[Il 13 giugno 1947, nella seduta antimeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la votazione degli ordini del giorno presentati sul Titolo quinto della Parte seconda del progetto di Costituzione: «Le Regioni e i Comuni».

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]

Presidente Targetti. [...] Dovremmo ora passare all'ordine del giorno presentato dagli onorevoli Grieco e Laconi, che è del seguente tenore:

«L'Assemblea Costituente riconosce la necessità di effettuare un ampio decentramento amministrativo democratico dello Stato, a mezzo della creazione dell'Ente Regione, avente facoltà legislativa di integrazione e di attuazione, per le materie da stabilirsi, onde adattare alle condizioni locali le leggi della Repubblica;

riconosce la necessità della conservazione e del potenziamento dell'Ente Provincia;

decide che il Titolo V si limiti ad affermare i principî costituzionali dell'Ente Regione, rinviando ad una legge speciale la regolamentazione delle funzioni del nuovo Ente e dei suoi rapporti con le Provincie, i Comuni e lo Stato».

Poiché gli onorevoli Grieco e Laconi hanno sottoscritto anche l'ordine del giorno dell'onorevole Bonomi Ivanoe, il loro ordine del giorno si intende ritirato.

Vi è ora l'ordine del giorno a firma dell'onorevole Bozzi, di cui do lettura:

«L'Assemblea Costituente,

considerato che la Regione può svolgere una sua utile funzione, nel quadro della unità della Repubblica, soltanto se sia concepita come ente di decentramento amministrativo, accanto alle autonomie dei Comuni e delle Provincie;

che la Regione deve essere dotata di una propria potestà normativa nei limiti della attuazione e della integrazione dei principî generali e direttivi fissati dalla legge dello Stato;

delibera che nella Carta costituzionale debba trovar sede soltanto l'affermazione dell'esistenza della Regione e la delimitazione della sua competenza normativa, rinviando alla legge ogni altra determinazione».

Anche l'onorevole Bozzi ha però sottoscritto l'ordine del giorno presentato dall'onorevole Bonomi Ivanoe e pertanto il suo ordine del giorno si intende ritirato.

Passiamo quindi all'ordine del giorno presentato dagli onorevoli Bonomi Ivanoe, Bozzi, Togliatti, Grieco, Laconi, Lami Starnuti e Molè:

«L'Assemblea Costituente riconosce la necessità:

a) che sia effettuato un ampio decentramento amministrativo democratico dello Stato, anche a mezzo dell'ente Regione;

b) che la Regione debba essere dotata di potestà normativa nei limiti della attuazione e dell'integrazione delle direttive e dei principî fissati dalle leggi della Repubblica;

c) che siano attribuite forme e condizioni particolari di autonomia, adottate mediante leggi costituzionali, alle Regioni indicate nel secondo comma dell'articolo 108 del Progetto

e delibera

che nella Carta costituzionale debba trovare sede l'affermazione della esistenza della Regione, accanto ai Comuni e alle Provincie, con l'indicazione dei poteri e degli organi del nuovo Ente e di quanto altro sia necessario alla sua essenziale definizione costituzionale».

[...]

Presidente Targetti. Comunico che gli onorevoli Corbino, Lucifero, Rodi, Perrone Capano, Quintieri Quinto, Condorelli, Galioto, Vilardi, Lagravinese Pasquale, Colonna, hanno proposto di sostituire la lettera b) dell'ordine del giorno Bonomi con la seguente formulazione: «che la regione debba essere dotata di potestà normative nei limiti della attuazione delle leggi della Repubblica».

[...]

Orlando Vittorio Emanuele. [...] E poi, per venire a qualche altro particolare, che cosa significa il dire che la Regione deve essere dotata di potestà normativa nei limiti dell'attuazione e dell'integrazione delle direttive e dei principî fissati dalle leggi della Repubblica? Questo potere normativo dunque che si deve contenere nei limiti delle leggi non sarebbe altro che il comune regolamento. E i nostri Comuni non fanno continuamente dei regolamenti.? E c'è bisogno per questo di discussioni e, per giunta, così concitate in sede di Costituzione?

È dal principio, da che si discusse in sede generale che io faccio questo stesso discorso. Come Assemblea Costituente, dobbiamo restare nei limiti di quelle materie che son proprie di una Costituzione. Ora, tutto questo non è Costituzione. È perciò che, per non impegnare me stesso e la mia coscienza circa quelle che potrebbero essere le conseguenze dell'approvazione di questo ordine del giorno, io voterò contro.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti