[Il 6 marzo 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Basso. [...] Io credo che fra tutti gli articoli del trattato di pace di cui abbiamo riconosciuto il diritto di revisione, uno ve n'è la cui revisione nessuno vorrebbe chiedere ed è l'articolo 15 che dice: «L'Italia prenderà tutte le misure necessarie per assicurare a tutte le persone senza distinzione di razza, di sesso, di lingua e di religione il godimento dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, compresa la libertà della espressione di pensiero e la libertà di stampa».

Ed è stato davvero doloroso per me, poche settimane fa, quasi alla vigilia della partenza della nostra missione che andava a Londra a negoziare accordi economici, leggere sulle colonne del grave «Times», la deplorazione che la Costituente italiana si apprestasse a votare una Costituzione in cui l'articolo 15 del trattato di pace è violato, perché è violato il principio fondamentale della libertà di religione.

Mi riferisco, onorevoli colleghi, all'articolo che, inserendo nella nostra Costituzione i Patti Lateranensi, inserisce perciò stesso nella nostra Costituzione l'articolo 5 del Concordato. Io non posso non ripetere qui le cose che già dissi nella prima Sottocommissione, che dissi nella Commissione dei settantacinque e ripetei sulle colonne del giornale del mio Partito. Le dico con la stessa lealtà, con cui ho detto in principio: «Noi siamo fermamente decisi, ad accettare il principio concordatario e ad adoperarci per il mantenimento della pace religiosa». Ma con la stessa fermezza e con la stessa lealtà, senza preoccupazioni elettoralistiche, devo dichiarare che includere nella Costituzione l'articolo 5 del Concordato rappresenta per la nostra coscienza civile una grave offesa al principio di libertà.

Non mi si dica, come ha affermato l'onorevole Tupini ieri, che la Chiesa cattolica, nella sua sconfinata saggezza, correggerà anche questi errori. Noi siamo chiamati oggi a votare questa Costituzione in cui si vuole inserire questo Concordato e questo articolo 5; e noi siamo chiamati a dare il nostro voto a quell'articolo che ha permesso, che ha servito a far tacere nell'Ateneo romano la libera voce di Ernesto Buonaiuti.

Io credo che noi verremmo meno ai nostri doveri di garanti di una nuova vita democratica se accettassimo anche indirettamente, anche per richiamo che nella nostra Costituzione entrasse questo principio.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti