[Il 26 novembre 1947, nella seduta antimeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue l'esame degli emendamenti agli articoli del Titolo IV della Parte seconda del progetto di Costituzione: «La Magistratura».

Vengono qui riportate solo le parti relative al tema in esame, mentre si rimanda al commento all'articolo 106 per il testo completo della discussione.]

Presidente Terracini. [...] L'onorevole Leone Giovanni ha presentato il seguente emendamento:

«Aggiungere il seguente comma:

«Per garantirne l'indipendenza lo Stato assicura al magistrato un particolare trattamento economico».

Ha facoltà di svolgerlo.

Leone Giovanni. Onorevole Presidente, mi riservo di svolgerlo quando parlerò a nome della Commissione.

Presidente Terracini. Sta bene.

[...]

Presidente Terracini. Ha facoltà di parlare l'onorevole Leone Giovanni per esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti all'articolo 98.

Leone Giovanni. [...] Esiste poi un emendamento mio personale (ma su questo punto la Commissione ha espresso il suo giudizio e cioè che non sia materia di Costituzione) che riguarda il trattamento economico particolare del magistrato. Questo problema può essere rimandato, a giudizio della Commissione, ad un ordine del giorno da formulare in questa sede.

Soltanto a titolo personale mi permetto insistere sul mio emendamento, perché ritengo che quando noi organizziamo la Magistratura come un ordine autonomo ed indipendente, così come abbiamo votato ieri, con una organizzazione al vertice della quale partecipa, sia pure in misura minima, il potere politico, quest'organo debba sentire in questa sede l'affermazione che merita un particolare trattamento economico il quale, non disconoscendo le necessità ed i bisogni di tutta la classe impiegatizia, riconosca questo dovere dello Stato di destinare al magistrato un trattamento economico che gli renda possibile l'indipendenza indispensabile nell'esercizio delle sue funzioni.

Pertanto, sotto questo aspetto, in questo punto, staccando la mia opinione personale da quella che è la responsabilità della Commissione, la quale già segnalava l'opportunità di trasferire questa preoccupazione in sede di ordine del giorno, io insisto su questo emendamento mio personale e ritengo che la Camera, nella sua altissima sensibilità, non vorrà negare alla Magistratura — quale che sarà, elettiva o di carriera — al corpo giudiziario, cioè a questo corpo a cui spetta la divina funzione dello Stato, una particolare segnalazione, che non è una provvidenza per i magistrati, ma è una garanzia per i cittadini, i quali, attraverso l'indipendenza economica del magistrato, possono vedere assicurata l'indipendenza della funzione.

Mastino Pietro. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Mastino Pietro. Ho presentato e svolto il seguente emendamento come articolo 102-bis:

«Lo Stato garantisce l'indipendenza economica del magistrato e dei funzionari dell'ordine giudiziario». Lo sottolineo perché non vorrei che con la dichiarazione fatta dall'onorevole Leone, secondo la quale egli riduce la propria proposta concreta a un ordine del giorno, si intendesse esaurito l'argomento. Non intendo rinunziare a che sia messo in votazione il mio emendamento.

Leone Giovanni. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Leone Giovanni. Ho distinto il giudizio della Commissione da quello mio personale. La Commissione è per il trasferimento nell'ordine del giorno. Io mantengo l'emendamento, anzi vorrei associarmi all'emendamento Mastino, perché sia fatta una sola votazione su questo problema.

Presidente Terracini. Onorevole Mastino Pietro, lei mantiene il suo emendamento?

Mastino Pietro. Lo mantengo, in quanto la sostanza risponde all'altro emendamento.

[...]

Murgia. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Murgia. Avevo presentato un emendamento come articolo 94-bis, così formulato:

«Norme speciali regolano il trattamento economico dei magistrati».

Io ero assente e chiedo ora che sia ripreso con la seguente aggiunta: «atte a garantirne l'indipendenza economica».

Presidente Terracini. Onorevole Murgia, se avesse assistito all'inizio della seduta di stamani, avrebbe sentito l'onorevole Leone, il quale si è molto diffuso su un emendamento analogo. L'onorevole Mastino Pietro ha richiamato ora altro emendamento analogo, presentato in precedenza. Pertanto, onorevole Murgia, il suo emendamento si allinea a quelli degli onorevoli Leone Giovanni e Mastino Pietro e ne seguirà la sorte.

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Confermo che l'onorevole Leone, come egli stesso ha detto, ha parlato non come relatore, ma a titolo personale, per l'inserimento nella Costituzione della proposizione sul trattamento economico dei magistrati. Il Comitato ritiene che ciò non sia opportuno. Per due ragioni. La prima è che non ha nessun carattere costituzionale. La seconda è che, per quanto i magistrati siano una categoria che merita particolare riguardo, non si può parlare soltanto di loro per i miglioramenti economici necessari per tutti gli impiegati; e non si può affermare, solo per essi, che deve assicurarsi l'indipendenza economica.

Il Comitato propone che si voti un ordine del giorno, per segnalare questa particolare posizione dei magistrati, ma di non dedicarvi un articolo della Costituzione.

Murgia. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Murgia. Il mio emendamento si distacca dagli altri, in quanto tende a svincolare i magistrati, attraverso la riforma amministrativa della categoria, dagli altri impiegati statali, limitatamente, si intende, al trattamento economico. Non so concepire una indipendenza economica effettiva dei magistrati, senza sganciarne precedentemente la categoria da quelle di tutti gli altri impiegati statali, perché è ovvio — diversamente — che un miglioramento ai magistrati di una determinata categoria comporterebbe automaticamente un identico miglioramento a tutti gli altri impiegati non magistrati della stessa categoria.

In questo senso io ho formulato il mio emendamento sul quale insisto.

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Prego gli onorevoli colleghi di non proseguire su questa via, di mettere nella Costituzione norme minute che non hanno nulla di costituzionale.

Siamo d'accordo che si debba sganciare le categorie dei magistrati dal parallelismo con quelle degli altri impiegati e funzionari dello Stato; ma non credo che se ne possa fare una norma costituzionale.

Questa nostra Costituzione ha già il difetto di essere troppo particolareggiata e minuta.

Caccuri. La proposta si riallaccia alla disciplina della indipendenza della Magistratura.

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Altro è affermare il principio della indipendenza, altro è dire che le categorie degli impiegati statali e dei magistrati non devono essere parallele.

Caccuri. L'indipendenza economica è una forma di indipendenza.

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Neppure quello dell'indipendenza economica è tema da inserire nella Costituzione. E tanto meno inserirlo pei soli magistrati. Se facessimo tale affermazione per essi solo, ne risulterebbe che per gli altri impiegati lo Stato non è obbligato ad assicurare la loro indipendenza economica! È un'esigenza elementare nei riguardi di tutti. Si pensi ai funzionari del genio civile, che devono avere i mezzi necessari per vivere e per non subire tentazioni pericolose. Io sono dispostissimo ad accettare un ordine del giorno il quale affermi due punti: la necessità di provvedere all'indipendenza economica dei magistrati, e di dare ad essi nel loro ordinamento giuridico, collocazioni e categoria distinte dagli altri impiegati. Mi oppongo nettamente, a nome del Comitato, che queste cose diventino un articolo della Costituzione.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti