[Il 12 marzo 1947 l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. [...] Vengo al roveto ardente, ai rapporti con la Chiesa Cattolica. Altro che compromesso! Vi fosse l'accordo! Vivissimo sarà il dibattito, il primo a sorgere fra noi, quando tratteremo delle disposizioni generali.

L'Italia nel 1929 ha seppellito la questione romana, componendo un dissidio che durava dal Risorgimento; ed ha raggiunto la pace religiosa — «pace religiosa» è la frase usata da tutte le parti di questa Camera — con un accordo fra lo Stato e la Chiesa Cattolica. La Repubblica si trova di fronte a tale situazione:

Vi esporrò alcuni termini, strettamente giuridici, necessaria premessa di ogni altra considerazione. Delle tre formule che sono state discusse: 1ª i rapporti fra Stato e Chiesa sono regolati da patti concordati; 2ª dai patti concordati; 3ª dai Patti lateranensi — anche la prima (da patti concordati) implica già un riconoscimento tacito dei Patti lateranensi che sono i patti concordati in vigore. Le altre due aggiungono di più. Lasciando stare la parola «lateranensi», dove stride il ricordo mussoliniano, ambedue, pur non inserendo veramente quei Patti nella Costituzione (ed è affermazione inesatta) danno ai patti stessi, come risulta dal codicillo suggerito dall'onorevole Lucifero, uno speciale valore costituzionale; nel senso che, se non vi è accordo bilaterale fra le parti, lo Stato non può denunciare i Patti se non con legge di valore costituzionale. È il punto tecnico che l'onorevole Orlando ha messo in luce. Si può aggiungere che, poiché la costituzione, anche con la più tenue delle formule proposte, adotta il regime concordatario, occorre, quando si denunci il patto e non se ne stipuli un altro, la revisione costituzionale.

Dietro le questioni tecniche stanno le differenze ideali: fra la democrazia laica e la democrazia cattolica; ciascuna delle quali ha tradizioni ed impostazioni proprie; ma il loro accordo è necessario per la Repubblica italiana. Tutti gli oratori dell'estrema sinistra hanno qui dichiarato che non pensano a denunziare i Patti lateranensi: ma a perfezionarli e migliorarli, d'accordo con la Chiesa, al momento opportuno. È chiaro che, se noi ridestiamo il contrasto religioso, non sono solo in pericolo, amico Nenni, le riforme sociali: v'è qualcosa di più in pericolo, lo stesso avvenire del Paese. E allora? È possibile un accordo, una formula che consenta alla Santa Sede il riconoscimento dei patti dalla Repubblica, ed allo Stato di non vincolare la propria posizione costituzionale? Lasciate che io mi unisca al voto ed all'appello dell'onorevole Orlando, che è stato ripetuto da Togliatti e da altri; si trovi la formula conciliatrice, che senza ferire il punto fondamentale delle due parti, eviti di riaccendere una guerra religiosa, esiziale per il nostro Paese.

Una voce. Siamo tutti d'accordo su questo. (Commenti).

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. È appunto per questo accordo che anch'io ho alzato il mio grido.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti