[Il 21 aprile 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del Titolo secondo della Parte prima del progetto di Costituzione: «Rapporti etico-sociali».

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Della Seta. [...] Un punto bisogna chiarire. Ci si è domandato ieri, con trepidazione: Non pensate, voi repubblicani, quale pericolo potrebbe correre la scuola di Stato col porre troppo l'accento sulle autonomie regionali?

Rispondiamo che noi, repubblicani, non vogliamo né lo Stato burocratico accentratore e neppure delle autonomie che siano in contrasto con l'unità politica dello Stato e con l'unità spirituale della Nazione. Ma, prima di essere un problema politico, è un risultato della moderna scienza pedagogica il riconoscere che scuola di Stato non significa scuola uniforme. La scuola elementare, la scuola professionale, la scuola dell'artigianato, la scuola rurale non possono non adattare le loro esigenze a quelle che sono le condizioni della regione. Non che l'insegnante, come è stato da taluno proposto, debba dare la sua lezione in dialetto. Sarebbe una esagerazione. Ma l'adattare queste scuole al carattere della regione, alle esigenze locali, risponde ad esigenze di carattere psicologico e pedagogico. Non riconoscerle significa ignorare i principî primi della scienza educativa.

[...]

Macrelli. [...] Noi vogliamo proporci di difendere la scuola, come funzione statale di interesse nazionale; noi vogliamo che esista un controllo efficace, effettivo da parte dello Stato su tutte le iniziative private.

Tranquillizzo perciò l'amico onorevole Bernini che l'altra sera si rivolgeva proprio a noi di parte repubblicana e diceva: forse voi che perseguite la fantasia del regionalismo, del frazionamento dell'Italia, non comprendete l'importanza del problema scolastico sotto questo riguardo.

No, onorevole Bernini, chi conosce la scuola repubblicana non può avere alcun dubbio a questo proposito: Noi lo abbiamo detto e lo riaffermiamo oggi: è lo Stato che deve intervenire, dalle Alpi alla Sicilia, se vogliamo adoperare la solita frase.

 

PrecedenteSuccessiva

Home

 

 

A cura di Fabrizio Calzaretti