[Il 13 giugno 1947, nella seduta antimeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la votazione degli ordini del giorno presentati sul Titolo quinto della Parte seconda del progetto di Costituzione: «Le Regioni e i Comuni».

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Presidente Targetti. [...] Passiamo quindi all'ordine del giorno presentato dagli onorevoli Bonomi Ivanoe, Bozzi, Togliatti, Grieco, Laconi, Lami Starnuti e Molè:

«L'Assemblea Costituente riconosce la necessità:

a) che sia effettuato un ampio decentramento amministrativo democratico dello Stato, anche a mezzo dell'ente Regione;

b) che la Regione debba essere dotata di potestà normativa nei limiti della attuazione e dell'integrazione delle direttive e dei principî fissati dalle leggi della Repubblica;

c) che siano attribuite forme e condizioni particolari di autonomia, adottate mediante leggi costituzionali, alle Regioni indicate nel secondo comma dell'articolo 108 del Progetto

e delibera

che nella Carta costituzionale debba trovare sede l'affermazione della esistenza della Regione, accanto ai Comuni e alle Provincie, con l'indicazione dei poteri e degli organi del nuovo Ente e di quanto altro sia necessario alla sua essenziale definizione costituzionale».

[...]

Gullo Rocco. [...] Ma, più che sul contenuto dell'intero ordine del giorno, mi soffermo sulla lettera c, e mi permetto di farmi eco di una preoccupazione gravissima, che non è soltanto mia, ma credo sia condivisa da molti, se non da tutti i deputati siciliani presenti. Nella lettera c), si legge «che siano attribuite forme e condizioni particolari di autonomia, adottate mediante leggi costituzionali, alle Regioni indicate nel secondo comma dell'articolo 108 del progetto». Nell'articolo 108 del progetto, tra le varie regioni indicate, è compresa anche la Sicilia. Ora io domando, e questo, più che una dichiarazione di voto, è una richiesta di spiegazione ai presentatori dell'ordine del giorno, una interpretazione autentica del loro pensiero in ordine alla lettera c), sopratutto alla frase per cui le speciali forme e condizioni di autonomia devono essere adottate mediante leggi costituzionali. Anzitutto a me sembra che la forma di questa disposizione indichi il tempo futuro e non il tempo presente e tanto meno il tempo passato.

Ora mi permetto di ricordare all'Assemblea ciò che l'Assemblea sa perfettamente e cioè che per una di queste particolari regioni, e precisamente per la Sicilia, è già stata adottata una forma di autonomia. Non solo, ma contrariamente al mio pensiero — perché io in questo momento difendo la coerenza degli altri membri dell'Assemblea, più che la mia coerenza — proprio per volontà di questa Assemblea non soltanto si è considerata come già acquisita l'autonomia della Sicilia, ma si è fatto di più: si è respinta una proposta di proroga delle elezioni e quindi si è data una indicazione precisa, si è fatta una precisa manifestazione di volontà perché in Sicilia avessero luogo le elezioni e cioè fossero creati già gli organi per l'attuazione dell'autonomia. Bene o male che ciò sia stato, ed io per conto mio posso pensare che non sia stato bene, ormai ci troviamo di fronte a un fatto compiuto. E io, che non ero del parere di fare subito le elezioni, dico ora che di fronte al fatto compiuto, noi deputati siciliani dobbiamo difendere le decisioni prese e voi deputati delle altre regioni italiane avete l'obbligo, per coerenza, di difendere pure questo fatto compiuto, che voi avete voluto. Noi, dunque, abbiamo in Sicilia un Parlamento regionale, una Assemblea regionale, che ha già cominciato a funzionare.

Io mi chiedo che cosa avverrà quando l'Assemblea Costituente, che ha già riconosciuto l'autonomia siciliana, che ha già voluto che si creassero gli organi per dare vita e corpo a questa autonomia, dirà che alla Sicilia dovranno essere concesse particolari condizioni di autonomia.

Ciò che avete scritto, significa che queste forme particolari, che queste condizioni particolari di autonomia, devono essere ancora affidate a leggi costituzionali ed io mi domando e domando ai presentatori dell'ordine del giorno: considerate voi leggi costituzionali quei vari decreti luogotenenziali o reali, i quali hanno dato la autonomia alla Sicilia e di cui uno, il più importante di tutti, quello del 15 maggio 1946 è stato registrato con riserva da parte della Corte dei Conti? E domando: conoscete ciò che è avvenuto successivamente alla votazione che voi avete fatto, cioè alla creazione di quel tale organismo importantissimo: l'Assemblea regionale, che appunto doveva dare vita e corpo alla autonomia? Sapete voi che oltre le norme statutarie e speciali per la Sicilia — lo Statuto, cioè nella Regione siciliana — vi sono anche delle norme di attuazione per cui noi attendiamo di sapere dal Governo se intende dare ad esse vigore di legge? Al riguardo, onorevoli colleghi, vi chiedo scusa se vado, apparentemente, ma solo apparentemente, al di là di una semplice dichiarazione di voto; ma l'argomento è scottante e — aggiungo — siamo tutti profondamente impreparati a discuterne, pur avendo votato pro o contro, mentre molti di noi — voglio mettermi anche io nel numero — ignoriamo o ignoravamo completamente in che cosa consiste. (Commenti).

Vorrei chiedere a ognuno di voi, specialmente a quelli i quali hanno accusato il collega La Malfa o altri di noi di essere dei sabotatori dell'autonomia siciliana, se quando avete votato per le elezioni che noi allora non volevamo, ma di cui ora difendiamo il risultato perché una volta creato il fatto compiuto dell'autonomia dell'Assemblea regionale... (Interruzioni).

Presidente Targetti. Non dimentichi, onorevole Gullo, che lei è in sede di dichiarazione di voto.

Gullo Rocco. In sede di dichiarazione di voto io richiamo l'attenzione, prima di votare, dell'Assemblea Costituente, sulla gravità di una votazione... (Commenti Rumori).

Presidente Targetti. L'Assemblea Costituente è consapevole dell'importanza dell'argomento in esame.

Gullo Rocco. Ma io desidero che voi sappiate che cosa votate... (Proteste Rumori) Non lo sapete!

Laconi. È già previsto il coordinamento con la legge costituzionale. Questi sono discorsi completamente inutili.

Gullo Rocco. Noi abbiamo perduto due ore di tempo su una questione di procedura. Ora che si parla di cose che interessano la regione e la Nazione, vogliamo strozzare la discussione. (Applausi a destra Rumori a sinistra).

Rispondendo ad una cortese interruzione dell'onorevole Laconi, riconosco che è perfettamente vero che nello stesso Statuto della regione siciliana si dice che lo Statuto dovrà essere presentato all'Assemblea Costituente per il suo coordinamento con le altre leggi dello Stato; ma io non farò perdere tempo all'Assemblea — pensate quanto tempo avete fatto perdere anche voi! — dicendo quello che gli altri sanno meglio di me, cioè in che cosa consiste il coordinamento; ma chiedo se domani non si potrà dire che questo ordine del giorno, in cui si parla di leggi costituzionali, non si possa riferire allo Statuto che è venuto fuori attraverso un decreto reale registrato per giunta con riserva da parte della Corte dei Conti. (Rumori).

Nello Statuto della regione siciliana vi era anche una disposizione per cui le norme di attuazione... (Rumori).

Onorevoli colleghi, quello che sto per dire non sarà molto interessante, secondo voi, ma per lo meno è nuovo per alcuni di voi! (Proteste).

Presidente Targetti. Onorevole Gullo, le ricordo che le dichiarazioni di voto devono essere brevi e succinte.

Gullo Rocco. Mi permetta di dire che questo ordine del giorno non è stato svolto neppure dai suoi presentatori!

Presidente Targetti. È esatto, ma tale esattezza non aumenta, se lei continua a ripeterlo!

Gullo Rocco. Credo, signor Presidente, che senza il brusio e la disattenzione dell'Assemblea, di cui evidentemente la colpa sta nelle mie scarse qualità oratorie, avrei già finito. (Interruzioni Commenti).

Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, consentitemi pochi minuti di tempo.

Lo Statuto dell'Assemblea siciliana, all'articolo 43, dice che «una Commissione paritetica di 4 membri, nominati dall'Alto Commissario per la Sicilia e dal Governo dello Stato, determinerà le norme transitorie relative al passaggio degli uffici e del personale dello Stato alla regione, nonché le norme per l'attuazione del presente Statuto».

Onorevoli colleghi, sapete voi cosa c'è tra le norme di attuazione? Sapete che in Sicilia i prefetti della Repubblica non sanno se debbono rimanere sul posto o se debbono andar via? Sapete che, essendo state soppresse dallo Statuto le Giunte provinciali amministrative, i Comuni non sanno ancora quali sono i loro organi di tutela e di controllo? Quali sono le conseguenze di tutto ciò? (Rumori — Interruzioni a sinistra).

Presidente Targetti. Concluda, onorevole Gullo.

Gullo Rocco. Ma se non sapete che cosa volete? (Interruzioni a sinistra). Desidero informare l'Assemblea che, in seguito a questa disposizione dell'articolo 43, è stata nominata la Commissione paritetica. Questa Commissione paritetica ha dettato delle norme che sono di una grande importanza e che assumono valore di legge e nella relazione di questa Commissione — di cui è stata distribuita copia soltanto ai deputati siciliani e sarebbe stato molto bene che anche i deputati di altre regioni fossero informati, perché, vivaddio, la Sicilia è una delle regioni d'Italia e ciò che interessa la Sicilia interessa tutta l'Italia (Applausi a destra) — si fa questa affermazione, che io posso condividere, cioè che queste norme — che hanno grandissima portata perché con esse si decide la soppressione delle prefetture e la soppressione di alcuni organi molto importanti e la creazione o l'istituzione di nuovi organi — secondo la Commissione hanno valore di legge, indipendentemente da quello che ne pensa il Governo, in quanto la Commissione ha detto di aver avuto la delega per l'emanazione di dette norme. (Interruzioni a sinistra).

Presidente Targetti. Le ricordo che lei sta facendo una dichiarazione di voto!

Gullo Rocco. Di questa digressione, signor Presidente, la colpa non è mia, ma di chi propone, all'ultimo momento, ordini del giorno di questo genere che possono investire gravissime situazioni. (Rumori a sinistra). Voi, dopo avere riconosciuto l'autonomia della Sicilia, rischiate, attraverso emendamenti aggiuntivi o soppressivi, attraverso l'impazienza dei colleghi, che non possono perdere cinque minuti di tempo, rischiate di compromettere gli interessi della Sicilia (Applausi).

Io non sono stato tra i fautori più accesi dell'autonomia, ma una volta che essa è stata data, dichiaro che sarebbe un grave pericolo, non solo per la mia regione, ma per tutta la Nazione, di cui la Sicilia è solo una grande regione, se venissimo incidentalmente, di straforo, a colpire questa autonomia che, una volta data, bisogna difendere e potenziare. (Applausi).

Ed allora concludo dichiarando, indipendentemente da altre ragioni, per la difesa dall'autonomia siciliana (di cui ripeto che possiamo essere fautori più o meno accesi, ma che, una volta data, bisogna difendere per evitare i pericoli gravissimi di un fallimento) che noi deputati siciliani — e questa volta oso dire che parlo a nome di tutti i deputati siciliani (Approvazioni) — vediamo in quest'ordine del giorno, magari indipendentemente dalla volontà dei presentatori, un grave pericolo per l'autonomia, per la tranquillità della nostra regione. Nell'interesse della nostra regione, nell'interesse nazionale, noi dichiariamo di votare contro (Applausi Rumori Commenti).

[...]

Bonomi Ivanoe. Mi permetta l'Assemblea brevissime parole per rispondere all'interrogazione che mi ha rivolto, quale presentatore dell'ordine del giorno, l'onorevole Gullo Rocco. Mi ha domandato se noi, con il nostro ordine del giorno, intendevamo mettere in dubbio l'autonomia siciliana, chiedendo che, per questo Statuto, l'autonomia potrà essere data attraverso una legge costituzionale. Rispondo che nessuno dei presentatori dell'ordine del giorno ha messo in dubbio che si voglia revocare l'autonomia siciliana.

Qui si è detto semplicemente che le quattro autonomie previste dalla legge costituzionale dovranno diventare leggi costituzionali e dovranno essere comprese nella Costituzione italiana, per dare maggiore garanzia e stabilità alla autonomia stessa. Le dichiarazioni dell'onorevole Gullo Rocco non hanno quindi nessuna ragione di essere. Di questo i presentatori dell'ordine del giorno sono perfettamente persuasi.

Orlando Vittorio Emanuele. Chiedo di parlare.

Presidente Targetti. Ne ha facoltà.

Orlando Vittorio Emanuele. Per quanto si riferisce agli Statuti già concessi, non solo alla Sicilia, ma anche alla Sardegna e ad altre regioni d'Italia, questi rappresentano degli impegni i quali non potrebbero essere violati e tanto meno poi in una maniera che sarebbe fraudolenta. (Applausi a sinistra) Non partecipo dunque alle preoccupazioni espresse dall'onorevole Rocco Gullo.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti