[Il 7 maggio 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del Titolo terzo della Parte prima del progetto di Costituzione: «Rapporti economici».

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Della Seta. [...] Ed apprezziamo anche la sobrietà con la quale è stato formulato l'articolo 43. Si riconosce per esso ai lavoratori il diritto di partecipare alla gestione delle aziende ove prestano la loro opera, non precisando se a titolo deliberativo o consultivo, tutto rinviando alla disciplina della legge. Anche a prescindere dal carattere superaziendale che taluni di questi consigli vanno assumendo, certo questi consigli di gestione, specie se, come si dovrebbe, si ammettono gli operai alla partecipazione degli utili, segnano un passo notevole per la pacificazione e la collaborazione tra le classi, per quanto, bisogna non dimenticarlo, essi segnano se non una fase, e non l'ultima, nella lotta, ormai secolare, per la emancipazione del lavoro.

[...]

Presidente Terracini. [...] Ha facoltà di parlare l'onorevole Ghidini, a nome della Commissione.

[...]

Ghidini, Presidente della terza Sottocommissione. [...] Il solo che abbia portato la discussione in un campo veramente generale e fondamentale è stato l'onorevole Maffioli che ha posto a base del suo ragionamento una concezione dello Stato profondamente diversa da quelle che ha animato la parola de' suoi stessi colleghi. Infatti è certo che non tutti i suoi amici accedono all'opinione da lui espressa. Egli in sostanza professa la concezione dello Stato agnostico; dello Stato che non deve intervenire nel campo economico; che lascia completamente libera l'iniziativa privata; dello Stato che non agisce come elemento attivo di coordinazione, di controllo e di propulsione del fatto economico, ma piuttosto come gendarme dell'ordine esteriore, di quell'ordine dietro il quale si riparano il privilegio di pochi, la miseria di molti e la ingiustizia per tutti.

Ma l'onorevole Maffioli stesso ha sentito tutta l'anacronisticità dal suo pensiero tanto che a un certo punto (se ho ben compreso) ha soggiunto, per temperarne l'asprezza, che bisogna impedire il formarsi del super-capitalismo. Ma egli non si è accorto che in tal modo contraddiceva alle sue stesse premesse. Se si lascia libero sfogo alla legge della libera concorrenza e alla libera iniziativa animata solo dal fine del profitto personale, si arriva pur sempre al supercapitalismo e così a quelle conseguenze che lo stesso onorevole Maffioli depreca, fra le quali primeggia la guerra tremenda che fu la rovina di tanti popoli.

A conforto comune devo tuttavia rilevare che l'onorevole Maffioli ha espresso un'opinione personale. Io devo pensare che egli non abbia parlato in nome del Gruppo al quale appartiene poiché un altro deputato del Fronte dell'uomo qualunque, altrettanto autorevole, l'onorevole Colitto, a proposito dei consigli di gestione, contro cui l'onorevole Maffioli è partito con lancia in resta, ha dettato questo emendamento testuale: «I lavoratori hanno diritto di partecipare nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi alla gestione delle aziende ove prestano la loro opera per cooperare allo sviluppo tecnico ed economico di esse».

Il che vuol dire che l'onorevole Colitto non solo non vuole allontanare i lavoratori, ma vuole che essi collaborino allo sviluppo e all'incremento tecnico dell'azienda. Egli dunque non trova nulla di catastrofico nella creazione di questi consigli.

Una voce al centro. Le due tesi non sono in contrasto.

Ghidini, Presidente della terza Sottocommissione. Non tutti adunque sono dell'opinione dell'onorevole Maffioli, e penso che la concezione dello Stato che egli ha posto a base della sua discussione non sarà accolta neppure dalla maggioranza del suo Gruppo.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti