[Il 7 ottobre 1947 l'Assemblea Costituente prosegue l'esame degli emendamenti agli articoli del Titolo primo della Parte seconda del progetto di Costituzione: «Il Parlamento». È in discussione l'articolo 55 del progetto di Costituzione.

Vengono qui riportate solo le parti relative al tema in esame, mentre si rimanda alla parte delle appendici che trattano gli articoli 55 e 56 del progetto, per il testo completo della discussione.]

Presidente Terracini. [...] dobbiamo porre adesso alla prova della votazione gli altri due ordini del giorno. Si tratta di stabilire quale di questi debba avere la precedenza. Rammento che nella lunga discussione svoltasi nella ultima seduta dedicata al problema costituzionale, i presentatori di questi due ordini del giorno, gli onorevoli Nitti e Lami Starnuti, non contesero sulla precedenza. Ciascuno di questi ordini del giorno contrappone all'altro un sistema elettorale; ed è evidente che i colleghi non voteranno per l'uno o l'altro perché è per primo posto in votazione, ma voteranno in relazione al modo con cui giudicano i due sistemi. L'onorevole Lami Starnuti aveva accennato, comunque, nel corso di quella lunga discussione, che egli accettava senz'altro che si desse la precedenza all'ordine del giorno Nitti. Credo perciò, che il primo ordine del giorno da mettere in votazione sia quello a firma dell'onorevole Nitti. Quest'ordine del giorno è del seguente tenore:

«L'Assemblea Costituente afferma che il Senato sarà eletto con suffragio universale e diretto col sistema del collegio uninominale.

«Nitti, Rubilli, Persico, Laconi, Gullo Fausto, Quintieri Quinto, Nasi, Bozzi, Grieco, Togliatti, Cifaldi, Reale Vito, Vigna, Molè, Perrone Capano, Basile, Russo Perez, Dugoni, Colitto».

Perassi. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Perassi. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi. L'onorevole Presidente ha richiamato le condizioni nelle quali sono avvenute nella seduta ultima in materia costituzionale le votazioni sull'ordine del giorno di cui ha fatto cenno. Sembra che da qualche espressione usata dall'onorevole Presidente, a quest'ordine del giorno si crede di poter attribuire una portata che a mio avviso non può avere. Io ricordo che in quella seduta l'onorevole Fabbri aveva prospettato l'opportunità che l'Assemblea fosse consultata su dei principî di ordine generale. Questa proposta non ebbe seguito. In realtà si venne alla votazione su quest'ordine del giorno che porta la mia firma. Ora, a me pare che l'Assemblea non può attribuire a quest'ordine del giorno se non un valore strettamente attinente a quanto in esso si dice. In altri termini l'Assemblea non ha approvato due formule concretissime e cioè l'elezione di tre senatori per ciascuna Regione da parte del Consiglio regionale e l'elezione — che è la seconda formula concreta — del resto per ciascuna Regione, attraverso un procedimento di elezione di secondo grado. A mio avviso quest'ordine del giorno importa semplicemente che l'Assemblea non ha votato quelle due formule concrete. Non si può adesso attribuire ad esso una portata maggiore. Devo quindi fare ogni più ampia riserva circa qualsiasi altra interpretazione dell'ordine del giorno. A mio avviso esso non preclude che le questioni che sono state concretamente poste con quella formula possano essere esaminate dall'Assemblea.

Presidente Terracini. Ritengo che l'interpretazione di ogni votazione fatta dall'Assemblea non debba basarsi puramente sull'esame schematico del documento votato, ma anche su tutte le discussioni che ne hanno accompagnato la presentazione e preceduta la votazione; in questo senso, poco fa, ho detto che la semplice consultazione del processo verbale della seduta pomeridiana di giovedì 25 settembre 1947 avrebbe fornito lumi a tutti i deputati, e avrebbe — lo speravo — evitato una inutile discussione sull'argomento. In questo processo verbale si legge che, dopo che io stesso avevo preannunciato l'esistenza di due ordini del giorno che sarebbero stati posti in votazione, l'onorevole Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione, ha fatto presente che sarebbe stato necessario stabilire prima, se la composizione del Senato dovesse essere unica o lasciata in parte ai Consigli regionali; e su questa proposta dell'onorevole Ruini si è sviluppata poi, tutta la discussione successiva.

In questa prese immediatamente la parola l'onorevole Piccioni, facendo per l'appunto rilevare che se attraverso l'ordine del giorno dell'onorevole Nitti si proponeva il collegio uninominale ed attraverso l'ordine del giorno Lami Starnuti si proponeva il suffragio con la proporzionale, c'era un terzo sistema — diceva letteralmente l'onorevole Piccioni — che attraverso la discussione ha raccolto vasti consensi, ed è quello appunto contenuto nell'emendamento dell'onorevole Perassi contemplante l'elezione di secondo grado. Ecco la base delle decisioni dell'Assemblea. L'ordine del giorno Perassi, infatti, non proponeva semplicemente due modi concreti nei quali il sistema elettorale di secondo grado avrebbe potuto tradursi quando l'Assemblea avesse votato in principio il sistema di secondo grado.

L'ordine del giorno Perassi, che portava appunto anche la firma dell'onorevole Piccioni, ha voluto significare contrapporre alle elezioni con il collegio uninominale e alle elezioni con la proporzionale un terzo sistema che attraverso la discussione, come ci ha detto l'onorevole Piccioni, aveva raccolto vasti consensi; ed era quello delle elezioni di secondo grado.

Mi pare che sia da questo punto, e solo da questo punto di vista che noi dobbiamo valutare la votazione avvenuta; e se poi volessi aggiungere ancora un commento chiarificatore, potrei richiamare ciò che l'onorevole Lussu ha detto.

Anche l'onorevole Lussu, invitando i colleghi a trasformare l'emendamento Perassi in un ordine del giorno, ha detto: «È bene che l'Assemblea abbia così di fronte a sé i tre schemi».

Mi pare che ogni ulteriore discussione di fronte alle dichiarazioni espresse di coloro che si sono fatti sostenitori dell'ordine del giorno Perassi sia evidentemente del tutto inutile.

L'Assemblea ha votato un ordine del giorno che proponeva: 1°) il sistema indiretto di elezione; 2°) la devoluzione all'Assemblea regionale di una parte dei senatori che dovevano essere eletti dalle singole Regioni.

Queste due posizioni di principio sono state respinte tutte e due dall'Assemblea, e non per nulla si è chiesto che la votazione avvenisse per divisione: proprio perché poteva avvenire che l'Assemblea accettasse il principio della elezione diretta, ma respingesse il settore elettorale dell'Assemblea regionale, come poteva invece avvenire che l'Assemblea accettasse di deferire all'Assemblea regionale una parte dei senatori da eleggere, pur riservando all'altra parte dei senatori da eleggersi, un sistema elettorale che fosse diretto e non indiretto.

I due principî sono stati posti separatamente e separatamente sono stati chiariti; l'Assemblea ha risposto.

Mi pare, pertanto, che l'obiezione dell'onorevole Perassi non abbia validità.

Perassi. Io mantengo la mia riserva.

Costantini. Vi sono altri ordini del giorno.

Presidente Terracini. Ve ne sono altri due e bisogna passare alla loro votazione. Indipendentemente da ogni commento sopra la votazione avvenuta, è chiaro che, avendo tre ordini del giorno, avendo dato, per transazione, direi, lodevole da parte di certi settori dell'Assemblea, il consenso che l'ordine del giorno presentato per ultimo fosse votato per primo, non resta che votare gli altri due.

Rammento che nella introduzione alla votazione delle scorse sedute ho fatto rilevare che la votazione degli ordini del giorno devono precedere, a tenore del Regolamento, anche perché influiscono, a seconda del senso, in un modo o nell'altro, sugli emendamenti presentati, o facendoli decadere o provocando la presentazione di emendamenti ad emendamenti. Comunque, ripeto che mi pare pacifico che, votato il primo ordine del giorno, bisogna passare alla votazione degli altri due successivi, ed avvenuta questa votazione, passare agli emendamenti.

Presidente Terracini. Dobbiamo porre in votazione il seguente ordine del giorno presentato dall'onorevole Nitti e da altri:

«L'Assemblea Costituente afferma che il Senato sarà eletto con suffragio universale e diretto, col sistema del collegio uninominale».

È stata chiesta la votazione a scrutinio segreto dagli onorevoli Sicignano, Molinelli, Minio, Lombardi Carlo, Rossi Maria Maddalena, Pellegrini, Bardini, Cremaschi Olindo, Grieco, Bucci, Bernamonti, Bianchi Bruno, Flecchia, Ferrari, Lozza, Laconi, Dozza, Bibolotti, Mezzadra, Fiore, Rubilli, Bozzi, Badini Confalonieri, Morelli Renato, Cortese, Villabruna, Gasparotto, Paratore.

Procediamo alla votazione a scrutinio segreto.

Presidenza del Vicepresidente Bosco Lucarelli

(Segue la votazione).

Presidente Bosco Lucarelli. Dichiaro chiusa la votazione. Invito gli onorevoli Segretari a procedere alla numerazione dei voti.

(Gli onorevoli Segretari numerano i voti).

Presidenza del Presidente Terracini

Presidente Terracini. Comunico il risultato della votazione a scrutinio segreto:

Presenti e votanti............ 371
Maggioranza.............. 186
Voti favorevoli........... 190
Voti contrari.............. 181

(L'Assemblea approva — Commenti).

[Nel resoconto stenografico della seduta segue l'elenco dei deputati che hanno preso parte alla votazione.]

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti