[Il 1 ottobre 1946, nella seduta pomeridiana, la terza Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione sull'intrapresa economica.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della seduta.]

Taviani. [...] preferirebbe dire:

«Le imprese economiche possono essere private, cooperativistiche e collettive.

«L'iniziativa privata è libera. L'impresa privata non può essere esercitata in contrasto, ecc.».

Colitto trova eccessiva la casistica.

Taviani risponde che nella discussione sulla proprietà non si è specificato, ma in questa sede c'è il problema dei salari, il problema dei rapporti di lavoro, e occorre fare una specificazione; parlare solo di «bene comune» è troppo vago.

Merlin Angelina afferma che stamani, quando è stato letto l'articolo, era rimasta colpita da quella disarmonia che ha poi notato l'onorevole Taviani, e si associa a quanto egli ha detto. Però osserva che questa dichiarazione di imprese, che possono essere individuali, cooperativistiche e collettive le sembra inutile, in primo luogo perché è sempre contraria a queste definizioni, ma poi perché negli altri commi si parla di impresa individuale, impresa cooperativa, ecc. Quindi ritiene implicita l'esistenza di queste imprese senza bisogno di inutili definizioni.

Taviani fa notare che questo è un problema di secondo ordine: bisogna essere d'accordo sul concetto. Ricorda la votazione dell'articolo sulla proprietà, di cui l'articolo in esame vuole essere il parallelo e l'eco che ha avuto nella stampa, per cui non ritiene inutile parlare di impresa cooperativistica.

Occorre una formulazione giuridica per questi tre tipi di impresa, che possa servire di base al futuro legislatore.

L'onorevole Colitto trova superfluo specificare tanto; ma, se trattando della proprietà ci si è limitati alla espressione «funzione sociale», qui, nella parte dinamica della vita economica, è necessario specificare.

[...]

Canevari anziché «l'impresa gestita in forma cooperativa» propone «l'impresa cooperativa».

Il Presidente Ghidini mette ai voti i primi tre commi nel seguente nuovo testo:

«Le imprese economiche possono essere private, cooperativistiche, collettive.

L'iniziativa privata è libera. L'impresa privata non può esser in contrasto con l'utilità sociale in modo da recar danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

L'impresa cooperativa deve rispondere alla funzione della mutualità ed è sottoposta alla vigilanza stabilita per legge. Lo Stato ne favorisce l'incremento con i mezzi più idonei».

(Sono approvati).

Merlin Angelina ha approvato i tre commi, ma fa una riserva per quanto riguarda quella specificazione di «private, cooperativistiche e collettive».

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti