[Il 18 settembre 1946 la terza Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione generale sulle garanzie economico-sociali per l'assistenza della famiglia.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Togni, riferendosi all'articolo proposto dalla onorevole Merlin, non trova opportuno parlare di una previdenza da estendersi a qualsiasi madre e a qualsiasi bambino, sia legittimo che illegittimo; in quanto la norma potrebbe sembrare in sostanza un incoraggiamento alla formazione della famiglia illegittima.

Fanfani si associa al rilievo fatto dall'onorevole Togni.

Il Presidente Ghidini, dicendo «indipendentemente dallo stato civile» intende riferirsi tanto alla gestante che al bambino. E poiché ci si riferisce ai neonati, ritiene che tutti debbano essere posti sullo stesso piano, qualunque sia il loro stato civile, e ciò a prescindere da quelle che possono essere le idee morali e religiose di ciascuno.

Togni rileva che sostanzialmente ci deve essere una parità di trattamento. Col termine generico di «gestanti e neonati» non si esclude nessuno, mentre con l'inciso si dà l'impressione di voler sottolineare una situazione che dovrebbe essere eccezionale. Pertanto il figlio illegittimo deve essere tutelato per un sentimento di solidarietà umana, ma non si deve cercare di svalutare il rapporto legittimo, mettendolo ufficialmente e legalmente sullo stesso piano dell'illegittimo.

Il Presidente Ghidini obietta che quando si emana una disposizione di legge, perché il significato ne sia preciso e presente alla coscienza di chi dovrà interpretarla, occorre riferirsi alla situazione di fatto nella quale è sorta. Sta di fatto che oggi nei rapporti di diritto privato, il figlio illegittimo ha un trattamento diverso da quello del figlio legittimo.

Taviani ritiene che la semplice dizione «ogni bambino e ogni gestante» sia sufficiente.

Noce Teresa, Correlatrice, osserva che è giusto non formulare articoli che contengano eccessive specificazioni, ma bisogna anche tener presente la necessità, già esposta dall'onorevole Presidente, di dare precise direttive per la legislazione che dovrà conformarsi alla Carta costituzionale. Non è del parere della onorevole Merlin di dare una troppo ampia libertà al legislatore, in quanto la Carta costituzionale deve segnare un preciso indirizzo democratico e avere un'impronta di progresso.

Per quanto riguarda la preoccupazione manifestata dall'onorevole Togni, pur riconoscendola giusta, non la ritiene adeguata al caso in questione, in quanto con la dizione usata si è inteso proteggere tutte le gestanti, per il solo fatto di essere gestanti, qualunque sia la loro situazione sociale e giuridica; intendendo come situazione giuridica lo stato civile, e col termine «sociale» soprattutto la situazione economica. Per quanto riguarda i bambini, ritiene che la Sottocommissione sarà d'accordo che, legittimi o illegittimi, tutti hanno diritto ad un minimo di protezione e di cure. Vi sono disposizioni speciali per le madri nubili, ma spesso molte di queste madri, poco dopo aver data alla luce il figlio, lo abbandonano e lo Stato non se ne occupa. Con la nuova Costituzione va affermato che lo Stato deve intervenire anche in questo campo, dove attualmente le previdenze sono molto scarse, con un minimo di protezione. Si eviterà così che la prole abbandonata a se stessa vada ad alimentare il vizio e la delinquenza. Tale affermazione di principio non vuol dire, però, la parificazione in tutti i diritti della prole legittima a quella illegittima.

Togni insiste sui concetti già espressi. Il termine di «gestanti e bambini» è sufficiente per chiarire che la protezione va estesa a tutti, mentre l'inclusione dell'inciso può dare l'impressione che si voglia sottolineare una parità di trattamento nei due casi, che non è nell'intenzione della Sottocommissione e che saluterebbe il principio della legittimità.

Merlin Angelina, Relatrice, per quanto riguarda l'osservazione fatta dall'onorevole Togni, fa rilevare che nella relazione da lei presentata è detto che «nessuna differenza è fatta qui, come è ovvio, fra figli illegittimi e legittimi, anticipazione di quella giusta riforma che avrà la sua sede nel Codice civile, tendente all'equiparazione di diritti ad ogni effetto delle due categorie di esseri che uguali diritti hanno alla vita». Insiste pertanto per la dizione dell'articolo proposto d'accordo con l'onorevole Fanfani, così formulato: «La Repubblica Italiana riconosce che è interesse nazionale la protezione della maternità e dell'infanzia. In particolare le condizioni di lavoro devono consentire il completo adempimento della funzione e dei doveri della maternità. Istituzioni scolastiche, assistenziali e previdenziali, create o integrate, ove occorra, dallo Stato, devono tutelare la vita e lo sviluppo di ogni bambino».

Giua propone che alla fine dell'articolo si dica: «ogni fanciullo legittimo o illegittimo».

[...]

Il Presidente Ghidini porrà in votazione i due articoli che riassumono le due tendenze in discussione, uno suo e della onorevole Noce e quello delle onorevoli Federici e Merlin.

Dà quindi lettura dell'articolo nella seguente forma proposta da lui e dalla onorevole Noce:

«La Repubblica riconosce che è interesse nazionale la protezione della maternità e dell'infanzia; predispone le istituzioni e i mezzi valevoli ad assicurare ad ogni madre e ad ogni bambino, indipendentemente dal loro stato civile, condizioni umane di trattamento economico e sanitario. Istituzioni previdenziali, assistenziali e scolastiche, create o integrate dallo Stato, devono tutelare la vita e lo sviluppo di ogni fanciullo».

Legge quindi l'articolo presentato dalle onorevoli Merlin e Federici, così concepito:

«La Repubblica riconosce che è interesse sociale la protezione della maternità e dell'infanzia. In particolare, le condizioni di lavoro devono consentire il completo adempimento delle funzioni e dei doveri della maternità. Istituzioni previdenziali, assistenziali e scolastiche, predisposte o integrate ove occorra, dallo Stato, devono tutelare ogni madre e la vita e lo sviluppo di ogni fanciullo».

[...]

Taviani, preso atto che è stato tolto l'inciso riguardante i figli legittimi ed illegittimi, rileva che fra i due ordini del giorno non vi sono differenze sostanziali. Voterà per quello Federici-Merlin, in quanto lo ritiene più efficace e più snello nella formulazione.

Il Presidente Ghidini pone ai voti l'articolo da lui proposto in accordo con la onorevole Noce.

(Non è approvato).

Pone ai voti l'articolo proposto dalle onorevoli Merlin e Federici.

(È approvato).

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti