[Il 23 settembre 1947 l'Assemblea Costituente inizia la votazione degli ordini del giorno e degli emendamenti sui seguenti Titoli della Parte seconda del progetto di Costituzione: Titolo I «Il Parlamento», Titolo II «Il Capo dello Stato», Titolo III «Il Governo».

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Presidente Terracini. [...] Poiché, chiusa la discussione generale, sono stati svolti gli ordini del giorno e l'onorevole Relatore ha esposto le sue considerazioni al riguardo, dobbiamo ora occuparci della loro votazione. Erano stati presentati dagli onorevoli Rubilli, Macrelli, Condorelli, Piccioni e Moro, Fuschini, Giolitti, Gullo Fausto e Corbi. Non mi resta ora che domandare a ciascuno dei presentatori se mantenga il proprio.

[...]

Presidente Terracini. Onorevole Macrelli, Ella mantiene il suo ordine del giorno?

Macrelli. Il mio ordine del giorno contiene diverse proposte, che sono già nel progetto di Costituzione presentato dalla Commissione. Per esempio, nella prima parte, quando si parla della seconda Camera eletta su basi regionali, non si fa che ripetere quanto è detto nel primo comma dell'articolo 55. Per quello che riguarda il n. 1 del mio ordine del giorno, si ripete quanto è contenuto nel secondo comma dello stesso articolo; e altrettanto per il n. 2, che si riferisce al terzo comma dell'articolo 55.

La materia nuova, dirò così, del mio ordine del giorno fa parte invece dei n. 3, 4 e 5. Per quello che riguarda il n. 3, ossia l'attribuzione al Presidente della Repubblica della nomina di un ristretto numero di senatori, se ne potrebbe parlare al momento in cui discuteremo la composizione del Senato. Per il n. 4, ricordo che c'è già un emendamento presentato dall'onorevole De Vita, che è identico alla mia proposta. Il n. 5 si riferisce alla soppressione...

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. È già stata proposta da altri.

Macrelli. ... delle categorie contenute nell'ultima parte dell'articolo 56. Quindi si ripeterà tutta quanta la discussione quando dovremo esaminare l'articolo 56.

Presidente Terracini. Sta bene. Allora, per intanto, non porrò in votazione il suo ordine del giorno.

[...]

Presidente Terracini. L'onorevole Fuschini non è presente e il suo ordine del giorno si intende decaduto.

[...]

Presidente Terracini. [...] Resta, quindi, da porre in votazione l'ordine del giorno degli onorevoli Piccioni, e Moro.

[...]

Lussu. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Lussu. Io sento — e credo che con me lo sentiranno altri colleghi — un imbarazzo di ordine diverso da quello esposto dal collega onorevole Laconi, ed è questo: che, se si votasse adesso quest'ordine del giorno, verrebbe ad essere immediatamente affrontata la questione della seconda Camera.

Se, infatti, questo ordine del giorno passasse, noi saremmo obbligati alla seconda Camera ed anche nel modo in cui è detto in questo ordine del giorno, mentre in questa Aula non sono parecchi, ma molti, quei colleghi che o sono contrari in linea di principio alla seconda Camera oppure sono favorevoli alla seconda Camera, ma non nel modo che in questo ordine del giorno è previsto.

E allora può accadere questo inconveniente, che parecchi colleghi che vogliono la seconda Camera, ma hanno il dubbio che in altra sede non possa prevalere, possano votare quest'ordine del giorno che sarebbe contro il loro principio politico, diversamente concepito, sulla seconda Camera. Inoltre esso impedirebbe anche una presa di posizione dei colleghi presenti rispetto alla seconda Camera. Per questo ordine di considerazioni credo che, nell'interesse del chiarimento del problema e della votazione, sarebbe opportuno — e credo che la cosa sarà possibile — che il collega onorevole Piccioni rinunciasse alla votazione in questa sede del suo ordine del giorno e lo presentasse in veste di emendamento quando voteremo l'articolo 52 sulla prima e sulla seconda Camera. In altre parole, quell'articolo 52, quando noi saremo chiamati a votarlo, lo voteremo certamente per divisione.

La prima parte è la Camera dei deputati; la seconda parte è o il «Senato» o la «Camera dei senatori» o la «seconda Camera».

Se sarà accettata la seconda Camera, alla seconda votazione, fatta per divisione, potrà essere presentato l'emendamento Piccioni, che comprende quest'ordine del giorno; se, invece la seconda Camera non sarà approvata, evidentemente non si potrà fare luogo al suo inserimento. Oppure potranno essere presentati in quel momento, nella eventualità che l'ordine del giorno presentato come emendamento Piccioni venga respinto, altri emendamenti, che contemplino una diversa organizzazione della seconda Camera.

[...]

Fuschini. Onorevoli colleghi, consentitemi una dichiarazione che si riferisce al mio ordine del giorno, che è stato dichiarato decaduto in mia assenza per un impedimento che mi ha fatto giungere in ritardo alla seduta.

Io avrei dichiarato, se fossi stato presente, di essere disposto a ritirare il mio ordine del giorno associandomi per la prima parte a quello dell'onorevole Piccioni, perché l'unica differenza che v'è fra il mio ed il suo, relativamente a questa parte, è che il mio ordine del giorno prevede una rappresentanza, oltreché degli interessi di categoria, anche degli interessi territoriali.

Però amo dichiarare che la seconda parte del mio ordine del giorno, che si riferisce alla costituzione dell'Assemblea Nazionale in un organo separato e distinto dalle due Camere, ed alla prevalenza della prima Camera sulla seconda, io l'avrei ritirata, ma avrei anche dichiarato, come dichiaro in questo momento, di riservarmi di presentare su questi due argomenti degli emendamenti a tempo opportuno.

[...]

Piccioni. Io non intendo minimamente polemizzare con i vari colleghi che fanno delle dichiarazioni di voto, naturalmente contrarie, perché tutte le opinioni sono rispettabili e gli atteggiamenti sono conseguenti alle singole opinioni. Mi limito soltanto a rispondere a due esortazioni a ritirare l'ordine del giorno: a quella dell'onorevole Laconi, ho risposto precedentemente; la seconda, quella dell'onorevole Lussu, si vorrebbe basare sul fatto che la votazione del mio ordine del giorno implicherebbe, se positiva, una votazione definitiva sull'ammissione o meno della seconda Camera. Ora, a me pare che al punto in cui è arrivata la discussione, e visto il progetto presentato dalla Commissione stessa, nel quale progetto nel primo articolo (art. 52) è prevista appunto la formazione della seconda Camera, senza che da parte di nessuno dei settori dell'Assemblea si sia levata una voce concreta, seguita da una formulazione di emendamento, contro la seconda Camera, mi pare che questo basti per ritenere che ormai è pacifico e acquisito da parte dell'Assemblea che si debba arrivare alla creazione della seconda Camera. D'altra parte, faccio osservare all'onorevole Lussu che sarebbe una questione di ritardo di pochi minuti soltanto, perché evidentemente, non essendovi altri ordini del giorno a seguito della discussione generale, e dovendosi quindi passare immediatamente all'esame dell'articolo 52, ed avendo egli riconosciuto che proprio in quella sede io dovrei chiedere la votazione dell'ordine del giorno, è chiaro che la sua richiesta si ridurrebbe ad una perdita di tempo, perché all'approvazione dell'articolo 52 saremo chiamati immediatamente.

Quindi, per queste considerazioni, io insisto sul mio ordine del giorno.

[...]

Presidente Terracini. Passiamo all'esame del Titolo I — Il Parlamento, Sezione I — Le Camere.

Articolo 52:

«Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e della Camera dei senatori.

«Le Camere si riuniscono in Assemblea Nazionale, nei casi preveduti dalla Costituzione».

A proposito di questo articolo vi è una proposta degli onorevoli Mortati, Tosato, Andreotti ed altri, del seguente tenore:

«Si propone la soppressione di ogni deliberazione sull'ultimo comma dell'articolo 52, fino a quando non saranno deliberate le disposizioni relative alla formazione del Senato e al Capo dello Stato».

Il secondo comma dell'articolo 52 è quello che prevede la riunione delle due Camere in Assemblea Nazionale. Su di esso sono stati presentati emendamenti. Se fosse accolta la proposta Mortati limiteremmo però, per ora, l'esame dell'articolo 52 al primo comma.

L'onorevole Ruini ha facoltà di esprimere il pensiero della Commissione.

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Stamane il Comitato di redazione, avendo esaminato la proposta che è stata testé letta, ha deliberato a maggioranza di accoglierla e di rinviare la decisione sull'Assemblea Nazionale a dopo che si saranno, caso per caso, esaminate le attribuzioni da darsi a quest'Assemblea, in modo che sia possibile un giudizio d'insieme, per decidere su questo istituto.

Nitti. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Nitti. Vorrei che si parlasse di Senato, non di Camera dei senatori.

Presidente Terracini. Attenda, per questo, onorevole Nitti, a quando discuteremo gli emendamenti, presentati sull'argomento. Per ora si tratta dell'Assemblea Nazionale, e precisamente se dobbiamo deciderne in sede di articolo 52 o se si debba invece rinviare la decisione a dopo che si sia esaminato nel suo complesso il sistema di formazione delle due Camere.

Pongo in votazione la proposta dell'onorevole Mortati, che il Comitato di redazione ha accettato.

(È approvata).

Pertanto, esamineremo ora solamente il primo comma dell'articolo 52. Su di esso sono stati presentati vari emendamenti. Uno è dell'onorevole Colitto:

«Al primo comma, alle parole: si compone, sostituire le parole: è formato».

L'onorevole Colitto intende svolgere il suo emendamento?

Colitto. Non insisto.

Presidente Terracini. L'onorevole Macrelli ha presentato il seguente emendamento, firmato anche dall'onorevole De Vita:

«Al primo comma sostituire alle parole: della Camera dei senatori, le altre: del Senato della Repubblica».

L'onorevole Macrelli ha facoltà di svolgere il suo emendamento.

Macrelli. Non credo di aver bisogno di spiegare le ragioni del mio emendamento, ragioni che del resto ho già esposto quando ebbi occasione di parlare giorni fa in via generale sul Titolo primo, cioè io propongo che alle parole «della Camera dei senatori» si sostituisca le parole «del Senato della Repubblica». Io ho già fatto mie le osservazioni che fece in proposito l'onorevole Nitti, in quanto sembra strano e vorrei dire assurdo che proprio noi parliamo di Camera dei senatori nella nostra situazione attuale. Quindi io insisto perché la modifica avvenga in questo senso.

Presidente Terracini. L'emendamento dell'onorevole Macrelli sul secondo comma resta in sospeso fino a che questo comma sarà preso in esame. Qual è il pensiero della Commissione?

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Il Comitato accoglie la proposta dell'onorevole Macrelli.

Lussu. Chiedo che si voti per divisione, cioè prima la formula: «Il Parlamento si compone della Camera dei deputati»; poi la formula: «e del Senato della Repubblica».

Presidente Terracini. Secondo la richiesta dell'onorevole Lussu il primo comma dell'articolo 52 verrà posto in votazione per divisione, dapprima nella sua prima parte: «Il Parlamento si compone della Camera dei deputati» e successivamente nella seconda «e del Senato della Repubblica».

Pongo in votazione la prima parte:

«Il Parlamento si compone della Camera dei deputati».

(È approvata).

Passiamo alla seconda parte.

Lussu. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Lussu. Io voterò contro la seconda parte e dichiaro che se in questo senso eventualmente non votasse la maggioranza dell'Assemblea io presenterei un emendamento per la costituzione di una Consulta, che sostituisse il Senato della Repubblica.

Presidente Terracini. Se il testo non fosse approvato nella forma nella quale lo porrò in votazione, ognuno potrà presentare emendamenti o nuove formulazioni. Ma lei, che ha già un'idea in proposito, potrebbe presentare un emendamento prima che io ponga in votazione la formula accettata dalla Commissione.

Lussu. Il mio emendamento sarebbe subordinato.

Presidente Terracini. No, è primordiale. D'altra parte, venendo, se mai, il suo emendamento proposto in sede di discussione, dovrà portare dieci firme.

Lussu. Il collega Gullo ha fatto decadere il suo ordine del giorno, ed io non ho presentato nessun emendamento, in quanto avrei votato questo ordine del giorno.

Presidente Terracini. In verità sono già passate due ore dal momento in cui l'onorevole Gullo ha rinunciato al suo ordine del giorno.

Bozzi. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Bozzi. Io sono d'accordo con l'emendamento Macrelli. Mi permetterei suggerire di togliere però la parola «della Repubblica» perché qui facciamo la Costituzione della Repubblica italiana e se mettiamo «Senato della Repubblica» sembra che la Camera dei Deputati non sia della Repubblica.

Macrelli. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Macrelli. Insisto sulla mia formulazione. Nel progetto di Costituzione purtroppo non si parla molto spesso di Repubblica. (Commenti). È bene che una volta tanto l'Assemblea dica che il Senato è della Repubblica.

Presidente Terracini. Onorevole Bozzi, lei ha sentito la risposta dell'onorevole Macrelli. Suppongo che voglia proporre di votare per divisione questa seconda parte.

Bozzi. Sì, per divisione.

Presidente Terracini. Passiamo alla votazione delle parole:

«e del Senato».

Tengano presente che successivamente porrò in votazione le parole «della Repubblica», proposte dall'onorevole Macrelli.

(Sono approvate).

Pongo in votazione le parole:

«della Repubblica».

(Sono approvate).

Il primo comma dell'articolo 52 resta allora del seguente tenore:

«Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica».

(Applausi a sinistra).

Resta inteso che il secondo comma verrà esaminato in successione di tempo.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti