[L'11 aprile 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue l'esame degli emendamenti agli articoli del Titolo primo della Parte prima del progetto di Costituzione: «Rapporti civili».]

Presidente Terracini. L'ordine del giorno reca: «Seguito della discussione sul progetto di Costituzione della Repubblica italiana».

La discussione e lo svolgimento degli emendamenti all'articolo 11, si sono conclusi nella seduta antimeridiana. Dobbiamo ora procedere alle votazioni.

Al primo comma dell'articolo, l'onorevole Patricolo ha proposto di sopprimere la seconda parte, ed ha chiesto che si proceda alla votazione per divisione di questo primo comma.

Pertanto, pongo in votazione la prima parte del primo comma:

«La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge».

(È approvata).

Il testo della Commissione aggiunge:

«in conformità delle norme e dei trattati internazionali».

L'onorevole Patricolo ha già proposto la soppressione di questa seconda parte del comma.

Pongo ai voti questa proposta di soppressione.

(Non è approvata).

Pongo ai voti la seconda parte del primo comma:

«in conformità delle norme e dei trattati internazionali».

(È approvata).

Al secondo comma sono stati presentati emendamenti dall'onorevole Ravagnan ed altri; dall'onorevole Basso ed altre dall'onorevole Patricolo. Avverto, poi, che gli onorevoli Treves, Bulloni e Cappi, che avevano presentato emendamenti per loro conto, li hanno sostituiti con il seguente, accettato dalla Commissione:

«Lo straniero, al quale sia impedito l'effettivo esercizio dei diritti derivanti dalle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica italiana».

Chiedo intanto all'onorevole Nobile se insiste ancora nel suo emendamento.

Nobile. Non insisto.

Presidente Terracini. Di questi emendamenti si allontana di più dal testo della Commissione quello presentato dagli onorevoli Ravagnan, Laconi e Grieco. Esso ha, d'altra parte, un carattere più ampio degli altri emendamenti. Mentre, infatti, negli altri si fa richiamo espresso ai diritti di libertà garantiti dalla Costituzione, nell'emendamento Ravagnan è soppresso ogni richiamo alla Costituzione italiana.

Esso è del seguente tenore:

«Lo straniero perseguitato per avere difeso i diritti della libertà e del lavoro ha diritto di asilo nel territorio italiano».

Maffi. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Maffi. Tengo a dichiarare che voterò per l'emendamento Ravagnan, perché sono d'avviso che esso significhi e riproduca nella forma più completa il testo stesso della Commissione, poiché la Costituzione della Repubblica italiana è la Costituzione di una Repubblica «fondata sulla libertà e sul lavoro», (come è detto nella formula ormai adottata per la nostra Costituzione). Il diritto di asilo che ha ogni straniero perseguitato per aver difeso i diritti della libertà e del lavoro, equivale all'espressione usata dalla Commissione; ma si espone in una forma immensamente più esatta, più conforme al concetto fondamentale espresso nel testo della Commissione stessa.

Non solo; la formula dell'emendamento proposto dal compagno Ravagnan ha, per conto mio, un grande vantaggio, quello di liberare il nostro Paese dalle immigrazioni indesiderabili.

Badate che la perorazione e la contro-orazione Ravagnan da una parte e Tonello dall'altra hanno forse peccato per una eccessiva asprezza di tono.

Tupini, Presidente della prima Sottocommissione. È sempre dolce l'onorevole Tonello! (Si ride).

Maffi. Ci sono sostanze dolci che allo stomaco possono sembrare irritanti: sentiremo cosa pensa delle dichiarazioni Tonello lo stomaco svizzero. Ma questo è un particolare. Dicevo che l'onorevole Ravagnan e l'onorevole Tonello hanno posto in evidenza i gravi pericoli costituiti per lo Stato dall'avere ospiti indesiderati, che rappresentano elementi di conflitto nella vita della Nazione, e che dobbiamo cercare di eliminare.

Per queste ragioni, allo scopo di eliminare l'arrivo in Italia di elementi che siano contrari ai concetti della libertà e dei diritti del lavoro, voterò per l'emendamento Ravagnan.

Chiostergi. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Chiostergi. Durante lunghissimi anni sono stato ospite della libera Elvezia, e non ho personalmente che da lodare l'atteggiamento tenuto verso di me dalle autorità e dalla popolazione. Però ho potuto constatare, a più riprese, quando ho dovuto occuparmi di espulsioni di miei connazionali, che c'era in Svizzera, come in altri Paesi, una tendenza ad interpretare il diritto di asilo non come un diritto dello straniero, ma come un diritto dello Stato verso gli altri Stati, il che permetteva, in realtà, di sopprimere nel fatto il diritto di asilo.

Per questa ragione, e solo per questa ragione, voterò l'emendamento Ravagnan, perché mi pare sia quello che giustifica meglio di ogni altro il diritto del singolo al diritto di asilo, senza trasferirne il riconoscimento ad uno Stato nei confronti di altri Stati.

Tonello. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Tonello. È bene che io precisi il mio concetto, forse non chiaramente espresso stamane.

Io dissi che quasi tutti gli Stati che hanno nelle loro Costituzioni il diritto di asilo, in pratica non lo realizzano, sicché il diritto di asilo diviene una menzogna.

Fortunato il collega che ha parlato, il quale, da buon figliuolo, non ha avuto noie, ma vicino a lui c'è l'onorevole Rodolfo Pacciardi. Ora, se noi abbiamo combattuto contro il fascismo nella Svizzera, se abbiamo dato dei fastidi alla Svizzera, ciò è dovuto al fatto che Motta era un noto fascista. (Interruzioni Commenti).

Presidente Terracini. Onorevole Tonello, la prego di considerare che siamo in tema di discussione sulla nostra Costituzione, e che non è questa la sede per esprimere giudizi sopra Paesi che hanno sempre dimostrato la loro amicizia verso la nostra Nazione. (Vivi applausi).

Tonello. Anch'io posso gridare «Viva la Svizzera!», perché se vado in Svizzera ho molti amici, anche tra quelli che sono nelle vostre file. Io combattevo il fascismo in Svizzera, perché dovevamo difenderci contro tutte le spie che il fascismo aveva sparse anche in quel Paese.

Ora, non voglio che si creda che in Svizzera io sia stato un rompicollo ed abbia voluto dare fastidio ad un Paese che mi dava ospitalità. Ho semplicemente scritto una poesia contro Dolfuss e il Papa che avevano fatto perire la Repubblica austriaca. (Proteste Rumori al centro).

Tupini, Presidente della prima Sottocommissione. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Tupini, Presidente della prima Sottocommissione. Dichiaro che la Commissione, alla quasi unanimità, è contraria all'emendamento Ravagnan.

Andreotti. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Andreotti. Questa mattina ho presentato una richiesta di votazione per appello nominale sull'emendamento dell'onorevole Treves. Analoga richiesta presento ora per la votazione nell'emendamento Ravagnan. Essa porta le firme anche degli onorevoli Orlando Camillo, Cremaschi, Quintieri Adolfo, Tambroni, Leone Giovanni, Valenti, Dominedò, Maffioli, Tosi, De Palma, Zerbi, Bubbio, Marazza e Castelli Avolio.

Presidente Terracini. Mi consentano i colleghi di far presente una considerazione che può valere per valutare pienamente le conseguenze eventuali della richiesta, di votazione nominale. Nella ipotesi che l'Assemblea non risulti in numero legale quando si procederà all'appello nominale, si verrebbe ad immobilizzare per 24 ore il nostro lavoro, a termini del Regolamento.

Se l'Assemblea non è in numero, il Regolamento prescrive, infatti, che il Presidente possa rinviare la seduta ad altra ora dello stesso giorno, con un intervallo di tempo non minore di un'ora, oppure scioglierla. In quest'ultimo caso l'Assemblea s'intende convocata per il prossimo giorno non festivo all'ora medesima del giorno prima, il che significherebbe domani alle ore 17,30.

Se i presentatori della richiesta di appello nominale ritengono che abbiamo molto tempo a disposizione per i nostri lavori, oppure ritengono che la votazione abbia una tale importanza da giustificare la loro richiesta, io darò ad essa senz'altro corso.

Andreotti. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Andreotti. Io insisterei nella richiesta di votazione per appello nominale, — anche perché mi pare che sia veramente deplorevole il fatto che numerosi nostri colleghi non sono presenti alle sedute dell'Assemblea. D'altra parte, non mi sembra serio votare articoli della Costituzione, che sono tutti importanti, con la presenza nell'Aula di non più di un quinto dei membri dell'Assemblea Costituente.

Presidente Terracini. Desidero far presente all'onorevole Andreotti che nessuno più di me è già intervenuto, e più d'una volta, per lamentare questo spiacevole assenteismo dei membri della nostra Assemblea. Mi sembra, però, che vi siano due fatti da tener separati: l'assenza di molti dei membri di questa Assemblea e la necessità che l'Assemblea svolga i suoi lavori. Ed io ritengo che sarebbe una doppia responsabilità quella che ci assumeremmo, se, oltre a dover constatare l'assenza di tanti colleghi dalle sedute, non giungessimo a terminare il nostro lavoro entro il tempo che la legge ha stabilito. (Commenti).

Io sono contento di constatare che nessuno pensa alla possibilità di non tener fede al termine stabilito. D'altra parte, non ritengo che facilitiamo il nostro lavoro se ci obbligheremo per 24 ore a restare inattivi.

Comunque, poiché la domanda è mantenuta, passerò senz'altro alla votazione per appello nominale.

Tupini, Presidente della prima Sottocommissione. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Tupini, Presidente della prima Sottocommissione. L'Assemblea ha già sottolineato in modo abbastanza eloquente la proposta dell'onorevole Andreotti, con la quale egli ha inteso di deplorare l'assenteismo dei nostri colleghi, che il 2 giugno furono eletti essenzialmente, se non esclusivamente, per fare la Costituzione dello Stato. Poiché siamo tutti consenzienti con lo spirito della proposta e con il fine cui essa tende, mi associo all'onorevole Presidente nell'invito all'onorevole Andreotti a voler recedere dalla richiesta di appello nominale.

Valga questa presa di posizione dell'Assemblea a deplorare l'assenteismo dei colleghi che non sono presenti, e ad invocare il loro intervento; e, soprattutto, a richiamare l'Ufficio di Presidenza alla constatazione di quelle assenze che, come tutti sanno, sono produttive di qualche conseguenza.

Presidente Terracini. L'onorevole Tupini sa che l'Ufficio di Presidenza si è già posto il problema, ed io credo che l'appello dell'onorevole Tupini voglia significare che egli ritiene giunto il tempo — e tutti noi lo riteniamo, con lui — di passare a delle forme di controllo le quali significhino che la fiducia che si poteva in precedenza porre sullo spirito di diligenza dei nostri colleghi può forse cominciare ad attenuarsi.

Di questo parleremo nella prossima seduta dell'Ufficio di Presidenza.

Per ora, prego l'onorevole Andreotti di rispondere all'appello rivoltogli dall'onorevole Tupini.

Andreotti. Mi dispiace di non poter aderire (Rumori Interruzioni) all'appello che viene sia dal Presidente dell'Assemblea, sia dall'onorevole Tupini, ma ritengo che per le ragioni sostanziali che ho detto prima, forse ai colleghi che non sono intervenuti, pur potendo intervenire, sia alla seduta di stamane che a questa, può giungere, come un richiamo efficace quello di una constatazione fatta attraverso un appello nominale della loro assenza formale da questa seduta. L'onorevole Presidente può, avvalendosi del Regolamento, stabilire che la seduta possa riprendersi fra un'ora. Noi faremo il possibile affinché un certo numero di Deputati, che sono in Roma e che potrebbero venire alla seduta, siano presenti fra un'ora. Se ciò non avvenisse, l'onorevole Presidente potrebbe rinviare la seduta a domani. In questa maniera noi potremmo avere forse una partecipazione che renda, mi pare, degna l'adesione ad una formula o all'altra degli articoli che stiamo votando.

Conti. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Conti. Ho chiesto la parola per rilevare che la proposta dall'onorevole Andreotti non può essere accolta. Se egli si fosse limitato a chiedere la votazione per appello nominale per stabilire una maggioranza e una minoranza sul testo dell'emendamento del collega Ravagnan, egli avrebbe perfettamente ragione e non gli si potrebbe opporre nessun diniego. Ma l'onorevole Andreotti ha spiegato qual è lo scopo: egli ha richiesto l'appello nominale per constatare l'assenteismo dei nostri colleghi. Ora, è evidente che per questo scopo non può essere indetta la votazione per appello nominale. Io chiedo al Presidente di respingere la domanda.

Presidente Terracini. Onorevole Conti, le faccio presente, per spiegarle le ragioni per le quali, nonostante le sue osservazioni, nel merito comprensibili, dispongo di passare all'appello nominale, che ogni membro dell'Assemblea, quando riesca a trovare nove colleghi che concordino con lui, può chiedere la constatazione del numero legale, in occasione di ogni votazione che si debba eseguire; e ciò può giovare a sottolineare il numero degli assenti. Dato ciò, la richiesta dell'onorevole Andreotti avrà seguito. (Interruzione dell'onorevole Conti).

Si dà inizio all'appello nominale sull'emendamento proposto dagli onorevoli Ravagnan, Laconi e Grieco così formulato:

«Sostituire il secondo comma col seguente:

«Lo straniero perseguitato per aver difeso i diritti della libertà e del lavoro ha diritto di asilo nel territorio italiano».

Estraggo a sorte il nome del Deputato dal quale comincerà la chiama.

(Esegue il sorteggio).

Comincerà dall'onorevole Cappa.

Si faccia la chiama.

Riccio, Segretario, fa la chiama.

Rispondono sì:

Alberganti, Allegato, Amadei, Amendola, Assennato.

Baldassari, Barbareschi, Bardini, Barontini Anelito, Barontini Ilio, Bellusci, Bianchi Bruno, Bibolotti, Bitossi, Bonomelli, Buffoni Francesco.

Caldera, Camangi, Carmagnola, Cavallari, Cerretti, Cevolotto, Chiostergi, Cianca, Conti, Corbi, Costa, Costantini, Cremaschi Olindo.

Della Seta, De Michelis Paolo, Di Vittorio, D'Onofrio.

Facchinetti, Fantuzzi, Farina Giovanni, Farini Carlo, Ferrari Giacomo, Flecchia, Fogagnolo, Fornara.

Gervasi, Ghidetti, Giua, Grazi Enrico, Grieco, Gullo Fausto.

Imperiale, Iotti Nilde.

Jacometti.

Laconi, La Malfa, Landi, La Rocca, Lizzadri, Lombardi Carlo, Longo, Lopardi, Lozza.

Macrelli, Maffi, Magnani, Magrini, Malagugini, Maltagliati, Mancini, Marchesi, Mariani Francesco, Massini, Massola, Mattei Teresa, Merighi, Merlin Angelina, Modigliani, Moranino, Moscatelli, Musolino.

Negro, Nobile Umberto, Nobili Oro, Noce Teresa.

Pacciardi, Paolucci, Paris, Pastore Raffaele, Pertini Sandro, Pieri Gino, Platone, Pressinotti, Preziosi, Priolo.

Ravagnan, Reale Eugenio, Ricci Giuseppe, Romita, Roveda, Ruggeri Luigi.

Schiavetti, Scoccimarro, Scotti Francesco, Secchia, Sereni, Silipo, Spallicci, Stampacchia.

Targetti, Tega, Tonello, Tonetti.

Vernocchi, Vischioni.

Zuccarini.

Rispondono no:

Andreotti, Angelucci, Arcaini.

Badini Confalonieri, Balduzzi, Bassano, Bastianetto, Belotti, Bencivenga, Benedetti, Bergamini, Bertini Giovanni, Bertola, Bertone, Bettiol, Biagioni, Bianchini Laura, Bocconi, Bonomi Ivanoe, Bosco Lucarelli, Bovetti, Bozzi, Braschi, Bubbio, Bulloni Pietro, Buonocore, Burato.

Cairo, Calosso, Campilli, Canevari, Cappa Paolo, Cappi Giuseppe, Cappugi, Capua, Carbonari, Carignani, Caroleo, Carratelli, Castelli Edgardo, Castelli Avolio, Chatrian, Chiaramello, Chieffi, Cifaldi, Coccia, Colitto, Colonna di Paliano, Conci Elisabetta, Condorelli, Coppa Ezio, Coppi Alessandro, Corbino, Corsanego, Corsini, Cremaschi Carlo.

De Caro Gerardo, De Falco, Del Curto, De Martino, De Michele Luigi, De Palma, De Unterrichter Maria, Di Fausto, Di Gloria, Dominedò.

Ermini.

Fabbri, Fabriani, Fanfani, Federici Maria, Ferrario Celestino, Firrao, Foresi, Franceschini, Fresa, Fusco.

Gabrieli, Garlato, Geuna, Ghidini, Giacchero, Giannini, Giordani, Gotelli Angela, Grassi, Grilli, Gronchi, Guariento, Guerrieri Filippo.

Jervolino.

Lazzati, Leone Giovanni, Lettieri, Lucifero.

Maffioli, Mannironi, Marazza, Marconi, Marina Mario, Marinaro, Marzarotto, Mastrojanni, Mazza, Merlin Umberto, Miccolis, Micheli, Montini, Morelli Luigi, Morelli Renato, Morini, Moro, Mortati, Murgia.

Nitti, Notarianni.

Orlando Camillo.

Paratore, Pastore Giulio, Patricolo, Pecorari, Pella, Perugi, Piccioni, Piemonte, Ponti, Proia.

Quintieri Adolfo, Quintieri Quinto.

Recca, Restagno, Riccio Stefano, Rivera, Rodi, Rognoni, Rossi Paolo, Rubilli, Ruggiero Carlo, Ruini.

Salizzoni, Sampietro, Sartor, Scalfaro, Scelba, Schiratti, Spataro, Stella, Storchi, Sullo Fiorentino.

Tambroni Armaroli, Taviani, Titomanlio Vittoria, Togni, Tosato, Tosi, Tozzi Condivi, Tremelloni, Treves, Tumminelli, Tupini, Turco.

Uberti.

Valenti, Valmarana, Venditti, Veroni, Vicentini, Vilardi.

Zerbi.

Si sono astenuti:

Binni, Bruni.

D'Aragona.

Lombardo Ivan Matteo.

Martino Enrico.

Perassi, Preti.

Zanardi.

Deputati in congedo:

Bucci, Cacciatore, Carpano Maglioli, D'Amico Michele, Fiore, Fuschini, Gavina, Li Causi, Mastino Pietro, Montalbano, Nenni, Orlando Vittorio Emanuele, Pallastrelli, Parri, Penna Ottavia, Selvaggi, Simonini, Saccenti, Togliatti.

Presidente Terracini. Dichiaro chiusa la votazione nominale e invito gli onorevoli Segretari a procedere alla numerazione dei voti.

(Gli onorevoli Segretari numerano i voti).

Comunico il risultato della votazione nominale:

Presenti e votanti............ 289
Maggioranza.............. 145
Hanno risposto ....... 112
Hanno risposto no..... 169
Astenuti......................... 8

(L'Assemblea non approva l'emendamento Ravagnan).

Dobbiamo ora procedere all'emendamento sostitutivo del secondo comma proposto dall'onorevole Basso ed altri.

Rossi Paolo. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Rossi Paolo. Dichiaro che voteremo contro, per la stessa ragione che ci ha indotti a votare contro l'emendamento Ravagnan: intendiamo votare l'emendamento Treves.

Presidente Terracini. Pongo in votazione l'emendamento proposto dall'onorevole Basso ed altri:

«Sostituire il secondo comma col seguente:

«Lo straniero, che sia perseguitato nel proprio paese per aver difeso i diritti della libertà e del lavoro garantiti dalla Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica».

(Non è approvato).

Pongo ora in votazione l'emendamento sostitutivo del secondo comma presentato dall'onorevole Patricolo ed altri:

«Lo straniero perseguitato nel proprio paese per azioni commesse in difesa delle libertà garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel territorio italiano».

(Non è approvato).

Pongo ora in votazione l'emendamento presentato dagli onorevoli Treves, Bulloni, e Cappi, che la Commissione ha dichiarato di accettare:

«Lo straniero, al quale sia impedito l'effettivo esercizio dei diritti derivanti dalle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica italiana».

(È approvato).

Pongo in votazione l'emendamento proposto dall'onorevole Perassi, fatto proprio dall'onorevole Conti e accettato dalla Commissione:

«Al secondo comma, aggiungere le parole: «nelle condizioni stabilite dalla legge».

(È approvato).

Dobbiamo ora procedere alla votazione dell'emendamento presentato dall'onorevole Corsanego:

«Dopo il secondo comma, aggiungere il seguente:

«Non è ammessa l'estradizione del cittadino, salvo che sia espressamente consentita da convenzioni internazionali».

La Commissione ha accettato l'emendamento ed ha proposto di sostituire alla parola: «convenzioni» l'altra: «trattati», e di trasferire il comma, se approvato, all'articolo 10.

L'onorevole Corsanego ha accettato la modificazione e la nuova collocazione.

Pongo in votazione l'emendamento così modificato.

(È approvato).

Si passa ora al terzo comma:

«Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.»

A questo comma sono stati presentati alcuni emendamenti. L'onorevole Corsanego ha proposto che dopo la parola: «estradizione» si aggiunga: «del cittadino e». Dopo l'approvazione della precedente proposta dello stesso onorevole Corsanego, questo emendamento si intende assorbito.

Vi è poi un emendamento proposto dagli onorevoli Bettiol, Leone Giovanni, Benvenuti:

«All'ultimo comma, aggiungere le parole: e in nessun caso quella del cittadino».

Poiché, in seguito alla votazione precedente, sono state trasferite all'articolo 10 tutte le disposizioni relative al cittadino, anche questo emendamento dovrebbe considerarsi assorbito.

Bettiol. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Bettiol. Mi pare vi sia un equivoco, perché il mio emendamento ha una sua logica ed un suo spirito ben precisi, e non consente in nessun caso l'estradizione del cittadino, mentre, con l'emendamento dell'onorevole Corsanego, questa estradizione è possibile.

Perassi. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Perassi. Mi pare che qui vi siano due questioni nettamente diverse. Vi è, cioè, la questione se si debba ammettere l'estradizione del cittadino o no: su questo punto l'Assemblea ha già votato l'emendamento dell'onorevole Corsanego, nel senso che essa non è ammessa, salvo che sia espressamente consentita nelle convenzioni internazionali. La seconda questione riguarda l'affermazione nella Costituzione del principio che in nessun caso è ammessa l'estradizione del cittadino per reati politici. Ora, siccome ciò è stato affermato per lo straniero nell'articolo 11, e siccome, in seguito all'emendamento votato, si è parlato dell'estradizione del cittadino nell'articolo 10, è evidentemente necessario che nell'articolo 10 si aggiunga che l'estradizione del cittadino in nessun caso è ammessa per reati politici.

Presidente Terracini. Lei ha parlato, onorevole Perassi, a nome proprio o della Commissione?

Perassi. A nome mio.

Tupini, Presidente della prima Sottocommissione. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Tupini, Presidente della prima Sottocommissione. Questa mattina la Commissione che ha esaminato la proposta, ha deciso, come ho risposto tanto all'onorevole Corsanego che all'onorevole Bettiol, di non accettare la proposta di emendamento dell'onorevole Bettiol.

Presidente Terracini. L'onorevole Perassi ha sottolineato che si tratta di due questioni diverse, per modo che la votazione avvenuta poco fa dell'emendamento Corsanego non esclude la possibilità della votazione dell'emendamento Bettiol.

Vi è poi la dichiarazione dell'onorevole Tupini, a tenore della quale, la Commissione, nel merito dell'emendamento Bettiol, si è dichiarata contraria, cioè la Commissione ritiene che non si possa affermare, in maniera assoluta, che non può concedersi la estradizione al cittadino in relazione ai reati di carattere politico.

Perassi. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Perassi. Se non mi inganno, la proposta dell'onorevole Bettiol era nel senso di escludere in via assoluta l'estradizione del cittadino. Era la riaffermazione del principio del Codice penale del 1889. L'Assemblea ha già votato, a maggioranza, a questo riguardo un emendamento nel senso di riprodurre nella Costituzione la disposizione dell'articolo 13 del Codice penale vigente, secondo la quale «non è ammessa l'estradizione del cittadino, salvo che sia espressamente consentita nelle convenzioni internazionali». Ma questa formula non dice nulla circa i reati politici. Conseguentemente, resterebbe aperta la possibilità che in una Convenzione internazionale venisse prevista anche la estradizione del cittadino per reato politico. Ora, a me pare che la Costituzione debba in maniera espressa escludere questa possibilità, ristabilendo un principio nettamente affermato nel Codice del 1889. Il Codice fascista lo aveva soppresso. Per fortuna, però, tutte le convenzioni internazionali che sono state stipulate, anche durante il regime fascista, hanno escluso l'estradizione per reato politico. Ora, essendosi stabilito nell'articolo 11 che lo straniero che si trova in Italia non potrà mai essere estradato per reato politico, mi pare che sia una necessità logica e politica che questo principio si affermi, anche e soprattutto, per il cittadino.

Siccome nell'articolo 10 è stata aggiunta quella disposizione, che è stata già votata, al fine di coordinare i due articoli, mi sembra necessario che nell'articolo 10, ossia nel comma votato si dica: «Non è ammessa l'estradizione del cittadino, salvo che sia espressamente consentita nelle convenzioni internazionali, ma in nessun caso per reato politico».

Corsanego. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Corsanego. Io mi associo alle osservazioni fatte dall'onorevole Perassi, perché coincidono con la proposta del mio secondo emendamento; cioè si tratta in realtà di dichiarare nettamente nella nostra Costituzione, dopo di avere negata l'estradizione allo straniero per reati politici, che a maggior ragione questa estradizione debba essere negata al cittadino, ed è per questo motivo che io avevo proposto un emendamento apposito.

Presidente Terracini. Vi è dunque un emendamento all'emendamento.

Abbiamo votato l'emendamento dell'onorevole Corsanego, da trasferire all'articolo 10, che suona così: «Non è ammessa l'estradizione del cittadino, salvo che sia espressamente consentita da trattati internazionali». Si tratta ora di aggiungere le parole:

«ma in nessun caso per reati politici».

Pongo in votazione questa formulazione aggiuntiva.

(È approvata).

Rimane, pertanto, assorbito il terzo comma dell'emendamento Patricolo ed altri.

L'articolo 11 resta pertanto così formulato:

«La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.

«Lo straniero, al quale sia impedito l'effettivo esercizio dei diritti derivanti da libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica nelle condizioni stabilite dalla legge».

Abbiamo poi approvato il seguente comma da inserirsi all'articolo 10:

«Non è ammessa l'estradizione del cittadino, salvo che sia espressamente consentita da trattati internazionali ma in nessun caso per reati politici».

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti