[Il 6 marzo 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Cevolotto. [...] E vi sono stati anche infortuni sul lavoro; per esempio l'articolo 23. Gli amici della Democrazia cristiana hanno le loro tenaci idee e le hanno, in sede di Sottocommissione, difese molto validamente, forse anche troppo, sicché molte volte non sono stati aderenti alla via intermedia ed hanno troppo voluto tirare la corda. Ebbene, gli amici della Democrazia cristiana hanno fra le loro idee quella che la famiglia preesiste allo Stato. (Commenti al centro).

Una voce. È una cosa evidente!

Cevolotto. Ne discuteremo a suo luogo. Intanto è capitato l'infortunio. Quando hanno voluto affermare che la famiglia è una società naturale, e noi ne discutevamo, c'è stato l'onorevole Togliatti che immediatamente ha detto: «Sono d'accordo, mettiamo pure questa formula». E non si sono accorti che l'onorevole Togliatti li soffocava sotto una pioggia di rose. Timeo Danaos et dona ferentes. Ma non hanno avuto paura di Togliatti, forse perché sanno che non è greco.

La famiglia è una società naturale e la Repubblica ne riconosce i diritti. Ma allora la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale, cioè dell'unione libera. (Proteste al centro).

Come no? Tanto è vero che se ne sono viste le conseguenze quando si è parlato di figli illegittimi. Noi avevamo proposto una formula che ci pareva potesse avere un certo pregio e cioè: la legge provvede perché non ricadano sui figli le conseguenze di uno stato familiare non conforme al diritto.

Si è voluto di più, si è voluta una formula che ora a molti fa paura. Anche di questo discuteremo a suo tempo.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti