[Il 30 maggio 1947 l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del Titolo quinto della Parte seconda del progetto di Costituzione: «Le Regioni e i Comuni».

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Carboni. [...] Permettetemi, voi onorevoli colleghi che siete autonomisti integrali, di osservare che, se volete attribuire alle Regioni il potere legislativo, ciò è nell'intento di farne organismi capaci di provvedere alle esigenze regionali, autosufficienti. A questo scopo proponete anche l'autonomia finanziaria.

Ma credete realmente che con il potere legislativo e con l'autonomia finanziaria le Regioni avranno la possibilità di assolvere ai loro bisogni? O piuttosto non confessate voi stessi l'inidoneità del mezzo quando siete costretti ad escogitare quel fondo di solidarietà nazionale, che molto probabilmente si trasformerà in un fondo di gelosie e di contrasti?

Sinora lo Stato ha distribuito il gettito delle imposte tra le varie Regioni secondo le esigenze, senza badare alla loro provenienza. D'ora innanzi, se il progetto sarà approvato, saranno tanti rivoli diversi che giungeranno al fondo di solidarietà nazionale, dove si determinerà una differenziazione tra Regioni esuberanti e Regioni deficitarie; e dal fondo di solidarietà nazionale l'eccedenza delle Regioni ricche andrà a quelle povere, ma chi sa dopo quali e quante discordie e rivalità.

Non solo, ma in un momento come questo, in cui da tante parti si reclama la risoluzione del problema meridionale, credete realmente che essa sarà avvantaggiata dalla creazione della Regione? Credete realmente che le Regioni meridionali, sia pure sussidiate dallo Stato attraverso il fondo di solidarietà nazionale, saranno in condizioni di suscitare le energie necessarie per imprimere un nuovo sviluppo all'economia del Mezzogiorno? C'è da dubitarne fortemente, se non si voglia rispondere senz'altro negativamente, perché la ripresa del Mezzogiorno è condizionata dalla soluzione di alcuni problemi fondamentali (impianto di grandi centrali elettriche, riforma e bonifica del latifondo, costruzione di strade interregionali, regolarizzazione delle acque) i quali, per la loro grandiosità e per l'importo della spesa, vanno impostati e risolti sul piano nazionale.

Schiratti. Ma lo Stato centralizzato questi problemi non li ha ancora risolti!

[...]

Cicerone. [...] Un altro punto desideravo chiarire: è quello della questione finanziaria. Si è parlato della questione finanziaria, per quanto riguarda la Regione, in due ordini di termini. Si è detto: certamente la Regione necessiterà di suoi funzionari, necessiterà di suoi uffici nei capoluoghi di Regione e nei distretti di Provincia. E questo è vero. Certamente questa organizzazione avrà bisogno di un bilancio. Ma si è detto molto autorevolmente in quest'Aula che pretendere l'autonomia finanziaria, in altre parole l'autarchia, l'autosufficienza economica di una Regione, poteva essere estremamente pericoloso. Ed io mi sono chiesto se, in un secolo, in un'epoca in cui, non dico l'Italia sola, ma la stessa Europa non è sufficiente a se stessa, e il nostro pane quotidiano, il pane quotidiano degli italiani e dei francesi dipende dagli apporti e dalla buona volontà dei nostri amici d'oltre oceano; e quando il riscaldamento delle nostre case, delle case inglesi, delle case di Parigi è legato tante volte allo sciopero dei minatori che sono al di là dell'oceano, si possa seriamente pensare all'autosufficienza finanziaria di una Regione.

[...]

Mastino Pietro. [...] Voi vedete come io proceda enunciando le obiezioni degli avversari senza soffermarmi troppo. Si è anche detto: vedrete che noi ci battiamo e ci batteremo contro difficoltà finanziarie insormontabili.

Vi confesso il mio stato d'animo, che non era di tranquillità assoluta. Ma io do molta importanza alle dichiarazioni che formulò giorni or sono l'onorevole Einaudi. Egli criticò determinate disposizioni contenute nello Statuto siciliano, e l'Assemblea nel decidere in proposito terrà conto delle critiche dell'onorevole Einaudi. Ma l'ordinamento delle Regioni è approvato anche dall'onorevole Einaudi, pur nella parte finanziaria.

L'essenziale è questo: che si debbono imporre alle Regioni dei sacrifici finanziari proporzionati alle loro possibilità. L'altro principio deve essere questo: le Regioni abbiano diritto a servirsi di mezzi finanziari entro i limiti delle funzioni che devono esercitare.

E quando — badate — le Regioni debbano, in parte con mezzi propri, provvedere anche alte spese, esse troveranno in ciò il motivo maggiore, per essere caute; esse troveranno in ciò un criterio, un indirizzo pratico per regolarsi.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti