[Il 24 settembre 1946 la seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione sull'organizzazione costituzionale dello Stato.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della seduta.]

Mortati, Relatore, desidera fare alcune dichiarazioni di carattere personale. Premette di ritenere che il Senato debba essere posto in condizioni di parità con la Camera dei deputati e che pertanto debba avere efficienza politica pari a quella della Camera stessa.

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Zuccarini. [...] È necessario inoltre che, per quanto riguarda i loro poteri, le due Camere si equilibrino fra di loro e, pure avendo origini diverse, stiano perfettamente sullo stesso piano, perché in un ordinamento veramente democratico ogni potere deve non sovrapporsi mai ad un altro.

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Laconi osserva che la discussione odierna risente del fatto che non è stata decisa inizialmente la funzione delle due Camere ed in special modo quella del Senato. Se la seconda Camera non deve esercitare una funzione di freno, di correttivo, non può rimanerle che una funzione integrativa delle funzioni esercitate dalla prima. Ciò implica che la seconda Camera non potrà trovarsi nello stesso piano della prima, ed infatti in tutte le costituzioni democratiche essa ha sempre poteri più o meno subordinati a quelli attribuiti all'altra. Ciò non significa che si voglia fare del Senato un organo inutile e soltanto decorativo: esso dovrà avere le sue precise funzioni anche se in un certo senso limitate, (l'esame dei bilanci dovrebbe essere affidato alla prima Camera, come storicamente è sempre stato ed è in tutti i paesi democratici e nella stessa Inghilterra) dovrà intervenire in materia di legislazione ordinaria con cautele previste dalle principali costituzioni democratiche moderne, e deliberare anche sull'operato del Governo entro quei limiti che potranno essere in seguito determinati.

Affinché la seconda Camera possa esercitare funzioni così importanti, anche se in un certo senso limitate rispetto a quelle della prima, si rende quanto mai necessario che essa sia costituita su base soltanto elettiva.

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Leone Giovanni è d'accordo con l'onorevole Laconi sulla pregiudiziale, che sarebbe stato più opportuno stabilire prima l'ambito dei poteri della seconda Camera e poi decidere sulla sua composizione. Dissente invece da lui sulla sostanza, in quanto ritiene che la seconda Camera debba avere poteri eguali alla prima. Osserva per altro che quando l'onorevole Laconi sosteneva che la seconda Camera doveva essere integrativa della prima e aggiungeva che essa doveva rappresentare gli interessi economici e morali rappresentati nella Camera dei deputati, poneva, senza avvedersene, le premesse della parità tra l'una e l'altra Assemblea.

A suo avviso è di fondamentale importanza il principio della parità tra Senato e Camera ed occorrerà su questo prendere una chiara decisione nel senso appunto che la seconda Camera nella funzione legislativa, nel controllo sull'azione governativa e nelle elezioni del Capo dello Stato deva avere situazione eguale a quella della prima.

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Conti. [...] Quanto alla parità delle funzioni della Camera e del Senato essa, a suo avviso, deve essere senz'altro riconosciuta, perché la seconda Camera, se non avesse la possibilità di affermare le proprie decisioni nei confronti della prima, non avrebbe ragione di essere.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti