[Il 17 aprile 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del Titolo secondo della Parte prima del progetto di Costituzione: «Rapporti etico-sociali».

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Bosco Lucarelli. [...] Ritengo che nella Costituzione bisogna includere un accenno alla necessità di sviluppare l'insegnamento professionale dei lavoratori. All'articolo 41 vi è un accenno all'elevazione professionale dei lavoratori della terra. Ma occorrerebbe in questo titolo porre un accenno più generale e completo per la scuola professionale del lavoro.

Bisogna migliorare l'ordinamento delle nostre scuole industriali, e fare che esse aderiscano alle condizioni, alle necessità ed ai bisogni delle industrie.

Nei pochi mesi nei quali mi sono occupato, come Sottosegretario all'industria e commercio, delle scuole industriali, ho presieduto la Commissione per la riforma dell'insegnamento industriale, Commissione alla quale parteciparono i rappresentanti delle organizzazioni operaie, delle organizzazioni degli insegnanti e degli industriali.

A conclusione fu presentato alla Camera dei Deputati il giorno 11 luglio 1922 analogo disegno di legge.

In esso per la prima volta veniva contemplato quel tipo di scuola, che è poi divenuta la scuola di avviamento al lavoro.

Questa scuola per l'apprendistato era una necessità per le leggi internazionali del lavoro, che avevano elevato a 14 anni l'età minima per essere ammessi al lavoro, e per essere già in funzione nel Trentino, che allora si univa alla patria italiana.

Col detto disegno di legge veniva abbandonato ogni criterio di classifica tra le scuole che non venivano più divise in gradi, e la scuola per operai specializzati veniva lasciata libera di organizzarsi secondo le varie esigenze delle industrie, senza programmi unici e senza neppure un determinato numero fisso di anni di corso.

Venne poi il fascismo e la scuola avulsa dai Ministeri tecnici andò a burocratizzarsi al Ministero della educazione nazionale, divenendo scuola tecnica industriale.

Nel detto disegno di legge erano anche previsti corsi di perfezionamento, ad orari ridotti e per alcuni giorni, ove potessero andare a perfezionarsi gli operai già addetti all'industria, e gli industriali avevano l'obbligo di mandarvi gli operai, conservando loro la paga.

Pensiamo che parte notevole della potenza industriale della Germania era dovuta all'avere a suo tempo riformate le sue scuole industriali.

Una repubblica che dichiara suo fondamento il lavoro, non può non affermare nella sua Carta costituzionale il proposito di voler dare alla scuola del lavoro il suo massimo impulso.

Alla classe lavoratrice, che chiede di partecipare più intensamente alla vita del Paese dobbiamo guardare con fiducia e dobbiamo preparare nella scuola i mezzi per la sua ascesa. (Vivi applausi).

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti