione dello Stato, fondendo i due articoli proposti dalla prima Sottocommissione.

Lussu precisa che la sua proposta era di adottare come secondo comma il testo proposto dalla prima Sottocommissione: «Essa ha per suo fondamento il lavoro e la partecipazione concreta di tutti i lavoratori alla organizzazione economica, sociale e politica del Paese», e come terzo comma il secondo proposto dal Comitato di redazione e cioè:

«La sua sovranità emana dal popolo e si esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione e delle leggi».

Aveva proposto infine la soppressione dell'ultimo comma del testo del Comitato e dell'articolo 2 proposto dalla Sottocommissione.

L'onorevole Tosato, a sua volta, proponeva dopo il comma: «L'Italia è Repubblica democratica» di ripristinare gli articoli 1 e 2 proposti dalla Sottocommissione.

A questo punto la discussione è stata sospesa.

Il Presidente Ruini sottopone alla Commissione la proposta dell'onorevole Lussu, salvo la formulazione del comma, che potrebbe essere: «L'organizzazione economica, politica e sociale della Repubblica ha per fondamento il lavoro e la partecipazione concreta di tutti i lavoratori».

Togliatti sottolinea la necessità di tener conto della sostanza, evitando che, con il pretesto della forma, la Commissione sia messa continuamente di fronte a nuove formulazioni, ognuna differente dalle altre.

Vi sarà poi un Comitato che curerà la forma.

Il Presidente Ruini osserva che la questione si riduce a decidere se deve essere prima espresso il riferimento al lavoro o quello alla sovranità popolare.

Ricorda che al Comitato di redazione è parso che storicamente, poiché la sovranità popolare è base dell'ordinamento di tutte le Repubbliche democratiche, questo concetto dovesse andar prima; e dovesse accentuarsi dopo, il concetto del lavoro.

Togliatti ricorda che nella prima Sottocommissione, dopo lungo dibattito, essendo stata respinta la formula «Repubblica di lavoratori» venne considerato opportuno aggiungere, immediatamente dopo la definizione di Repubblica democratica, la formula riferentesi al lavoro come fondamento dello Stato, ed in questo tutti si trovarono d'accordo dal momento che era stata respinta la formula precedente.

In ciò sta il motivo della connessione fra il primo ed il secondo comma.

Il Presidente Ruini risponde all'onorevole Togliatti che il Comitato di redazione si inspirò invece al concetto che la sovranità popolare è la base fondamentale della Repubblica, e che la qualificazione del lavoro dovesse essere aggiunta dopo, per dare un tono particolare alla Repubblica italiana.

Fanfani è d'avviso che la novità nella Costituzione non sia tanto il concetto della sovranità che risiede nel popolo, quanto la caratterizzazione della Repubblica con il suo fondamento sul lavoro. Insiste quindi perché si torni al testo della prima Sottocommissione, con qualche eventuale modifica.

Il Presidente Ruini, riassumendo le varie proposte presentate, rileva che il testo dell'articolo potrebbe essere il seguente:

«L'Italia è Repubblica democratica. Essa ha per fondamento il lavoro e la partecipazione concreta di tutti i lavoratori alla organizzazione politica, economica e sociale del Paese. La sovranità emana dal popolo e si esercita nella forma e nei limiti della Costituzione e delle leggi».

Conti osserva che l'aggettivo «concreta» è inutile.

Il Presidente Ruini fa presente che esso potrebbe essere sostituito con «effettiva».

Rimane in sospeso l'emendamento Fabbri il quale propone di sostituire la parola «cittadini» alla parola «lavoratori».

Fabbri non ha nessuna difficoltà ad ammettere che il fondamento dello Stato è il lavoro, e la necessità del suo emendamento non sarebbe sorta se fosse rimasto il testo proposto dal Comitato di redazione, secondo il quale il lavoro è l'essenziale fondamento dell'organizzazione dello Stato. Quando invece si viene a parlare dei soggetti dell'organizzazione economica, sociale e politica, questi non possono essere soltanto i lavoratori, ma sono tutti i cittadini. Quando si tratta di andare sotto le armi, o di pagare le imposte, il manifesto si rivolge ai cittadini; quando il lavoratore va a riposo o l'impiegato in pensione, non perde la qualità e non deve perdere i diritti del cittadino.

La Repubblica democratica deve — a suo avviso — comprendere l'universalità dei cittadini; l'emendamento proposto risponde appunto alla necessità di affermare questo principio.

Dominedò preferisce l'espressione «cittadini» a quella «lavoratori», perché meglio rispondente all'esigenza di affermare una concezione solidarista in luogo di quella classista.

Il Presidente Ruini pone ai voti per alzata di mano l'emendamento dell'onorevole Fabbri.

(Segue la votazione per alzata di mano).

Fabbri domanda la votazione per appello nominale.

Il Presidente Ruini osserva all'onorevole Fabbri che poiché si è già in votazione, la sua richiesta non può essere accolta.

Constata che l'emendamento Fabbri è respinto avendo avuto parità di voti favorevoli e contrari.

Pone ai voti l'articolo 1 nel seguente testo definitivo:

«L'Italia è Repubblica democratica. Essa ha per fondamento il lavoro e la partecipazione effettiva di tutti i lavoratori alla organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

La sovranità emana dal popolo e si esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione e delle leggi».

(È approvato).

Perassi si riserva di proporre, in altra sede, la dizione «nei limiti della Costituzione e delle altre leggi ad essa conformi» come era nel testo della prima Sottocommissione.

 

PrecedenteSuccessiva

Home

 

 

A cura di Fabrizio Calzaretti