[Il 3 ottobre 1946 la seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione sull'organizzazione costituzionale dello Stato.

Al termine della seduta...]

Piccioni domanda se è possibile avere qualche informazione circa i lavori del Comitato incaricato dell'esame delle autonomie regionali, perché questo è l'argomento che andrebbe affrontato subito dopo la votazione della questione della formazione della seconda Camera.

Ambrosini dà notizia che nella mattinata il Comitato si è riunito ed ha esaminato in primo luogo il criterio di formulazione degli articoli, e specialmente il punto di vista, difeso dall'onorevole Zuccarini, secondo il quale bisognerebbe partire dal comune per arrivare alla regione. Altri erano invece dell'idea che bisognasse prima affermare la vita della regione e disciplinarla, per passare poi ai comuni e agli enti locali. Dopo una discussione di alto interesse, durata circa due ore, si sia passati all'esame di alcuni punti specifici; se cioè occorra stabilire un ordinamento uniforme per le regioni, oppure se sia opportuno, con una clausola speciale, lasciare la possibilità che alcune regioni abbiano una posizione giuridica diversa, quindi se non sia opportuno — secondo l'opinione dell'onorevole Grieco a cui egli ha finito per accedere — che siano tassativamente indicate le regioni per le quali si dovrebbe fare un trattamento particolare, in vista della situazione speciale nella quale si trovano. Approvato questo punto di vista, si è esaminata l'opportunità di seguire un articolato preciso per discutere su punti concreti, e il Comitato ha deciso — naturalmente con la sua personale astensione e col voto contrario dell'onorevole Zuccarini per le ragioni di cui sopra — di discutere sullo schema che aveva formulato. Riguardo ai comuni, ha potuto rilevare con soddisfazione che le proposte formulate dall'onorevole Lami Starnuti non differiscono sostanzialmente dal punto di vista del Comitato; difatti l'onorevole Lami Starnuti nelle sue dichiarazioni ha fatto comprendere che soltanto la disposizione fondamentale che riguarda l'autonomia dei comuni dovrebbe essere inserita nella Costituzione, mentre tutte le altre disposizioni che ne disciplinano la struttura e la vita andrebbero trasferite in una legge speciale di carattere costituzionale.

Ha avuto dunque l'impressione che si possa arrivare ad un'intesa generale, visto anche che gli emendamenti dell'onorevole Grieco possono in gran parte accettarsi. Un punto di dissenso potrebbe manifestarsi soltanto in merito all'ammissione o meno della legislazione, cosiddetta, primaria e ai limiti da attribuirle. Crede tuttavia che anche su questo punto si potrà arrivare ad un accordo, perché sia gli emendamenti dell'onorevole Grieco che quelli dell'onorevole Lami Starnuti concordano nel riconoscere alla regione una facoltà di legislazione secondaria di integrazione.

Ciò premesso, dichiara che il Comitato è a disposizione della Sottocommissione per le direttive che eventualmente voglia impartirgli.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti