[Il 18 marzo 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale delle «Disposizioni generali» del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Nitti. [...] Vorrei poi che anche scomparisse l'articolo 4, il quale proclama che l'Italia rinunzia alla guerra come strumento di conquista e di offesa alla libertà degli altri popoli. Ditemi, o signori, in quale Costituzione di Paese serio nel mondo esiste questo principio? Nella Costituzione bolscevica, no; nella Costituzione inglese, no; nella Costituzione americana, neppure; perché volete dunque rinunziare così solennemente a cose che, sapete bene, non possiamo fare?

Ma non farà ridere all'estero l'idea che noi, che siamo sotto il dominio di fatto di altri popoli, e siamo ora deboli e inermi, ci prendiamo il lusso di darci per primi questa specie di obbligo morale, che non vogliamo la guerra di conquista? Vinti e umiliati ora ingiustamente, vogliamo darci il lusso di rinunciare a guerre e a conquiste? Tutto ciò mi fa ricordare quanto male fanno queste affermazioni di vanagloria. Il ridicolo è in Italia contagioso. Dalla Cina alcuni mesi fa, mi fu mandata la fotografia di una dichiarazione, pubblicata da un giornale cinese, (il North China Daily News) che il diplomatico che rappresentava l'Italia credette di fare, arrivando in Cina. Egli si proponeva di rassicurare i cinesi che l'Italia non ha mire imperiali, e che non vuole territori in Cina. (Commenti). Se i cinesi non fossero gialli per la loro razza, credo che diventerebbero gialli per eccesso di ilarità. Noi facciamo queste affermazioni ridicole con la Cina, che è uno dei quattro grandi che devono decidere di noi? E un nostro diplomatico si concede il lusso di dichiarare che noi non pensiamo ad avere alcun pezzo del territorio cinese, che l'Italia non ha mire imperiali! Credete che ciò non esponga all'ilarità?

Queste cose cui noi rinunziamo, queste cose che non possiamo fare, ma a cui rinunziamo, non contribuiscono certo alla nostra serietà nel mondo. Noi dobbiamo mantenerci nel campo della realtà; non dare alcun esempio di vanità ridicola. Il fascismo ci aveva abituato a queste concezioni irreali, quando, nei suoi progetti, conquistava e divideva il mondo. Noi non abbiamo la possibilità di rinunziare, per molti anni, ad alcuna guerra e ancor più ad alcuna conquista, in quanto non abbiamo la possibilità di farne. Perché assumiamo queste forme ridicole di rinunzia che non sono da noi? La cosa che rende triste è la vanità senza forza. Non diamo questo esempio di poca serietà e soprattutto di poca energia morale. Noi non dobbiamo rinunziare a niente, tanto più se non possiamo fare alcuna delle cose a cui diciamo di rinunziare. Prendiamo dunque quello che è reale e limitiamoci a rimanere nei limiti della nostra reale situazione.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti