[Il 12 marzo 1947 l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. [...] Si è, oltre a ciò, cercato di assicurare una certa stabilità ai Governi. Ai vecchi tempi che io ricordo i Governi cadevano talvolta sopra una buccia di limone; era sempre possibile un'imboscata parlamentare, un voto all'ultim'ora, proposto con insidiosa improvvisazione da qualche esperto manovratore. Noi non vogliamo che il Governo sia, secondo recenti concezioni, nominato per un periodo fisso dall'Assemblea; il Governo per noi non è il comitato esecutivo dell'Assemblea, come inclina a ritenere Kelsen; è nominato dal Capo dello Stato; e deve avere la fiducia del Parlamento; dove è la sua vera base e ragion d'essere. Ma è appunto perché fiducia e sfiducia siano espresse chiaramente e con senso di responsabilità, che si chiede una procedura di meditato intervento delle Camere riunite. Non vedo in ciò, tutt'altro, la via del totalitarismo. Casomai, un tentativo di regolare il pluralismo dei partiti; che è anch'esso un male, dove non si formi una maggioranza sufficiente.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti