[Il 13 novembre 1946 la seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione sulle autonomie locali.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Zuccarini. [...] Un'altra sua preoccupazione nella redazione del suo progetto era quella d'inquadrare le autonomie della Sicilia, Sardegna, Val d'Aosta e Trentino-Alto Adige nel sistema generale. A suo avviso gli statuti di queste Regioni non debbono costituire una cosa a sé, giacché così si dividerebbe davvero l'Italia in due, anzi in più sistemi costituzionali. Il dare a certe Regioni quello che poi si negherà ad altre non rappresenta certamente un contributo alla unità ed alla solidità dell'ordinamento politico. Sarà invece un indebolimento. Significherà introdurre nell'interno dello Stato un seme di disgregazione e di contrasti avvenire.

Aggiunge che, per questa preoccupazione unitaria, nel suo progetto ha considerato le minoranze etniche. Crede infatti che anche nei loro riguardi occorra dire una parola, per modo che la Costituzione diventi un insieme di norme eguali per tutto il Paese, rispondenti anche alle esigenze di libertà e di autonomia delle minoranze che resteranno entro i nostri confini.

Bisogna risolvere questo problema delle minoranze non già con leggi particolari diverse da una zona all'altra, ma in linea generale per tutte le Regioni e per tutte le situazioni; per quelle che ci sono e per quelle che ci potranno essere. Si darà in tal modo, anche di fronte all'estero, la più ampia garanzia di un regime di libertà, di cui potranno godere i cittadini di altra nazionalità che domani dovessero rimanere inclusi nel territorio italiano. Si darà pure prova di obiettività e di giustizia, in quanto non si faranno eccezioni per determinate popolazioni, ma si sanciranno nella Costituzione principî identici per tutti i cittadini, qualunque sia la loro origine, la loro lingua, la loro provenienza.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti