[Il 27 marzo 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del Titolo primo della Parte prima del progetto di Costituzione: «Rapporti civili».

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Leone Giovanni. [...] E per quanto concerne il pericolo degli arbitrî, devo a questo punto segnalare agli onorevoli colleghi la norma importantissima del primo comma dell'articolo 22, che è norma veramente nuova, originaria, rivoluzionaria direi dell'ordinamento giuridico; ed è quella norma nella quale si stabilisce che i dipendenti dello Stato e degli altri enti pubblici sono responsabili personalmente, in linea penale, civile ed amministrativa, degli atti di violazione di libertà.

Io penso che, a parte il fondamento giuridico nuovo della norma, questa vada segnalata come una valvola di garanzia, una valvola di sicurezza, del cittadino nei confronti dell'arbitrio del funzionario, il quale, ogni volta che si trova ad usare del potere che gli viene conferito dalla legge, deve sapere che corre il rischio, ove questo potere sia esercitato illegittimamente, cioè per uno scopo non conforme all'interesse pubblico generale, di dover rispondere anche in sede penale del suo atto illecito.

[...]

Mastino Pietro. [...] Si dice all'articolo 22 che i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono personalmente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. Qui si codifica quanto già la giurisprudenza prevalente nel campo civilistico e amministrativo aveva riconosciuto.

Si aggiunge: «Lo Stato e gli enti pubblici garantiscono il risarcimento dei danni arrecati dai loro dipendenti».

Sono d'accordo soprattutto in quest'obbligo fatto allo Stato di garantire il risarcimento dei danni. Si stabiliranno così un legame e un rapporto, soprattutto di vigilanza, assidua, quotidiana, fra Stato e dipendenti.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti