[Il 16 settembre 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale dei seguenti Titoli della Parte seconda del progetto di Costituzione: Titolo I «Il Parlamento», Titolo II «Il Capo dello Stato», Titolo III «Il Governo».

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Ambrosini. [...] Secondo: bisogna evitare che la posizione del Capo dello Stato sia resa instabile, non solo in diritto — il che fa il nostro progetto di Costituzione — ma anche in via di fatto — il che noi dobbiamo raccomandare alle future Assemblee legislative, perché nel funzionamento della macchina parlamentare e dell'esecutivo non ricorrano a quegli espedienti, che possano indurre o costringere il Capo dello Stato alle dimissioni, come varie volte avvenne in Francia, sotto la terza Repubblica, con tutte le conseguenze, che gli storici hanno constatato. (Interruzioni a sinistra). Il Capo dello Stato non ha propria volontà esclusiva. Inconvenienti ce ne sono in tutti i sistemi. Qualsiasi sistema potrebbe essere sottoposto a numerosissime critiche. Bisogna vedere fra i vari inconvenienti quale è il minore.

Ebbene, secondo il nostro modesto modo di vedere, la stabilità del Capo dello Stato è un bene, che supera gli eventuali inconvenienti; anche perché — siccome il Capo dello Stato non può agire per volontà particolaristica individuale, ma deve adeguare la sua volontà a quella del Governo, il quale a sua volta non può restare in carica se non con la fiducia delle Camere — praticamente è impossibile la dittatura, praticamente sono le Camere ad avere la direttiva e la bussola dello Stato. Vero è che il Capo dello Stato può sciogliere le Camere; ma deve essere d'accordo col Governo. Ed in questo caso nessuno ha da lamentarsi, perché è il corpo elettorale, che in definitiva, nell'esercizio della sua sovranità, deciderà, tracciando le direttive al nuovo Governo, alle quali direttive il Capo dello Stato deve uniformarsi.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti