[Il 13 novembre 1947, nella seduta antimeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale dei seguenti Titoli della Parte seconda del progetto di Costituzione: Titolo IV «La Magistratura», Titolo VI «Garanzie costituzionali». — Presidenza del Vicepresidente Pecorari.

Vengono qui riportate solo le parti relative al tema in esame, mentre si rimanda alle appendici generali della Parte seconda per il testo completo della discussione.]

Castiglia. [...] Ma il problema dell'indipendenza della Magistratura, o signori, non ha soltanto un aspetto giuridico, ha anche un aspetto economico. Io so benissimo che in sede di Costituzione non si possa risolvere il problema, che, badate, influisce enormemente sulla serenità spirituale del giudice, e quindi sulla realizzazione della sua missione; problema che influisce sul reclutamento dei magistrati, perché, se i magistrati dovessero continuare a dibattersi nelle strettoie di queste difficoltà quotidiane, come vi si dibattono i nove decimi dell'umanità, avverrebbe un vero esodo, giacché molti sarebbero costretti a lasciare la toga, e i migliori elementi, domani, non si presenterebbero più ai concorsi per iniziare una vita, che indiscutibilmente è, dal punto di vista morale, degna del più grande sacrifizio, ma che in sostanza comporterebbe una continua lotta contro i bisogni materiali, ai quali il magistrato, rappresentante di un potere dello Stato e alla cui opera di giustizia sono affidati la vita, la libertà, l'onore, gli averi dei cittadini, deve essere assolutamente sottratto.

Io credo che, sia pure in forma indiretta, l'Assemblea Costituente potrebbe e dovrebbe porsi il problema della libertà dal bisogno del magistrato e dare, se non altro, un certo avvio alla soluzione di esso. Ho presentato in tal senso una proposta di emendamento, secondo cui — non è, intendiamoci bene, la mia una proposta originale, in quanto l'ho desunta dai voti di parecchie associazioni di magistrati — secondo cui, dicevo, al Consiglio Superiore della Magistratura si commetterebbe il compito di determinare il trattamento economico da farsi al magistrato, entro i limiti dei fondi gravanti sul bilancio dello Stato e valendosi di speciali proventi da ricavarsi mediante speciali tassazioni sugli atti processuali. Dei modi per l'attuazione concreta di tale proposta, si dovrebbe naturalmente parlare in sede opportuna.

Comunque, signori, teniamo conto che l'eroismo non può essere senza limiti e non può durare all'infinito.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti