[Il 12 marzo 1947 l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. [...] Un altro problema è il modo di elezione del Presidente, che potrebbe esser eletto dal popolo.

Orlando Vittorio Emanuele. Io lo preferisco.

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Anche io lo preferisco. Si ristabilirebbe un po', di fronte al Parlamento, l'altro pilone del regime di Gabinetto; non quello del re, che è definitivamente caduto, ma di un Capo dello Stato eletto allo stesso modo del Parlamento, con le sue radici egualmente nella sovranità popolare. Per tale designazione vi sono argomenti pro e contro. Vi è contro, lo ha detto un collega, lo spettro di Cesare, di Buonaparte, di Hitler, ed è una preoccupazione che in molti prevale su ogni altra. Ma, intendiamoci bene, non sarebbe mai il Capo del Governo e dell'esecutivo, come è in America col sistema presidenziale. Sarebbe soltanto il Capo dello Stato con determinati poteri, quali abbiamo tracciati noi.

L'onorevole Saragat, con molta lucidità, sente il bisogno che in un mondo così pluralistico per i partiti, dove non vi è una maggioranza solida e piena, ma un disordinato fluire, ed un eterno contrasto, esista qualcosa di solido e di fermo su cui condurre una politica durevole; ed a tal fine richiede l'elezione popolare del Capo dello Stato. L'onorevole Orlando aderisce, e così altri ed eminenti, ma pochi, uomini politici, ad una proposta che ha intenti tutt'altro che totalitari.

 

PrecedenteSuccessiva

Home

 

 

A cura di Fabrizio Calzaretti