[Il 28 aprile 1947 l'Assemblea Costituente prosegue l'esame degli emendamenti agli articoli del Titolo secondo della Parte prima del progetto di Costituzione: «Rapporti etico-sociali».]

Presidente Terracini. L'ordine del giorno reca: Seguito della discussione del progetto di Costituzione della Repubblica italiana. Nell'ultima seduta è stato esaurito lo svolgimento di tutti gli emendamenti all'articolo 27. Chiedo ora alla Commissione di esprimere il suo parere su di essi.

Tupini, Presidente della prima Sottocommissione. Onorevole Presidente, è stato presentato, all'ultim'ora, il seguente emendamento che gradirei fosse svolto:

Sostituire l'articolo 27 col seguente:

«L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.

«La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione, ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

«Enti e privati hanno diritto di istituire scuole con la sola osservanza delle norme di diritto comune.

«La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parificazione, deve assicurare ad esse libertà effettiva ed ai loro alunni parità di trattamento con gli alunni degli istituti statali.

«Per garantire l'eguaglianza di condizioni a tutte le scuole e la serietà degli studi nell'interesse della collettività, un esame di Stato è prescritto al termine degli studi secondari e per l'abilitazione all'esercizio delle professioni.

«Alle istituzioni di alta cultura, università e accademie, è riconosciuto il diritto di darsi autonomi ordinamenti.

«Dossetti, Gronchi, Moro, Monterisi, Di Fausto, Franceschini, Bianchini Laura, Foresi, Caronia, Guerrieri Filippo, Bertola».

Presidente Terracini. Mi perdoni, onorevole Tupini, ma io non credo che possa essere ancora svolto questo emendamento, poiché avevamo già chiuso la parte della nostra discussione dedicata allo svolgimento degli emendamenti. D'altra parte, mi pare che in questo tardivo emendamento siano riassunti molti concetti contenuti in emendamenti già presentati e svolti. Pertanto, penso che la Commissione possa senz'altro esprimere il suo avviso, oltre che sugli altri emendamenti, anche su questo.

Tupini, Presidente della Prima Sottocommissione. Sta bene. Tuttavia la Commissione non ha avuto occasione, né tempo, né modo di esaminare quest'ultimo emendamento. Io ne ho fatto or ora un esame sommario e ho l'impressione che esso veramente riassuma in gran parte i precedenti emendamenti presentati dagli onorevoli Tumminelli, Rossi Paolo, Treves, Rodi e altri, nonché quelli degli onorevoli Camposarcuno, Bettiol, Leone, Martino, Caronia e Colonnetti.

Vi sono poi altri emendamenti a firma Bernini, Bianchi, Marchesi ed altri. A me sembra che questi riassumano un pensiero unitario da contrapporre a quello degli onorevoli Dossetti, Gronchi, Monterisi ecc. Si è venuto così a determinare uno schieramento di due gruppi distinti, per non dire avversi, ciascuno dei quali si è allontanato in modo notevole dal pensiero e dalla formula dell'art. 23 del progetto. Di fronte a tale situazione la Commissione, pur rammaricandosi di non poter insistere sulla sua formula, si rimette completamente all'Assemblea e al suo Presidente.

Tocca dunque a lei, onorevole Presidente, di fare la fatica maggiore in questa tornata dell'Assemblea, per orientare la votazione verso risultati chiari e soddisfacenti.

Tumminelli. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Tumminelli. Del mio emendamento manterrei soltanto i commi secondo, terzo ed ultimo; e per il resto mi assocerei all'emendamento Dossetti.

Presidente Terracini. Sta bene.

Chiederò ora agli onorevoli presentatori degli emendamenti se, dopo le dichiarazioni che sono state fatte dall'onorevole Tupini, essi intendano mantenerli o meno.

Pregherei i colleghi che hanno presentato emendamenti di commisurarli alla stregua dell'emendamento presentato nella giornata di oggi a firma degli onorevoli Dossetti, Gronchi e altri, e poi agli altri emendamenti che l'onorevole Tupini ha designato giustamente, come emendamenti base in contrapposto al primo testo della Commissione — per esempio quello dell'onorevole Paolo Rossi — e di tener presente anche l'emendamento dell'onorevole Tumminelli, nei limiti in cui egli in questo momento ha dichiarato di conservarlo.

Vi è, anzitutto, l'articolo 26-bis presentato dagli onorevoli Franceschini, Bianchini Laura, Lazzati, Cremaschi Carlo, Gortani, che avevamo indicato come emendamento da prendere in considerazione in sede di esame dell'articolo 27. Esso è del seguente tenore:

«Ogni cittadino ha diritto a ricevere istruzione ed educazione adeguate allo sviluppo integrale della propria personalità e all'adempimento dei propri compiti sociali».

Chiedo ai presentatori se intendono mantenerlo.

Franceschini. Avendo aderito all'emendamento Dossetti-Gronchi, i miei colleghi ed io rinunciamo al nostro emendamento.

Presidente Terracini. L'onorevole Tumminelli ha presentato il seguente emendamento:

«Sostituirlo col seguente:

«Le manifestazioni e le creazioni dell'arte, della scienza, del pensiero sono libere: e libero è il loro insegnamento.

«La scuola è libera nel metodo e nell'interiore respiro, entro i lineamenti generali sull'istruzione dettati dalle leggi.

«L'educazione fisica è organizzata e impartita in armonia e in correlazione a principî auxologici, con finalità esclusive di sanità, igiene e attività ginnico-sportiva.

«Lo Stato favorisce e istituisce gli organi idonei a tale scopo.

«Lo Stato detta i lineamenti generali sull'istruzione e organizza la scuola, in tutti i suoi gradi, mediante istituti statali.

«La scuola di Stato, presidio della cultura e della continuità della tradizione spirituale del popolo italiano, favorisce e appaga tutte le esigenze tecniche, professionali e scientifiche per la specializzazione dei lavoratori e il conseguente incremento della produzione industriale e agricola del Paese».

Egli ha ora dichiarato di mantenere soltanto i commi secondo, terzo ed ultimo.

Gli onorevoli Rossi Paolo, Binni, Preti e Mazzei hanno presentato il seguente emendamento:

«Sostituirlo col seguente:

«L'arte e la scienza sono libere in ogni loro manifestazione; e libero è il loro insegnamento.

«L'istruzione, di qualunque grado, è tra le precipue funzioni dello Stato, che detta le norme generali, organizza la scuola statale in tutti i suoi gradi e tipi e riconosce ad enti ed a privati la facoltà di istituire scuole e istituti d'educazione. La legge ne determina i diritti e gli obblighi.

«Spetta allo Stato il conferimento dei titoli legali di studio nei vari ordini e gradi di scuole e dei diplomi di abilitazione all'esercizio professionale».

Non essendo presente l'onorevole Rossi Paolo, il secondo firmatario, onorevole Binni, ha facoltà di dichiarare se intende mantenerlo.

Binni. Lo mantengo, e desidero anche precisare che l'onorevole Rossi, nel corso dello svolgimento dell'emendamento, aveva dichiarato di accettare l'inserimento dell'emendamento Marchesi, del seguente tenore:

«Aggiungere alla fine dell'articolo il seguente comma:

«La scuola privata ha pieno diritto alla libertà d'insegnamento».

Desidererei che l'emendamento avesse la precedenza nella votazione.

Presidente Terracini. Adesso vedremo, onorevole Binni.

Gli onorevoli Codignola, Zanardi, Corsanego, Priolo, Pera e Preti hanno presentato il seguente emendamento:

«Sostituirlo col seguente:

«La Repubblica garantisce la libertà d'insegnamento, organizza la scuola in ogni ordine e grado, conferisce i titoli legali di studio».

Chiedo all'onorevole Codignola se intende mantenerlo.

Codignola. Lo mantengo.

Presidente Terracini. Chiedo all'onorevole Treves se intende mantenere il suo emendamento, del seguente tenore:

«Sostituire il primo comma col seguente:

«Libero è l'insegnamento dell'arte e della scienza».

Treves. Lo ritiro, associandomi all'emendamento dell'onorevole Rossi Paolo ed altri.

Presidente Terracini. Segue l'emendamento dell'onorevole Rodi:

«Sostituire il primo comma col seguente:

«La Repubblica assicura e garantisce il libero esercizio e il libero insegnamento dell'arte e della scienza».

Non essendo presente l'onorevole Rodi, l'emendamento si intende decaduto.

Gli onorevoli Rivera, Montemartini, Gortani, Ermini, Firrao, Caso, hanno presentato il seguente emendamento:

«Dopo il primo comma, aggiungere il seguente:

«Le istituzioni di alta cultura, Accademie ed Università, sono politicamente indipendenti e funzionalmente autonome».

Onorevole Rivera, lo mantiene?

Rivera. Onorevole Presidente, la parte essenziale del mio emendamento è sufficientemente riprodotta nell'ultima parte dell'emendamento presentato dall'onorevole Dossetti. Pertanto lo ritiro.

Presidente Terracini. Gli onorevoli Leone Giovanni, Bettiol, Medi hanno presentato il seguente emendamento:

«Dopo il primo comma, aggiungere il seguente:

«Per assicurare la libertà dell'insegnamento universitario i professori di ruolo delle Università statali sono inamovibili dalle funzioni e dalla sede».

Onorevole Leone Giovanni, lo mantiene?

Leone Giovanni. Lo mantengo.

Presidente Terracini. L'onorevole Pignedoli ha presentato il seguente emendamento:

«Dopo il primo comma aggiungere il seguente:

«La Repubblica protegge e promuove, con ogni possibile aiuto, la creazione artistica e la ricerca scientifica».

Onorevoli Pignedoli, lo mantiene?

Pignedoli. Avendo aderito all'emendamento degli onorevoli Dossetti e Gronchi, rinunzio al mio; però, se possibile, lo trasformerei in raccomandazione al legislatore futuro, perché siano tenute presenti le necessità dell'alta cultura.

Presidente Terracini. Sta bene. L'onorevole Colonnetti ha presentato il seguente emendamento:

«Dopo il primo comma, aggiungere il seguente:

«Le istituzioni di alta cultura, Università ed Accademie, sono autonome».

Onorevole Colonnetti, lo mantiene?

Colonnetti. Lo considero assorbito dall'emendamento dell'onorevole Dossetti.

Presidente Terracini. Gli onorevoli Martino Gaetano, Labriola, Della Seta, Lucifero, Corbino hanno presentato il seguente emendamento:

«Aggiungere dopo il primo comma:

«La legge garantisce l'autonomia funzionale delle Università dello Stato e l'inamovibilità dei professori universitari di ruolo».

Onorevole Martino, lo mantiene?

Martino Gaetano. Del mio emendamento una parte figura in quello dell'onorevole Dossetti, mentre un'altra parte non vi figura. Pregherei pertanto i presentatori di quell'emendamento di voler aggiungere al loro le seguenti parole: «Ai professori universitari è garantita l'inamovibilità dalla funzione e dalla sede».

Se essi vorranno aderirvi, ritirerò il mio emendamento; in caso contrario, lo manterrò.

Presidente Terracini. Sta bene; lo chiederemo a suo tempo ai presentatori.

Gli onorevoli Bernini, Basso, Cevolotto, Calamandrei hanno presentato il seguente emendamento:

«Sostituire il secondo, il terzo e il quarto comma col seguente:

«L'istruzione, di qualunque grado, è tra le precipue funzioni dello Stato, che detta le norme generali, organizza la scuola statale in tutti i suoi gradi e tipi e riconosce ad enti e a privati la facoltà di istituire scuole e istituti d'educazione. La legge ne determina i diritti e gli obblighi, graduandoli eventualmente secondo diverse possibili forme di autorizzazione».

Onorevole Bernini, lo mantiene?

Bernini. Lo mantengo.

Presidente Terracini. Gli onorevoli Camposarcuno, Delli Castelli Filomena, Colombo Emilio, Lazzati hanno presentato il seguente emendamento:

«Sopprimere, al secondo comma, le parole: riconosce ad enti ed a privati la facoltà di formare scuole ed istituti d'educazione; e sostituire il terzo e quarto comma coi seguenti:

«Enti e privati hanno diritto di aprire scuole ed istituti d'educazione soggetti soltanto alle norme per la tutela del diritto comune e della morale pubblica.

«La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parificazione, deve assicurare ad esse una libertà effettiva e garantire ai loro alunni parità di trattamento con gli alunni degli istituti statali».

Onorevole Camposarcuno, lo mantiene?

Camposarcuno. Rilevo che il mio emendamento è stato riprodotto integralmente nella nuova formula dell'intero articolo 27 concordato fra alcuni gruppi dell'Assemblea e firmato dall'onorevole Dossetti e da altri.

Per tale ragione non ritengo di dover insistere nell'emendamento stesso in separata sede.

Dichiaro però che se, per una qualsiasi ragione, non sarà messa ai voti la nuova formula dell'articolo 27, manterrò l'emendamento da me presentato.

Presidente Terracini. Gli onorevoli Fabriani e Federici Maria hanno presentato il seguente emendamento:

«Alla fine del secondo comma, dopo la parola: educazione, aggiungere: favorendone il funzionamento e lo sviluppo».

Onorevole Fabriani, lo mantiene?

Fabriani. Vi rinuncio.

Presidente Terracini. Gli onorevoli Codignola e Foa hanno proposto di sopprimere il terzo comma.

Onorevole Codignola, mantiene l'emendamento?

Codignola. Lo ritiro.

Presidente Terracini. L'onorevole Bruni ha presentato il seguente emendamento:

«Sostituire il terzo, quarto e quinto comma col seguente:

«Le scuole, che ottengono il riconoscimento giuridico dei loro titoli, acquistano nella libertà del loro particolare indirizzo educativo gli stessi diritti e si sottopongono agli stessi obblighi di quelle statali. La legge determina le condizioni di tale riconoscimento».

Onorevole Bruni, lo mantiene?

Bruni. Lo mantengo.

Presidente Terracini. Gli onorevoli Bianchi Bianca, Tega, Cevolotto, Arata, Pistoia, Momigliano, Giua, Calamandrei, Fornara, Costa, Caldera hanno presentato il seguente emendamento:

«Al quarto comma, sostituire alle parole: la parificazione, le parole: il pareggiamento.

«Allo stesso comma, alle parole: parità di trattamento, sostituire: parità di trattamento scolastico agli alunni».

Non essendo presente nessuno dei firmatari, l'emendamento si intende decaduto.

L'onorevole Rescigno ha presentato il seguente emendamento:

«Al quarto comma, alle parole: parità di trattamento agli alunni, sostituire le altre: parità di trattamento agli insegnanti e agli alunni».

Onorevole Rescigno, lo mantiene?

Rescigno. Lo ritiro.

Presidente Terracini. Gli onorevoli Bernini, Basso, Cevolotto, Calamandrei hanno presentato il seguente emendamento:

«Sostituire il quinto comma col seguente:

«Spetta allo Stato il conferimento dei titoli legali di studio; la legge garantisce, attraverso gli esami che saranno da essa prescritti, parità di trattamento a tutti i candidati, da qualsiasi scuola provengano».

Onorevole Bernini, lo mantiene?

Bernini. Lo mantengo.

Presidente Terracini. L'onorevole Corbino ha presentato il seguente emendamento:

«Al quinto comma, sopprimere le parole: e per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuola indicati dalla legge».

Onorevole Corbino, lo mantiene?

Corbino. Lo mantengo.

Presidente Terracini. L'onorevole Bruni ha presentato il seguente emendamento:

«Aggiungere il seguente comma:

«Le scuole di qualsiasi tipo compiono un servizio pubblico, e sono tenute ad impartire un insegnamento ed un'educazione civica d'ispirazione democratica e nazionale».

Onorevole Bruni, lo mantiene?

Bruni. Lo mantengo.

Presidente Terracini. Infine l'onorevole Marchesi ha presentato il seguente emendamento:

«Aggiungere alla fine dell'articolo il seguente comma:

«La scuola privata ha pieno diritto alla libertà d'insegnamento».

Onorevole Marchesi, lo mantiene?

Marchesi. Lo mantengo.

Presidente Terracini. Dobbiamo ora passare alla votazione degli emendamenti. Avverto che gli onorevoli Lussu, Bernini, Lami Starnuti, Mastino Pietro, Codignola, Valiani, Binni, Pistoia, Carpano Maglioli, Mariani, Caldera, Grazia, Vischioni hanno presentato richiesta di verifica del numero legale. Data l'assenza degli onorevoli Lami Starnuti, Lussu, Martino Gaetano, Valiani, Caldera e Vischioni questa domanda non può esser presa in considerazione, poiché non reca più il numero di firme stabilito dal Regolamento. (Commenti).

Onorevoli colleghi, se il Regolamento offre numerosi mezzi per ordinare i nostri lavori, non li offre però per turbarli. Ed io richiamo tutti i colleghi che legittimamente, di volta in volta, ricorrono a tali mezzi a considerare che essi devono essere applicati in forma adeguata alla serietà dei nostri lavori.

Si dovrà ora passare alla votazione del primo comma dell'articolo 27. Il testo proposto dalla Commissione è del seguente tenore: «L'arte e la scienza sono libere; e libero è il loro insegnamento».

L'emendamento sostitutivo proposto dall'onorevole Dossetti ed altri ha la seguente formulazione: «L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento».

La formula dell'onorevole Rossi Paolo è la seguente: «L'arte e la scienza sono libere in ogni loro manifestazione; e libero è il loro insegnamento».

Vi è poi un emendamento presentato dagli onorevoli Codignola, Zanardi e altri nel quale questo primo comma scompare perché questo emendamento restringe l'intero articolo ad un solo comma nel quale non vi è riferimento specifico alla questione della libertà dell'insegnamento dell'arte e della scienza. Ad ogni modo, poiché evidentemente coloro che non accettano o propongono implicitamente la soppressione di un determinato comma, manifestano questa loro volontà votando contro la formulazione del comma stesso, tengo in considerazione in questo momento solo le tre formulazioni delle quali ho dato lettura. E poiché mi pare che la formulazione contenuta nell'emendamento dell'onorevole Rossi Paolo è quella che più si allontana dal testo della Commissione, si dovrà passare alla votazione di questo emendamento.

Marchesi. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Marchesi. Dichiaro che il nostro gruppo voterà per l'emendamento Rossi Paolo, Binni e altri.

È questo, onorevoli colleghi, un momento grave della nostra opera costituzionale. Permettetemi che io adoperi parole brevi ma precise. Si tratta in sostanza oggi di sapere se l'Assemblea Costituente della prima Repubblica italiana deciderà la capitolazione della scuola pubblica nazionale di fronte alla scuola privata e confessionale. Questa sarà la sostanza vera della nostra votazione. Dovrei anzitutto scolpare la mia imprudenza nell'aver adoperato a introduzione dell'articolo 27 quelle deplorate parole che non sono parole mie ma della Costituzione di Weimar, come ho detto in un precedente discorso. L'arte e la scienza sono libere. I colleghi Rossi e Treves mi hanno detto: si sa bene che l'arte e la scienza sono libere, non occorre che una verità tanto palese sia dichiarata in una Carta costituzionale.

No, permettetemi colleghi Rossi e Binni: arte e scienza sono per se stesse fantasmi e mere astrazioni e non sono per se stesse né libere né serve. Esistono nelle manifestazioni scientifiche ed artistiche del genio individuale; esistono nelle opere di arte e di scienza. E così possono essere colpite da coazione e così possono non essere libere. Ad ogni modo accetto la formulazione proposta perché in questo momento importa votare e non dissertare.

Ringrazio gli onorevoli Binni ed altri presentatori dell'emendamento, di aver accolto la mia prima proposta per ciò che riguarda la scuola privata. La scuola privata ha diritto alla piena libertà d'insegnamento. La stampa democratico-cristiana fino ad ora, e più in queste ultime ore, ha dichiarato che della libertà d'insegnamento non sa che farsi, perché tale libertà essa possiede incontestabilmente. Non ne dubito; ma se sedessi su codesti banchi — perdonate, colleghi, alla irriverente ipotesi (Commenti) — io non vorrei altra concessione che questa. Ma ho motivo di sospettare che sia intendimento vostro, conforme alla vostra dottrina e alla fermezza con cui rispettate i vostri principî, che sia intendimento vostro negare questa libertà alle altre scuole (Proteste al centro).

No, colleghi, le mie non sono parole polemiche sfuggite in un momento acceso di discussione. È un momento grave questo; e delle mie parole assumo piena responsabilità in nome mio e di coloro che pensano e votano con me.

Non mi richiamo ai testi pontifici di cui ho fatto già cenno né ad altre dichiarazioni: mi richiamo a un documento recentissimo, che mi è capitato ora fra le mani e che voi certamente conoscete. È una scheda in data 18 aprile 1947 diffusa tra le famiglie da un collegio famoso, che ha certo molte benemerenze, il collegio S. Carlo di Milano. In questa scheda sono invitati i sottoscrittori a dichiarare — riporto le testuali parole:

1°) che la famiglia ha il diritto e il gravissimo dovere di assicurare ai figli una scuola secondo la propria coscienza, in condizione di effettiva parità giuridica fra le scuole statali e non statali.

2°) che sull'istruzione ed educazione dei giovani la famiglia e la chiesa hanno rispettivamente diritto «nativo» (questa è parola propria del vostro lessico) e inalienabile, confermato da venti secoli di civiltà cristiana.

Qui si risentono le parole del pontefice Pio XI che nel 1927, venti anni addietro, rivendicava il pieno mandato educativo alla Chiesa «la cui educazione aveva generato — siccome diceva — la civiltà moderna in quanto essa ha di migliore e più elevato».

Orbene, colleghi, in questa Assemblea della prima Repubblica italiana mi sia lecito affermare, ed affermare altamente, che anche oltre i confini della civiltà cattolica il pensiero moderno ha levato una luce d'arte e di scienza, di progresso civile e sociale, a cui non il Santo Uffizio, ma la coscienza del genere umano, ha dato e darà il suo riconoscimento. (Applausi a sinistra Proteste e rumori al centro e a destra).

Presidente Terracini. Prego i colleghi di non interrompere. Mi pare che essi abbiano la memoria labile. Noi abbiamo udite delle dichiarazioni di voto da tutti i settori lunghe almeno quanto quella che sta facendo l'onorevole Marchesi.

Marchesi. Concludendo, dico che nella libertà che lo Stato concede alla scuola privata, questa ponga la base del suo merito e della sua fortuna.

Il legislatore penserà se l'istituto della parificazione o del pareggiamento sia da conservare, e con quali modificazioni e con quali garanzie. Ma non ritengo che debba essere inserita in una Carta costituzionale una materia che è stata sempre ed è oggi più che mai controversa. Questo è stato mio dovere dichiarare a nome mio e del mio gruppo e così, colleghi democristiani, posso finire con le parole cristiane: servavi animam meam, siccome voi avete provveduto a salvare la vostra. (Applausi a sinistra Commenti).

Dossetti. Onorevole Presidente, poiché l'onorevole Marchesi ha fatto una dichiarazione di voto che investe non soltanto il primo comma, ma l'intero articolo, chiedo se anch'io posso fare una dichiarazione di voto che analogamente riguardi l'intero articolo.

Presidente Terracini. Come vuole; se la fa ora non la farà successivamente.

Dossetti. Ed allora io, più che soffermarmi sul testo del primo comma dell'emendamento da me proposto, che è sostanzialmente quello originario, dichiaro i motivi per i quali noi voteremo a favore del testo presentato oggi, particolarmente per quanto riguarda il penultimo comma circa la garanzia «effettiva» della libertà nella scuola.

Il significato sostanziale di questo emendamento si riconduce ai concetti che sono stati testé espressi dallo stesso onorevole Marchesi. Egli si è manifestato propenso a che venga data una effettiva garanzia della libertà di insegnamento, della libertà della scienza e dell'arte, ed ha riconosciuto che l'arte e la scienza sono dei fantasmi e che invece la libertà di cui ora si deve assicurare la consistenza è la libertà delle loro manifestazioni: manifestazioni non soltanto dottrinali o scientifiche o artistiche, ma anche manifestazioni direi organizzative ed istituzionali. Con la formula che è contenuta nell'emendamento da noi proposto stamane, vogliamo precisamente assicurare non soltanto la libertà della manifestazione concettuale, ma anche la effettiva libertà della manifestazione organizzativa e strutturale dell'insegnamento. D'altro canto noi riteniamo che le preoccupazioni espresse dall'onorevole Marchesi con una parola molto grave (cioè «capitolazione», egli ha detto, dinanzi alla scuola confessionale) siano quanto mai esagerate, se si considerano due cose. In primo luogo che la libertà effettiva rivendicata dal nostro emendamento è inquadrata in una serie di proporzioni, le quali la mantengono nell'ambito della funzione ordinativa generale e di controllo dello Stato in materia scolastica. Ecco perché nell'emendamento da noi proposto si ritrova l'espressione originaria del testo della prima Sottocommissione, con la quale si riconosce formalmente allo Stato una funzione ordinativa generale della istruzione. E questo noi abbiamo riconosciuto in base, appunto, ad un accordo che era stato raggiunto nella prima Sottocommissione con i colleghi di parte comunista.

In secondo luogo si dice che questa libertà effettiva è una libertà la quale deve essere riconosciuta dalla legge, nell'atto in cui essa fissa i diritti e gli obblighi delle scuole non statali; dunque si presume che la legge «fissi gli obblighi» della scuola non statale e, perciò, stabilizzi condizioni tecniche di questa libertà effettiva, tali da garantire la dignità della scuola.

In terzo luogo, questo concetto viene ulteriormente ribadito nel penultimo comma là dove si dice che, per garantire uguaglianza di condizioni a tutte le scuole e la serietà degli studi nell'interesse della collettività, un esame di stato prescritto, ecc.

Quindi, la nostra affermazione generale della libertà effettiva viene inquadrata in modo più che sufficiente per assicurare che lo Stato avrà sempre una effettiva possibilità di controllo, pari alla effettiva libertà che alle scuole viene riconosciuta.

D'altro canto, la considerazione decisiva che ci fa ritenere che questo emendamento — così come noi lo proponiamo, o meglio lo riproponiamo — non significhi per nulla quella drammatica capitolazione, sulla quale ha richiamato con accento tanto commosso (ma forse troppo commosso) l'onorevole Marchesi la nostra attenzione...

Marchesi. Non era commosso, era freddo.

Dossetti. ...deriva dal fatto che il testo ora in votazione riproduce la sostanza — più che la sostanza anche la lettera — del testo iniziale approvato dalla prima Sottocommissione, con l'accordo particolarmente di questo settore e del settore comunista, su iniziativa proprio dell'onorevole Togliatti, cioè su proposta fatta dall'onorevole Togliatti nella seduta del 29 ottobre dello scorso anno.

Per questi motivi riteniamo che, approvando questo emendamento, da un lato si garantisce la libertà di insegnamento, non soltanto nel suo aspetto di fantasma come ha dichiarato l'onorevole Marchesi, ma anche nel suo aspetto concreto e organizzativo, e, d'altro canto, si garantisce allo Stato una possibilità di ordinamento e di controllo che assicuri la parità sia delle scuole statali sia di tutte le altre scuole e, soprattutto assicuri — come da tutti è desiderato — la massima serietà della scuola. (Applausi al centro).

Presidente Terracini. Desidero ricordare che per ora si pone in votazione il primo comma dell'articolo. Chiedo, quindi, ai colleghi che fanno dichiarazioni di voto, ove non ritengano più opportuno di fare dichiarazioni riassuntive su tutto l'articolo, di dichiarare se intendono restare alla materia del primo comma.

Bernini. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Bernini. Poiché i colleghi che mi hanno preceduto hanno preso in esame l'intero articolo, credo di poter fare, a nome del Partito socialista italiano, le seguenti dichiarazioni.

Il primo comma è presso a poco eguale nella formulazione di tutte e due le parti. Su questo non mi soffermo. Ricordo che durante l'epoca fascista era di moda opporre a noi, che dicevamo l'arte e la scienza sono conculcate, il dirci che l'arte e la scienza sono sempre libere, perché, se non fossero libere, non sarebbero arte e scienza. Al che opponevamo che una cosa era libertà interiore dell'arte e della scienza e una cosa è l'estrinsecazione dell'arte e della scienza; ragione per cui è pienamente giustificato aggiungere che è libero ogni insegnamento.

Per ciò che riguarda il resto, mi permetto di fare le seguenti osservazioni, in questo momento che veramente è drammatico, onorevole Dossetti, per la storia d'Italia. È drammatico perché, se sarà approvato il nuovo articolo 27 proposto dai colleghi democristiani, cadrà un sistema politico e perché crollerà la scuola pubblica e la scuola della libertà. (Commenti al centro).

Il secondo comma, nel testo dell'onorevole Dossetti «La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione, ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi», era preceduto da un'altra definizione che era stata accettata all'unanimità, onorevole Dossetti, dalla prima Sottocommissione. Il testo diceva: «Lo Stato ha la precipua funzione, ecc.». Questa seconda formulazione è notevolmente diversa dall'altra: una cosa è dire «la Repubblica», e una cosa è dire «lo Stato». Una cosa è dire che «lo Stato ha la precipua funzione», ed una cosa è dire «la Repubblica detta le norme generali». In nome di che la Repubblica detta le norme generali? Bisogna dire che questa sua possibilità di dettare norme generali dipende da una funzione superiore.

Terzo comma: «Enti e privati hanno diritto di istituire scuole con la sola osservanza delle norme di diritto comune». Questa è una aggiunta che, in forma lievemente diversa dalla presente, noi abbiamo trovato solo alla fine dei lavori della Commissione e che non vi era alla fine dei lavori della prima Sottocommissione.

Quarto comma. Noi abbiamo domandato, e domandiamo ancora, che al sostantivo «trattamento» si aggiungesse l'aggettivo «scolastico». Se i colleghi democratici cristiani, come dicono, sono d'accordo in questo, che cioè per trattamento non si intenda trattamento economico, e veramente non si domandi che la scuola privata sia mantenuta dallo Stato, come la scuola pubblica, mi pare che non ci dovrebbe essere nessuna difficoltà ad accordare ciò.

Dossetti. Si parla di parità di trattamento agli alunni non alle scuole.

Bernini. Ho capito perfettamente. Credo di conoscere anch'io la vostra teoria. Voi parlate di trattamento agli alunni, ma, in definitiva, questa formula giova alle scuole ancor più che il trattamento agli individui.

Dossetti. Perché?

Bernini. La ragione è evidente, perché quanto maggiore sarà il numero degli alunni delle scuole private, tanto più sarà agevolata la scuola privata.

Presidente Terracini. Onorevole Bernini, faccia la dichiarazione di voto e non dia spiegazioni all'onorevole Dossetti.

Bernini. Onorevole Presidente, sarebbe stato opportuno che l'interruzione non fosse avvenuta, ma, dato che l'interruzione è stata fatta, mi permetto di rispondere.

Quinto comma. Osservo che si è ritirato quel minimo che la prima Sottocommissione aveva ottenuto. La prima Sottocommissione aveva ottenuto che, oltre agli esami di Stato per l'abilitazione all'esercizio professionale, si fosse aggiunto anche «per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole».

Nell'ultima formulazione si trovava anche questo, e questo è scomparso. (Interruzioni al centro).

Presidente Terracini. Non interrompano; se no l'onorevole Bernini ha buoni pretesti per dire cose che non devono essere dette. Prosegua, onorevole Bernini.

Bernini. Nell'ultima formulazione si è tolta anche quell'unica cosa nella quale si era riuscito a fare entrare le proposte delle minoranze nella prima Sottocommissione, e che minoranze non erano. Vorrei sapere per quale ragione è stata tolta la frase «per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole», e perché si è conservato soltanto «al termine degli studi secondari». La ragione la dirò io ed è questa, che questo è un mezzo di più per poter sfuggire a quello che è il controllo dello Stato.

In conclusione, tutti i commi, tranne il primo, sono il risultato di successive modificazioni e manipolazioni fatte in maniera che chiameremmo surrettizia. (Commenti).

Ragione per cui noi insistiamo nel dichiarare che votiamo l'emendamento Rossi, e ripetiamo ancora una volta che, qualunque sia il risultato della votazione, se saremo in minoranza, la parte democristiana avrà vinto senza dubbio, ma con questa vittoria non vi sarà stato il trionfo della scuola di tutti, ma il trionfo della scuola di parte. (Applausi a sinistra Commenti).

Presidente Terracini. C'è nessun altro che domanda la parola per dichiarazione di voto sul primo comma dell'articolo 27?

Codignola. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Codignola. Desidererei fare una dichiarazione di voto non soltanto sul primo comma, ma, come hanno fatto altri colleghi, sull'intero articolo.

Presedente Terracini. Il mio consiglio è di non fare dichiarazioni riassuntive, poiché quando passeremo alla votazione dell'ultimo comma, probabilmente molte delle cose dette in questo momento, saranno già passate dalla mente di molti colleghi. Comunque se lei vuol fare la dichiarazione, parli pure.

Codignola. Rinvierò la mia dichiarazione di voto ai successivi commi. Devo far presente però una questione pregiudiziale: insieme con altri colleghi avevo presentato un emendamento sostitutivo dell'intero articolo 27, e questo emendamento non è congegnato in modo da risultare costituito dallo stesso numero di commi dell'articolo proposto dalla Commissione. Si dovrebbe, quindi, mettere in votazione per primo questo mio emendamento, che è il più lontano dal testo originario proposto dalla Commissione: mentre, col sistema di votazione che si sta per iniziare, in realtà non si potrà più mettere in votazione il mio emendamento, che non prevede la divisione della materia così come si trova divisa nella formulazione originaria.

Presidente Terracini. Onorevole Codignola, ho già fatto un breve commento sopra l'emendamento da lei presentato e suppongo che lei fosse presente nell'Aula quando ho parlato.

Codignola. L'ho ascoltato.

Presidente Terracini. Ho anche detto che poiché il suo emendamento non riprendeva tutti i concetti contenuti nel testo della Commissione, il modo col quale si poteva dichiarare la volontà farlo proprio consisteva nel votare contro quei commi non contenuti nel suo emendamento; poiché è chiaro che non possiamo sottrarre all'Assemblea il diritto di votare, ad esempio, sul comma in cui si parla esplicitamente dell'arte e della scienza. Nella sua formulazione sono compresi tre soli concetti del testo della Commissione. L'Assemblea ha diritto di pronunciarsi anche sugli altri due che lei ha lasciato cadere.

Per questa ragione non ho messo in votazione la sua formulazione. Nel momento in cui giungeremo, seguendo il testo della Commissione, ai punti in cui si parla della libertà di insegnamento, dell'organizzazione della scuola nei vari ordini e gradi e del conferimento dei titoli, anche la sua formulazione sarà posta ai voti.

Codignola. Mi permetto di far osservare che, nel caso che l'Assemblea approvi il primo comma dell'articolo presentato dalla Commissione con l'emendamento Rossi Paolo, evidentemente la votazione sul mio emendamento diventerà inutile, perché il valore del mio emendamento è appunto quello di non contenere alcuni concetti che figurano espressi nel testo della Commissione. Se il mio emendamento passasse col primo comma dell'emendamento Rossi, esso diventerebbe un'altra cosa.

Mi permetto, quindi, di insistere, perché sia posto in votazione prima il mio emendamento, che è un emendamento che trasforma radicalmente la formulazione originaria della Commissione.

Presidente Terracini. Onorevole Codignola, io forse sbaglio nel pensare di avere una certa sensibilità dell'atmosfera che c'è in questa Aula, ma ho creduto di avvertire che una riduzione così drastica di questo articolo per la quale si tacerebbe su alcuni punti che stanno a cuore a tutti i settori di questa Assemblea, sia pure in maniera diversa e contrastante, probabilmente non avrebbe alcuna possibilità di essere accolta.

Ed è per questo che io pensavo che per intanto la votazione dell'Assemblea si dovesse svolgere sui punti ai quali si sono riferite le dichiarazioni di voto.

Comunque, di fronte alla sua insistenza, pongo in votazione l'emendamento così formulato:

Sostituire l'articolo col seguente:

«La Repubblica garantisce la libertà d'insegnamento, organizza la scuola in ogni ordine e grado, conferisce i titoli legali di studio».

Su questo emendamento è stata chiesta la votazione a scrutinio segreto dagli onorevoli Preti, Barbereschi, Gullo Rocco, Salerno, Crispo, Nasi, Lami Starnuti, Faralli, Saragat, Treves, Grilli, Damiani, Valiani, Lombardi, Caporali, Malagugini, Foa, Carpano, Grazia, Lussu, Tremelloni, Bocconi, Pertini, Montemartini, Fogagnolo, Merighi, Tomba e altri. (Commenti).

Presidente Terracini. Indico la votazione a scrutinio segreto. Si faccia la chiama.

Riccio, Segretario, fa la chiama.

(Segue la votazione).

Presidenza del Vicepresidente Pecorari

Presidente Pecorari. Dichiaro chiusa la votazione e invito gli onorevoli segretari a procedere alla numerazione dei voti.

(Gli onorevoli segretari numerano i voti).

Presidenza del Presidente Terracini

Presidente Terracini. Comunico il risultato della votazione a scrutinio segreto:

Presenti e votanti............ 396
Maggioranza.............. 199
Voti favorevoli........... 177
Voti contrari.............. 219

(L'Assemblea non approva l'emendamento Codignola).

[Nel resoconto stenografico della seduta, segue l'elenco dei deputati che hanno preso parte al voto.]

Corsanego. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Corsanego. Signor Presidente, onorevoli colleghi. Poiché ciascuno deve assumere le proprie responsabilità, devo dichiarare che il fatto che l'emendamento testé respinto portasse la mia firma il mio nome è apparso nell'elenco dei firmatari dell'emendamento che è stato distribuito a stampa è dovuto soltanto ad un errore materiale, in quanto al posto del mio nome vi doveva essere quello dell'onorevole Costantini, che aveva firmato l'emendamento. La tipografia, interpretando la firma dell'onorevole Costantini come la mia, ha posto il mio nome; ma io non ho firmato questo emendamento.

[...]

Presidente Terracini. Si dovrà procedere ora alla votazione del primo comma dell'emendamento degli onorevoli Rossi Paolo, Binni ed altri, di cui do ancora lettura:

«L'arte e la scienza sono libere in ogni loro manifestazione; e libero è il loro insegnamento».

Tumminelli. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Tumminelli. Desidero fare una dichiarazione per tutto l'articolo 27.

Noi siamo favorevoli alla formulazione dell'articolo dell'onorevole Dossetti, con l'aggiunta di quei tre commi di cui ho detto prima.

Siamo favorevoli perché qui si è parlato vanamente di privilegi e di capitolazione. La libertà della scuola rientra nella libertà dei principî di tutte le democrazie, e poi c'è un fatto molto più profondo che è il seguente: da secoli tutto quello che c'è di progresso, di vivo nel campo dell'educazione appartiene esclusivamente alla scuola libera. Di conseguenza la libertà della scuola risponde ad un principio di avanzamento nel campo della cultura.

Basti pensare che nel nostro Paese la scuola ufficiale è totalmente assente da tutto quello che costituisce progresso pedagogico, ricerche psichiche...

Malagugini. È intollerabile che si diffami in questo modo la scuola pubblica. E da che pulpito!

Presidente Terracini. Onorevole Malagugini, non interrompa!

Tumminelli. All'onorevole interruttore faccio presente, a titolo di esempio, che nel 1934, quando vi fu a Roma il primo congresso internazionale per la cinematografia educativa, la scuola ufficiale fu totalmente assente. Su 450 rappresentanti di tutti i Paesi, di cui molti appartenenti a libere istituzioni, vi erano soltanto due osservatori che rappresentavano la nostra scuola di Stato; e nel 1936, quando ci fu, in occasione della mostra coloniale, un congresso per una cartella bio-clinico-ortogenetica dell'età scolare, la scuola ufficiale aveva solo osservatori, mentre quella libera era rappresentata.

Presidente Terracini. Onorevole Tumminelli, la prego di non svolgere nuovamente il suo emendamento.

Tumminelli. Ho finito. Concludo facendo presente che nel nuovo orientamento della civiltà la scuola di Stato deve mirare ad appagare le nuove esigenze del lavoro, con scuole specializzate, per l'avanzamento del popolo. Deve altresì lasciare largo respiro alla scuola libera. Ciascuna ha un suo compito. Per questo noi voteremo l'emendamento Dossetti e siamo favorevoli alla libertà dell'insegnamento. (Commenti a sinistra Applausi a destra).

Presidente Terracini. Vorrei che i colleghi si persuadessero che non è questa la sede per parlare di cose che non sono pertinenti alla votazione alla quale vogliamo dare inizio.

Bruni. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Bruni. Ho presentato un emendamento sostitutivo dei commi terzo, quarto e quinto e desidero far presente che non posso votare né a favore dell'emendamento Dossetti né a favore dell'emendamento Binni.

Le nostre formule sono sufficienti a garantire la libertà d'insegnamento e di uguaglianza di doveri e di diritti, e perciò io mi asterrò dal votare sulle formule presentate dagli onorevole Dossetti e Binni.

Condorelli. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Condorelli. Voterò contro l'emendamento Rossi come pure contro qualsiasi altro emendamento che, con formule esplicite o nascoste, tendesse ad incrinare il principio della libertà della scuola. La libertà della scuola è un principio che va integralmente approvato, prima di tutto perché attraverso la libertà della scuola si attua quel diritto fondamentale che testé anche la nostra Costituzione ha riconosciuto ai genitori, di educare e di istruire la prole. Questo diritto non si può esercitare praticamente che avendo la possibilità di scegliere liberamente la scuola. È un principio da difendere anche nell'interesse della cultura, che è accresciuta dalla varietà e dalla molteplicità delle scuole e delle idee, e che invece è mortificata dalla unicità della scuola.

Va difeso anche nell'interesse dello Stato, che non ha nessuna ragione di assumersi il pesante monopolio della scuola media e superiore. Per tutte queste ragioni io sono per la libertà della scuola e sono anche per l'esame di Stato, che è un corollario necessario del principio della liberta della scuola, perché è il mezzo tecnico attraverso cui i provenienti dalle varie scuole vengono messi sul piede di eguaglianza. Aggiungo che ormai l'articolo 7 della nostra Costituzione, che richiama i Patti lateranensi ed il Concordato (al cui articolo 35 è appunto sancito il principio dell'esame di Stato) rende, secondo me, superflua questa discussione perché la Costituente, che ha approvato l'articolo 7, non può oggi disdire il principio dell'esame di Stato, che, nell'articolo 7, attraverso i richiami su indicati, è affermato.

Moro. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Moro. Per quanto riguarda il primo comma dell'emendamento Rossi-Binni, dichiaro, a nome del mio gruppo, che noi voteremo contro, preferendo la nostra formulazione, che più si avvicina al testo della Commissione.

Presidente Terracini. Pongo in votazione l'emendamento Rossi Paolo. Avverto che su di esso è stata chiesta la votazione per appello nominale dagli onorevoli Gullo Rocco, Grilli, Crispo, Grazia, Spallicci, Villani, Calosso, Di Gloria, Persico, Bocconi, Veroni, Nasi, Pera e altri.

Gronchi. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Gronchi. Stavamo per proporre la votazione a scrutinio segreto, perché essa è più rapida e servirebbe a contrastare un tentativo che per noi traspare abbastanza chiaro — chiediamo scusa ai colleghi se ciò sembra un processo alle loro intenzioni — quello cioè di mandare per le lunghe la discussione e la votazione su questo articolo.

Lucifero. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Lucifero. Io non so ancora se vi sarà un voto segreto, o un appello nominale. Se vi sarà un voto segreto, per correttezza, non potrò fare la mia dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Poiché, fino a questo momento, la richiesta di votazione segreta non è pervenuta alla Presidenza, è evidente che si procederà a quella per appello nominale.

Lei ha quindi facoltà di fare la dichiarazione di voto.

Lucifero. Se il voto è palese, devo giustificare il motivo della mia astensione.

Avendo votato a favore dell'ordine del giorno dell'onorevole Orlando, mi sono finora astenuto da tutte le votazioni sul Titolo secondo. Ma qui mi astengo con particolare evidenza, perché di tutte le formulazioni che sono state proposte nessuna garantisce effettivamente la libertà della scuola. Vi sono formule diverse di limitazione della libertà della scuola, per diversi intendimenti; ma per la libertà della scuola effettiva non è nessuna delle formulazioni.

Dato che io credo profondamente nella necessità di una scuola libera, mi asterrò dal voto, perché dovrei votare ugualmente contro tutte le formulazioni. (Commenti).

Presidente Terracini. Onorevole Lucifero, desidero precisare che, per adesso, votiamo sul primo comma al quale non è connesso ancora, nel suo complesso, il problema della libertà della scuola. Tanto le dovevo per la chiarezza della votazione.

Lucifero. La mia dichiarazione vale per tutto il testo dell'articolo.

Crispo. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Crispo. Desidero dichiarare, anche a nome dei colleghi Morelli, Einaudi, Cortese, Martino Gaetano, Cifaldi e Rubilli, che noi voteremo a favore dell'emendamento Rossi.

Presidente Terracini. Si proceda alla votazione per appello nominale.

Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

(Segue il sorteggio).

Comincerà dall'onorevole Bordon.

Si faccia la chiama.

Schiratti, Segretario, fa la chiama.

Rispondono sì:

Allegato, Amadei, Assennato, Azzi.

Baldassari, Barbareschi, Bardini, Bargagna, Barontini Ilio, Basso, Bei Adele, Bellusci, Bennani, Bernabei, Bernamonti, Bernini Ferdinando, Bianchi Bianca, Bibolotti, Binni, Bitossi, Bocconi, Bolognesi, Bonomelli, Bonomi Ivanoe, Bosi, Bruni, Bucci.

Cacciatore, Calamandrei, Caldera, Calosso, Camangi, Canepa, Caporali, Carboni, Carmagnola, Carpano Maglioli, Cavallari, Cerreti, Cevolotto, Chiaramello, Chiostergi, Cianca, Cifaldi, Codignola, Conti, Corbi, Corbino, Corsi, Cortese, Costa, Costantini, Cremaschi Olindo, Crispo.

Damiani, D'Amico Michele, D'Aragona, Della Seta, De Mercurio, De Michelis Paolo, De Vita, Di Gloria, Di Vittorio, D'Onofrio, Dozza.

Einaudi.

Fabbri, Faccio, Fantuzzi, Faralli, Farini Carlo, Fedeli Armando, Ferrari Giacomo, Finocchiaro Aprile, Fiore, Fiorentino, Fioritto, Flecchia, Foa, Fogagnolo, Fornara.

Gasparotto, Ghidetti, Ghidini, Giolitti, Giua, Grazi Enrico, Grazia Verenin, Grieco, Grilli, Gullo Fausto, Gullo Rocco.

Imperiale.

Jacometti.

Lami Starnuti, Lombardi Riccardo, Longhena, Longo, Lozza, Lupis, Lussu.

Macrelli, Maffi, Magnani, Magrini, Malagugini, Mancini, Marchesi, Mariani Enrico, Mariani Francesco, Martino Enrico, Martino Gaetano, Massola, Mastino Pietro, Mattei Teresa, Matteotti Carlo, Mazzei, Mazzoni, Merighi, Merlin Angelina, Minella Angiola, Minio, Molinelli, Montagnana Rita, Montemartini, Morandi, Moranino, Morelli Renato, Morini, Musolino.

Nasi, Natoli Lamantea, Negro, Nenni, Nobile Umberto, Nobili Oro, Noce Teresa, Novella.

Pacciardi, Pajetta Giuliano, Paolucci, Paris, Pastore Raffaele, Pera, Perassi, Persico, Pertini Sandro, Pesenti, Piemonte, Pistoia, Pollastrini Elettra, Pressinotti, Preti, Preziosi, Pucci.

Ravagnan, Reale Eugenio, Reale Vito, Ricci Giuseppe, Romita, Rossi Giuseppe, Rossi Maria Maddalena, Rubilli, Ruggiero Carlo.

Saccenti, Salerno, Saragat, Sardiello, Scarpa, Schiavetti, Scoccimarro, Secchia, Sereni, Sicignano, Silipo, Simonini, Spallicci, Stampacchia.

Targetti, Tega, Tomba, Tonello, Tremelloni, Treves.

Valiani, Veroni, Villani, Vischioni.

Zagari, Zanardi, Zappelli, Zuccarini.

Rispondono no:

Abozzi, Adonnino, Alberti, Ambrosini, Andreotti, Angelucci, Arcaini, Arcangeli, Avanzini.

Bacciconi, Balduzzi, Baracco, Bastianetto, Bazoli, Bellato, Belotti, Bencivenga, Benedettini, Benvenuti, Bergamini, Bertola, Bertone, Bettiol, Biagioni, Bianchini Laura, Bonomi Paolo, Borsellino, Bosco Lucarelli, Bovetti, Braschi, Brusasca, Bubbio, Bulloni Pietro, Burato.

Caccuri, Caiati, Campilli, Camposarcuno, Cappa Paolo, Cappelletti, Cappi Giuseppe, Cappugi, Capua, Carbonari, Carignani, Caristia, Caronia, Carratelli, Caso, Cassiani, Castelli Edgardo, Castelli Avolio, Cavalli, Chatrian, Chieffi, Ciccolungo, Cimenti, Cingolani Mario, Clerici, Coccia, Codacci Pisanelli, Colitto, Colombo Emilio, Colonnetti, Conci Elisabetta, Condorelli, Coppi Alessandro, Corsanego, Cotellessa, Covelli, Cremaschi Carlo.

De Caro Gerardo, De Falco, De Gasperi, Del Curto, Delli Castelli Filomena, De Maria, De Martino, De Michele Luigi, De Palma, De Unterrichter Maria, Di Fausto, Dominedò, Dossetti.

Ermini.

Fabriani, Fanfani, Fantoni, Federici Maria, Ferrarese, Ferrario Celestino, Ferreri, Firrao, Foresi, Franceschini, Froggio, Fuschini.

Gabrieli, Galati, Garlato, Gatta, Germano, Geuna, Giacchero, Giannini, Giordani, Gonella, Gortani, Gotelli Angela, Grassi, Gronchi, Guariento, Guerrieri Emanuele, Guerrieri Filippo, Gui, Guidi Cingolani Angela.

Jacini, Jervolino.

Lagravinese Pasquale, Lazzati, Leone Giovanni, Lettieri, Lizier.

Malvestiti, Mannironi, Manzini, Marazza, Marconi, Marinaro, Martinelli, Marzarotto, Mastino Gesumino, Mastrojanni, Mattarella, Mazza, Meda Luigi, Medi Enrico, Mentasti, Merlin Umberto, Miccolis, Micheli, Monterisi, Monticelli, Montini, Morelli Luigi, Moro, Mortati, Motolese, Murdaca, Murgia.

Nicotra Maria, Notarianni, Numeroso.

Orlando Camillo.

Pallastrelli, Pastore Giulio, Pat, Pecorari, Pella, Perlingieri, Perugi, Petrilli, Piccioni, Pignedoli, Ponti, Proia, Puoti.

Quarello, Quintieri Adolfo.

Raimondi, Recca, Rescigno, Restagno, Riccio Stefano, Rivera, Rodinò Mario, Rodinò Ugo, Romano, Rumor.

Saggin, Salizzoni, Salvatore, Sampietro, Sartor, Scalfaro, Scelba, Schiratti, Scoca, Scotti Alessandro, Segni, Selvaggi, Siles, Spataro, Stella, Storchi, Sullo Fiorentino.

Tambroni Armaroli, Taviani, Terranova, Tessitori, Tieri Vincenzo, Titomanlio Vittoria, Togni, Tosato, Tosi, Tozzi Condivi, Trimarchi, Tripepi, Tumminelli, Tupini, Turco.

Uberti.

Valenti, Valmarana, Vanoni, Venditti, Viale, Vicentini, Vigo, Vilardi.

Zaccagnini, Zerbi, Zotta.

Astenuti:

Lucifero.

Nitti.

Orlando Vittorio Emanuele.

Sono in congedo:

Angelini, Arata.

Bernardi, Bordon.

Cairo, Canevari, Caprani, Cartia, Cosattini.

Gavina.

Jotti Leonilde.

Li Causi, Lombardo Ivan Matteo.

Montalbano.

Parri, Penna Ottavia.

Rapelli, Roselli.

Presidente Terracini. Dichiaro chiusa la votazione e invito gli onorevoli Segretari a procedere al computo dei voti.

(Gli onorevoli Segretari fanno il computo dei voti).

Presidente Terracini. Comunico il risultato della votazione nominale:

Presenti.......................... 418
Votanti...................... 415
Astenuti......................... 3
Maggioranza.............. 208
Hanno risposto sì....... 192
Hanno risposto no..... 223

(L'Assemblea non approva il primo comma dell'emendamento Rossi Paolo).

Presidente Terracini. Pongo ora in votazione il primo comma dell'articolo nel testo dell'onorevole Dossetti, che differisce da quello della Commissione perché vi si aggiunge la particella «ne»:

«L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento».

(È approvato).

Nel testo proposto dall'onorevole Rossi Paolo si riscontra una formula di carattere aggiuntivo che non esiste nel testo proposto dalla Commissione.

La stessa formula dell'onorevole Rossi Paolo si trova nell'emendamento proposto dall'onorevole Bernini, che egli ha dichiarato di conservare. Poiché le due formule coincidono in maniera assoluta, credo che l'onorevole Bernini aderirà all'emendamento dell'onorevole Rossi.

Bernini. Perfettamente.

Presidente Terracini. Sta bene. Passiamo alla votazione della formula aggiuntiva, che è del seguente tenore:

«L'istruzione, di qualunque grado, è tra le precipue funzioni dello Stato».

È stata presentata una richiesta di votazione per appello nominale dagli onorevoli Bassano, Morini, Preti, Calosso, Tremelloni, Zagari, Ghidini, Filippini, Veroni, Binni, Ruggiero, Bocconi, Treves, Di Gloria, Foa, Villani.

È stata anche presentata una richiesta di votazione a scrutinio segreto dagli onorevoli Gronchi, Dossetti, Bianchini Laura, Moro, Mattarella, Togni, Viale, Arcaini, Jervolino, Conci Elisabetta, Ferrario Celestino, Vitali, Galati, Coppi, Morelli Luigi, Tosi, Salvatori, Ermini, Federici Maria, Marconi, Fabriani, Balduzzi.

La richiesta di votazione a scrutinio segreto ha la precedenza su quella per appello nominale.

Martino Gaetano. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Martino Gaetano. Desidero far notare che questo è un emendamento aggiuntivo al secondo comma dell'articolo, mentre esistono parecchi emendamenti aggiuntivi al primo comma, sui quali non si è ancora votato. Fra gli altri ve ne è uno presentato dagli onorevoli Labriola, Della Seta, Lucifero, Corbino e da me.

Presidente Terracini. Mi permetta, onorevole Martino: esiste infatti questo emendamento che da lei e dagli altri proponenti è stato presentato in aggiunta al primo comma; ma io penso — non so se l'Assemblea vorrà concedermi questa facoltà — che i vari concetti espressi nell'articolo possono da me essere ordinati secondo un loro senso logico.

La votazione pertanto sulla sua proposta non è decaduta; vorrei riservarmi di porla ai voti insieme con formulazioni analoghe.

Ella insiste perché sia messo in votazione subito il suo emendamento?

Martino Gaetano. Non insisto.

Presidente Terracini. Indico la votazione a scrutinio segreto della formula aggiuntiva proposta dall'onorevole Rossi Paolo.

Si faccia la chiama.

Riccio, Segretario, fa la chiama.

(Segue la votazione).

Presidenza del Vicepresidente Pecorari

Presidente Pecorari. Dichiaro chiusa la votazione, e invito gli onorevoli Segretari a procedere alla numerazione dei voti.

(Gli onorevoli Segretari numerano i voti).

Presidenza del Presidente Terracini

Presidente Terracini. Comunico il risultato della votazione a scrutinio segreto:

Presenti e votanti............ 418
Maggioranza.............. 210
Voti favorevoli........... 200
Voti contrari.............. 218

(L'Assemblea non approva la formula aggiuntiva).

[Nel resoconto stenografico della seduta, segue l'elenco dei deputati che hanno preso parte al voto.]

[...]

Presidente Terracini. Si dovrà procedere ora alla votazione della prima parte del secondo comma, che nel testo della Commissione è del seguente tenore:

«La Repubblica detta le norme generali sulla istruzione».

Nell'emendamento dell'onorevole Rossi Paolo, che corrisponde a quello proposto dall'onorevole Bernini, si dice: «che detta le norme generali».

L'emendamento dell'onorevole Dossetti riprende integralmente il testo della Commissione: «La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione».

Le tre formulazioni coincidono e pertanto pongo senz'altro in votazione la prima parte del secondo comma nella dizione proposta dalla Commissione:

«La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione».

(È approvata).

La seconda parte di questo comma, nel testo della Commissione, dice:

«organizza la scuola in tutti i suoi gradi mediante istituti statali».

L'onorevole Dossetti propone:

«ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi».

L'onorevole Rossi Paolo propone nel suo emendamento, che coincide con quello dell'onorevole Bernini:

«organizza la scuola statale in tutti i suoi gradi e tipi».

Mi pare che le tre formulazioni non differiscano troppo tra di loro.

Tonello. Chiedo la verifica del numero legale (Rumori Commenti).

Presidente Terracini. Onorevole Tonello, la sua richiesta deve essere presentata nei termini regolamentari, cioè deve essere firmata da dieci deputati.

Pongo, pertanto, in votazione la formulazione dell'onorevole Dossetti, che è quella che più si allontana dal testo:

«ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi».

Tonello. Chiedo l'appello nominale! (Proteste al centro e a destra — Rumori).

Presidente Terracini. Non possiamo continuare in questa maniera i nostri lavori! L'appello nominale si chiede nei modi stabiliti dal Regolamento. (Interruzione dell'onorevole Bernini).

All'onorevole Bernini faccio presente che il Regolamento va osservato. La domanda di votazione per appello nominale non è valida, se non perviene alla Presidenza nei modi prescritti. Avevo già posto in votazione la formula dell'onorevole Dossetti, quindi la richiesta varrà per le votazioni successive.

(La seconda parte del secondo comma nella formulazione dell'onorevole Dossetti è approvata).

Passiamo alla terza parte del secondo comma, che nel testo della Commissione è del seguente tenore:

«riconosce ad enti ed a privati la facoltà di formare scuole ed istituti di educazione».

L'onorevole Dossetti ha proposto il seguente comma: «Enti e privati hanno diritto di istituire scuole con la sola osservanza delle norme di diritto comune», che più si allontana dal testo della Commissione, mentre l'emendamento dell'onorevole Rossi Paolo è così formulato: «e riconosce ad enti ed a privati la facoltà di istituire scuole ed istituti di educazione», riprendendo integralmente la formulazione proposta dalla Commissione.

Pongo, pertanto, in votazione la formulazione dell'onorevole Dossetti.

Avverto che per questa votazione è stato chiesto l'appello nominale dagli onorevoli Scoccimarro, Reale Eugenio, Fogagnolo, Scarpa, Mariani Enrico, Cevolotto, Dugoni, Preti, Gullo Rocco, Treves, Longhena, Minio, Bernini, Cavallari, Codignola.

Dossetti. Per quale parte dell'articolo è stata fatta la richiesta di appello nominale?

Presidente Terracini. Onorevole Dossetti, è evidente che la domanda, presentata in questo momento, si riferisce alla votazione annunciata e non può riferirsi ad altri punti dell'articolo che non sono stati posti in votazione. Chiederò, comunque, ai firmatari su che cosa chiedono l'appello nominale.

Onorevole Scoccimarro, la domanda di appello nominale si riferisce al punto che è ora in votazione?

Scoccimarro. Sì, si riferisce a questo punto.

Presidente Terracini. Indico la votazione per l'appello nominale sul seguente comma proposto dall'onorevole Dossetti, che sostituisce la terza parte del secondo comma dell'articolo 27:

«Enti e privati hanno diritto di istituire scuole con la sola osservanza delle norme di diritto comune».

Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

(Segue il sorteggio).

Comincerà dall'onorevole Ponti.

Si faccia la chiama.

Riccio, Segretario, fa la chiama.

Rispondono sì:

Abozzi, Adonnino, Alberti, Ambrosini, Andreotti, Angelucci, Arcaini, Arcangeli, Avanzini.

Bacciconi, Balduzzi, Baracco, Bastianetto, Bazoli, Bellato, Belotti, Bencivenga, Benedettini, Benvenuti, Bergamini, Bertola, Bertone, Bettiol, Biagioni, Bianchini Laura, Bonomi Paolo, Borsellino, Bosco Lucarelli, Bovetti, Braschi, Brusasca, Bubbio, Bulloni Pietro, Burato.

Caccuri, Caiati, Campilli, Camposarcuno, Cappa Paolo, Cappelletti, Cappi Giuseppe, Cappugi, Capua, Carbonari, Carignani, Caristia, Caronia, Carratelli, Caso, Cassiani, Castelli Edgardo, Castelli Avolio, Cavalli, Chatrian, Chieffi, Ciccolungo, Cimenti, Cingolani Mario, Clerici, Coccia, Codacci Pisanelli, Colitto, Colombo Emilio, Colonnetti, Conci Elisabetta, Condorelli, Coppi Alessandro, Corbino, Corsanego, Cotellessa, Cremaschi Carlo.

Damiani, D'Amico Diego, De Caro Gerardo, De Falco, De Gasperi, Del Curto, Delli Castelli Filomena, De Maria, De Martino, De Michele Luigi, De Palma, De Unterrichter Maria, Di Fausto, Dominedò, Dossetti.

Ermini.

Fabriani, Fanfani, Fantoni, Federici Maria, Ferrarese, Ferrario Celestino, Ferreri, Firrao, Foresi, Franceschini, Fresa, Froggio, Fuschini.

Gabrieli, Galati, Garlato, Gatta, Germano, Geuna, Giacchero, Giannini, Giordani, Gonella, Gortani, Gotelli Angela, Grassi, Gronchi, Guariento, Guerrieri Emanuele, Guerrieri Filippo, Gui, Guidi Cingolani Angela.

Jacini, Jervolino.

Lagravinese Pasquale, Lazzati, Leone Giovanni, Lettieri, Lizier.

Malvestiti, Mannironi, Manzini, Marazza, Marconi, Marinaro, Martinelli, Marzarotto, Mastino Gesumino, Mastrojanni, Mattarella, Mazza, Meda Luigi, Medi Enrico, Mentasti, Merlin Umberto, Miccolis, Micheli, Monterisi, Monticelli, Montini, Morelli Luigi, Moro, Mortati, Motolese, Murdaca, Murgia.

Nicotra Maria, Notarianni, Numeroso.

Orlando Camillo.

Pallastrelli, Pastore Giulio, Pat, Pecorari, Pella, Perlingieri, Perugi, Petrilli, Piccioni, Pignedoli, Ponti, Proia, Puoti.

Quarello, Quintieri Adolfo.

Raimondi, Recca, Rescigno, Restagno, Riccio Stefano, Rivera, Rodinò Mario, Rodinò Ugo, Romano, Rumor.

Saggin, Salizzoni, Salvatore, Sampietro, Sartor, Scalfaro, Scelba, Schiratti, Scoca, Scotti Alessandro, Segni, Selvaggi, Siles, Spataro, Stella, Storchi, Sullo Fiorentino.

Tambroni Armaroli, Taviani, Terranova, Tessitori, Tieri Vincenzo, Titomanlio Vittoria, Togni, Tosato, Tosi, Tozzi Condivi, Trimarchi, Tripepi, Tumminelli, Tupini, Turco.

Uberti.

Valenti, Valmarana, Vanoni, Venditti, Viale, Vicentini, Vigo, Vilardi.

Zaccagnini, Zerbi, Zotta.

Rispondono no:

Bellusci, Bernabei, Bibolotti.

Camangi, Cevolotto, Conti, Cortese.

De Vita, Dugoni.

Fedeli Armando.

Longhena.

Mariani Enrico, Massola, Minio, Molinelli, Morelli Renato.

Paolucci.

Ravagnan, Reale Eugenio.

Scarpa, Scoccimarro, Secchia.

Astenuti:

Bruni.

Lucifero.

Sono in congedo:

Angelini, Arata.

Bernardi, Bordon.

Cairo, Canevari, Caprani, Cartia, Cosattini.

Gavina.

Jotti Leonilde.

Li Causi, Lombardo Ivan Matteo.

Montalbano.

Parri, Penna Ottavia.

Rapelli, Roselli.

Presidente Terracini. Dichiaro chiusa la votazione e invito gli onorevoli Segretari a procedere al computo dei voti.

(Gli onorevoli Segretari fanno il computo dei voti).

[Dopo una discussione relativa all'interpretazione dell'articolo del Regolamento che tratta del numero legale, il Presidente Terracini prosegue:]

Presidente Terracini. [...] Poiché la votazione ora effettuata non è valida, in quanto risulta che il numero legale non è stato raggiunto, non ne comunico i risultati.

Dichiaro che i votanti sono stati 258, compresi i firmatari della richiesta di appello nominale e tenuto conto dei congedi, che sono diciotto. Il numero di deputati da considerare è di 538, la cui metà più uno ammonta a 270.

I votanti sono risultati 258 e pertanto mancano dodici voti perché il numero legale sia raggiunto.

Cingolani. Chiedo se vi fossero dei presenti in Aula e non votanti.

Presidente Terracini. Onorevole Cingolani, gli onorevoli colleghi sono stati ben attenti per constatare se tutti i presenti in Aula votavano. Me ne sono stati segnalati due, che io, senza ancora aver consultato i precedenti di cui vi ho informato, ho chiamato per nome, invitandoli a votare: per esempio, l'onorevole Dugoni.

Ripeto che il numero di 258 comprende tutti i colleghi presenti nell'Aula. Se da parte dei colleghi si ritiene che altri ve ne fossero che non hanno risposto alla chiama mentre erano nell'Aula, sono pregati di farne presenti i nomi, per poter procedere agli accertamenti del caso.

[...]

Presidente Terracini. [...] Ed ora, in relazione alle disposizioni del Regolamento, si tratta di trarre le conseguenze dalla constatata mancanza del numero legale.

A norma del Regolamento, rinvio di un'ora la seduta. (Commenti).

[...]

(La seduta, sospesa alle 22,40, è ripresa alle 23,40).

Presidente Terracini. Dobbiamo rimettere in votazione la formula proposta dall'onorevole Dossetti, sostitutiva della terza parte del secondo comma dell'articolo 27:

«Enti e privati hanno diritto di istituire scuole con la sola osservanza delle norme di diritto comune».

È stata chiesta la verifica del numero legale dagli onorevoli Preti, Codignola, Bernini, Pistoia, Rocco Gullo, Binni, Longhena, Foa, Bruni, Cevolotto. (Commenti Rumori).

Una voce al centro. Lei non dice una parola per gli assenti!

Presidente Terracini. Agli assenti parleremo quando saranno presenti. Non ho l'abitudine di mandare a dire agli assenti cose che posso dire in loro presenza.

In questo momento vi prego, onorevoli colleghi, noi che siamo presenti, conduciamoci in maniera da salvare il prestigio dell'Assemblea, della quale oggi siamo i rappresentanti. (Commenti).

Cappa. Chiedo che si constati se i firmatari della richiesta per la verifica del numero legale sono presenti.

Cingolani. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Cingolani. Signor Presidente, mi ero permesso anch'io, un momento fa, di chiedere alla sua cortesia che accertasse la presenza di coloro che hanno firmato la domanda di verifica del numero legale.

Presidente Terracini. Non ho udito, onorevole Cingolani.

Cingolani. Non voglio fare una doglianza per questo, ma ora mi associo alla richiesta dell'onorevole Cappa.

Presidente Terracini. Passo subito ad accertarmi se i firmatari della domanda di verifica del numero legale sono presenti.

(Fa l'appello degli onorevoli Preti, Codignola, Bernini, Pistoia, Rocco Gullo, Binni, Longhena, Foa, Bruni, Cevolotto, i quali risultano tutti presenti).

Procediamo ora all'appello nominale per la verifica del numero legale. Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

(Segue il sorteggio).

Comincerà dall'onorevole Manzini.

Si faccia la chiama.

Riccio, Segretario, fa la chiama.

[Nel resoconto stenografico della seduta segue l'elenco dei deputati presenti e dei deputati in congedo.]

Presidente Terracini. Dichiaro chiuso l'appello.

Invito gli onorevoli Segretari a procedere al computo dei presenti.

(Gli onorevoli segretari procedono al computo).

Comunico che, dal computo dei presenti, risulta che l'Assemblea non è in numero legale per deliberare.

I nomi dei deputati assenti senza regolare congedo saranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale.

A termini dell'articolo 36 del Regolamento, la seduta è rinviata alle 15 di martedì 29.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti