[Il 16 settembre 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale dei seguenti Titoli della Parte seconda del progetto di Costituzione: Titolo I «Il Parlamento», Titolo II «Il Capo dello Stato», Titolo III «Il Governo».

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Ambrosini. [...] L'altro punto, sul quale pregiudizialmente io mi permetto di dire una parola, è quello che riguarda la stabilità del Senato. Noto l'assenso dell'onorevole De Michelis, il quale l'altro giorno me ne aveva parlato.

La questione venne posta nella seconda Sottocommissione ed ha continuato a formare oggetto di discussione e di meditazione.

Onorevoli colleghi, occorre, specialmente nella mutevole vita moderna, che ci sia una qualche àncora, un qualche punto di stabilità. La mutevolezza nella composizione delle Assemblee si ripercuote sulla mutevolezza della legislazione; e la mutevolezza della legislazione finisce per turbare gravemente gli interessi del popolo e specialmente la visuale generale che all'interno ed all'estero deve aversi della politica dello Stato.

Per assicurare questa stabilità tanti legislatori hanno ritenuto opportuno che, mentre la prima Camera si muti completamente, a periodi determinati e prima dello scadere della sua vita ordinaria in caso di scioglimento, — la seconda Camera abbia un'esistenza continuativa da mantenersi a mezzo di rinnovamenti periodici soltanto parziali. Ci sono seconde Camere che durano sei, otto, dieci anni. C'è il sistema di rinnovarle per metà o per un terzo o per un quarto. La misura è questione di dettaglio; si può scegliere qualsiasi sistema; ma ritengo opportuno, utile, quasi necessario, appunto in considerazione del succedersi continuo degli eventi della vita moderna, che si affermi una certa stabilità nella vita di uno degli organi legislativi.

Noi questa stabilità potremmo riuscire ad averla quando istituissimo un Senato che duri in permanenza, rinnovandosi non completamente, ma solo parzialmente a data fissa.

Si avrebbero così due vantaggi: quello della stabilità e l'altro inerente alla ripresa di contatto, per mezzo del rinnovamento parziale, con la pubblica opinione e col corpo elettorale, qualunque sarà per essere.

[...]

Nitti. [...] Qui, se si dice: la Camera dei Deputati dura 5 anni, si deve ammettere che anche il Senato dura 5 anni. Non c'è nessuna ragione perché duri anch'esso 5 anni. Ma se non si accetta la stessa durata, pare che si offenda, come si dice, la democrazia.

[...]

Noi pretendiamo che se il Senato duri cinque anni, la Camera deve durare cinque anni, e le due Camere devono essere regolate allo stesso modo, ciò che è non solo inutile ma anche dannoso. Democrazia non vuol dire uniformità.

Quindi, quale è l'ordinamento degli Stati Uniti? Gli Stati Uniti hanno una Camera dei Rappresentanti (noi diciamo Camera dei Deputati) che dura due anni perché è una Camera eletta direttamente dal popolo e si vuole dia la viva sensazione del paese. Quindi la Camera si rinnova ogni due anni. Si può sapere ciò che il paese pensa e desidera e saperlo a brevi intervalli.

[...]

[Negli Stati Uniti] Quanto dura il Presidente della Repubblica? Dura quattro anni; quindi con la durata delle Assemblee nessuna uniformità. La democrazia non richiede uniformità; spesso anche l'esclude.

Negli Stati Uniti dunque la Camera dei Rappresentanti è rinnovata ogni due anni, il Presidente della Repubblica dura quattro anni ed i Senatori durano sei anni e si rinnovano ogni due anni di un terzo. Il Senato dunque non si scioglie. Questo è altro errore in questo progetto di Costituzione che ci presentate. Si può sciogliere la Camera e nello stesso modo il Senato? No, il Senato in America non si scioglie mai. Anche in Francia non si scioglieva il Senato. Quale era in Francia la situazione? La Francia aveva una Camera che durava quattro anni, aveva un Presidente della Repubblica che durava sette anni (periodo per me troppo lungo) e aveva poi un Senato che durava nove anni e si rinnovava di un terzo ogni tre anni. Voi dire che per avere la democrazia bisogna avere le stesse leggi. No, le stesse leggi si può averle nel loro contenuto politico essenziale, non già nella loro forma e nel loro funzionamento.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti